Mercedes CL, 25 anni con la C215 fu una rivoluzione

Nata nel 1992 come variante a due porte della Classe S (con la quale condivideva il pianale, seppur accorciato di 8,5 cm), la più grande delle coupé della casa di Stoccarda acquista una maggiore dignità quando nel 1996 riceve un nome tutto suo: Mercedes CL.

PARLA UN PO’ DI ITALIANO. Ma la vera rivoluzione arriva esattamente 25 anni fa: al salone di Ginevra del 1999 debutta la CL seconda serie (siglata C 215), nella quale, peraltro, c’è anche un po’ d’Italia, essendo l’ultimo modello della stella a tre punte nato sotto il “regno” di Bruno Sacco, “papà” della 190 e principale artefice del cambio di immagine che negli anni ’80 ha segnato l’inizio di una nuova era per la casa tedesca. 

LUSSO E DIETA. Quei quattro fari diventano subito iconici, così come la silhouette allungata e la linea curva del tetto. Nonostante la carrozzeria sia più corta, più stretta e più bassa rispetto al passato, la Mercedes CL C215 è spaziosa quasi quanto una Classe S. E grazie alla costruzione in leggera con acciaio ad alta resistenza, alluminio, magnesio e plastica, è più leggera di 340 kg rispetto alla precedente C 140. Degne della fama del marchio le finiture, con numerosi inserti in legno e rivestimenti in pelle per cruscotto, sedili, pannelli delle porte e bracciolo della consolle centrale. 

DA 8 IN SU. La nuova coupé viene lanciata sul mercato nell’ottobre del 1999 con la CL 500, mossa da un 5.0 V8 a benzina in grado di fornire 306 CV. Poco dopo la gamma si amplia con la CL 600, il cui 5.8 V12 da 360 CV, quando non sono richieste le massime prestazioni, funziona con una sola bancata. Per la prima volta l’AMG mette le mani su una CL, firmando prima la CL 55 AMG e poi la CL 63 AMG: la prima ha un V8 da 360 CV e nel 2000 viene adottata come safety car in Formula 1; la seconda nasconde sotto il cofano un 6.3 V12 con 444 CV di potenza e 1.000 Nm di coppia. Nel 2003 la CL 65 sostituisce la 63: la cilindrata del V12 scende a 5,8 litri, ma il doppio turbo porta la potenza a 612 CV e la coppia a 1.000 Nm, rendendola una delle due vetture più potenti della storia dell’AMG fino a quel momento insieme alla berlina S 65 AMG.

IN CURVA TI DÀ UNA MANO. La Mercedes CL di seconda generazione non è certo un’auto concepita per “danzare” tra le curve, ma le sospensioni attive aiutano a migliorare la dinamica di guida, offrendo un compromesso ideale, per il tipo di auto, tra comfort e piacere di guida. L’impianto idraulico, che lavora a una pressione elevata (200 bar) ed è comandato da una serie di sensori, consente inoltre di ridurre il rollio in curva.

OPULENTA E SICURA. Ma le sospensioni attive sono sono l’unica novità introdotta dalla Mercedes sulla CL seconda serie. L’auto, infatti, è equipaggiata di serie con il programma elettronico di stabilità, il sistema di antislittamento, l’ABS e l’assitenza alla frenata. A rendere la guida più sicura in condizioni di scarsa visibilità contribuiscono i  fari bi-xeno, una rarità anche sulle auto di extra-lusso, all’epoca, mentre il sistema Parktronic aiuta a percepire i notevoli ingombri della carrozzerie nei parcheggi. Chi è a bordo è protetto da numerosi airbag e i sedili integrali per i passeggeri anteriori assicurano il comfort che ci si attende da una Mercedes. L’accesso all’abitacolo, così come l’uscita, è facilitato dalla nuova cerniera della portiera a quattro snodi. Nella lista degli optional sono presenti il cruise control, il monitoraggio della pressione dei pneumatici e l’accesso senza chiave.

I NUMERI. Nel 2006, quando lascia il posto alla terza generazione della Mercedes CL  (identificata dalla sigla C 216), la C 215 è stata costruita in 47.984 esemplari. Di questi, più di due terzi (ovvero 32.224 unità) appartengono alla variante CL 500.