Mustang Fastback by Charge: la pony car a batteria

Mustang Fastback by Charge: la pony car a batteria

Si potrebbe pensare a una muscle car senza V8? Secondo la startup inglese Charge Cars la risposta è sì: con un restmod della Ford Mustang fastback del ’67, ha infatti sostituito il potente e possente otto cilindri Big-Block con due unità elettriche che forniscono complessivamente 544 cavalli di potenza. Il rumore dei pistoni e il profumo degli ottani degli anni Sessanta lasciano quindi spazio al silenzio e alla presa di corrente, per un futuro (si spera) sempre meno inquinato. Tuttavia, resta imprescindibile onorare la vettura dal classico aspetto da Pony Car, tipica dei tempi di Bullit e Steve McQueen, perché quello, sì, è qualcosa a cui veramente è impossibile rinunciare.

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PILE MUSCOLOSE. Un restmod per essere chiamato tale, non deve solo inserire nuove tecnologie nelle vecchie glorie del passato, ma deve essere in grado anche di mantenere viva l’essenza della vettura. E in questo caso la Charge Cars ha mantenuto fede all’obiettivo, dotando la Mustang del ‘67 di una coppia motrice mostruosa, con due motori elettrici che erogano 1500 Nm di forza, capaci di far coprire alla pony car lo ‘0-100’ in 3″9. Un valore estremamente elevato se consideriamo i ‘soli’ 544 cavalli di potenza totale. L’alimentazione è invece affidata a un pacco batterie dalla capacità di 64 kWh, che assicurano alla Mustang 320 chilometri di autonomia, ricaricabile solo a una potenza di 50 kW.

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CLASSICA E DIGITALE. L’estetica riprende fedelmente lo stile della Fastback del ’67, e solo minimi dettagli ne tradiscono l’aspetto classico, facendoci intuire l’opera di restauro sulla vettura. Se la carrozzeria in fibra di carbonio può dare un’impronta racing alla Mustang di Charge Cars, luci a led, cerchioni maggiorati e mascherina frontale chiusa fanno invece trasparire il lavoro del restmod in salsa green. Gli interni meritano però un discorso a parte, distanti anni luce dai favolosi Sessanta: partendo dal tunnel centrale, quattro pulsanti di selezione della marcia dei motori elettrici prendono il posto della tradizionale leva del cambio. La plancia inoltre è stata completamente rivista, il monitor verticale touch conquista la scena, adibito all’infotainment e ai i comandi del climatizzatore, mentre al guidatore spetta una strumentazione digitale che sostituisce le lancette del cruscotto analogico. I rivestimenti sono tutti di alta qualità, ma completamente personalizzabili a seconda dei gusti di ogni singolo acquirente.

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UN’ICONA AL 100 PERCENTO. Prodotta su scocche e licenza ufficiale della Ford, la Fastback del ’67 della Charge Cars porta il mito Pony Car a rivivere con le influenze green del nuovo millennio. La vettura dovrebbe essere prodotta in una serie limitata di 499 esemplari, a un prezzo di circa 418 mila euro per modello. E se il mondo del cinema ci ha fatto innamorare delle muscle car, con le interpretazioni di ‘Elenoir’, oppure della Mustang dal ‘cuore’ JDM (Japanese Domestic Market) vista sulle colline di Tokyo, siamo sicuri che i 3 anni di lavoro spesi per la realizzazione del progetto di Charge Cars sono un modo saggio di utilizzare gli elettroni oggigiorno, perché anche se in silenzio, fanno rivivere, ancora una volta, l’icona dell’automobilismo. (Testo: Federico Giavardi)

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