
Museo Renault: abbiamo dato una “sbirciatina” e…
Aprirà al pubblico nel 2027, ma nella testa di Jacob Celnikier, l’architetto che ha progettato il padiglione francese per l’Expo di Dubai del 2020 e dato un nuovo volto allo stadio olimpico di Yves du Manoir, il museo della Renault esiste già. Un blocco geometrico di parallelepipedi di altezza diversa disposti a matrioska, con estese pareti vetrate da cui s’intravede un muro di automobili sospese su pallet. Un tocco di stile industriale, con eleganti listelli di legno chiaro di gusto scandinavo a mo’ di controsoffitto, che si sposa benissimo con la natura del luogo: la fabbrica di Flins, a quaranta minuti di macchina da Parigi, dove sono nate più di 18 milioni di vetture e che oggi si è trasformata in un moderno hub di economia circolare.

Nelle foto qui sopra, due immagini che prefigurano il futuro aspetto del museo della Renault che aprirà al pubblico nel 2027

Una delle sale dell’attuale spazio espositivo di Flins. Da sinistra a destra: Twingo, Zoe, R5, 4CV, R16
AUTO, MA NON SOLO… Intorno all’area espositiva principale – 2.700 metri quadrati in cui, disposte su cinque piani in tredici file, automobili di ogni tipo e periodo storico ripercorrono oltre 125 anni di storia – ruoteranno una serie di altre attività, dalla manutenzione al restauro (l’obiettivo, di qui al prossimo anno e mezzo, quando saranno accolti i primi visitatori, è far funzionare tutti i veicoli della collezione), dall’archivio, che conta più di 2.400 metri lineari di scaffali colmi di progetti, disegni e registri di produzione, a una galleria con dipinti, sculture e opere di street art che raccontano in chiave artistica il ruolo della Renault nella cultura popolare.

Il nuovo polo museale prevede anche un’area dedicata a modellini e giocattoli d’epoca
LEGGENDE SU STRADA E IN PISTA. Un ruolo trasversale, che riflette un marchio dal doppio volto: da un alto, la Renault che ha fatto viaggiare milioni di automobilisti con la R4, la R5, la Clio, la Twingo; dall’altro, la Renault che ha rivoluzionato e dominato le competizioni, dalla Formula 1 alla 24 Ore di Le Mans, senza dimenticare i rally, dov’è stata protagonista a lungo e a tutti i livelli, con piccole “belve” come le Dauphine elaborate da Amedeo Gordini negli anni ’60 e laboratori viaggianti dalla potenza esagerata come le feroci 5 Turbo arrivate due decenni più tardi e ancora capaci di far vibrare le corde dell’emozione. Il museo della Renault sarà tutto questo. E varrà senz’altro la pena farci un salto.