Nuvolari e gli altri grandi eroi del volante in mostra al Mauto

Nuvolari e gli altri grandi eroi del volante in mostra al Mauto

Lo sguardo vispo di Tazio Nuvolari, seduto nell’abitacolo della sua Alfa Romeo P2 davanti al portone in legno di una cascina. La Bugatti Type 23 di Emilio Gola, avvolta in una coltre di polvere bianca e spaventosamente vicina al muretto che delimita il tornante. Gli occhi serissimi di Achille Varzi, che per natura guidava veloce e sorrideva poco; quelli scuri e fondi di Giuseppe Campari, soprannominato ‘el negher’ perché dai collaudi tornava intriso d’olio e fumo. Istantanee in bianco e nero che tra il 1925 e 1930 l’obiettivo del fotografo Adriano Scoffone ha catturato a Cuneo e dintorni, tra la centralissima piazza Vittorio (oggi Galimberti) e il percorso aspro e impervio della leggendaria corsa ‘Cuneo-Colle della Maddalena‘, che terminava a poche centinaia di metri dal confine francese dopo una sequenza infinita di curve e rettilinei dissestati. Strade per carri, carretti, tutt’al più per biciclette, non certo per automobili lanciate a oltre 100 km/h di media.

Quei-temerari-delle-strade-bianche-MAUTO-13

AGLI ALBORI DELLE CORSE. Ottanta lastre fotografiche, selezionate tra le 39.221 contenute nel Fondo Scoffone custodito dall’archivio storico del Comune di Cuneo, raccontano l’epoca pionieristica delle corse in automobile nella mostra “Quei temerari delle strade bianche”, allestita lo scorso anno nel suggestivo Complesso Monumentale di San Francesco, a Cuneo, e ora nelle sale del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, dove rimarrà aperta fino al 9 gennaio 2022. La rassegna, curata dal giornalista Giosuè Boetto Cohen e realizzata con il supporto di Eberhard&Co., maison d’orologeria da sempre legata al mondo delle competizioni automobilistiche, getta un fascio di luce sui semidei del volante, eroi del rischio che tra le curve di ghiaia e fango della Provincia Granda si sfidavano a suon di sbandate e allunghi mozzafiato tra le urla degli spettatori, assiepati sui prati della collina e con il programma della corsa in mano, per riconoscere le vetture.

Quei-temerari-delle-strade-bianche-MAUTO-11

L’AUTOMOBILE COME NUOVO MOTORE PER IL PAESE. Sono anche loro, i gitanti che partivano da Torino (ma pure da più lontano, perfino dall’estero) per assistere al grande spettacolo della corsa, i protagonisti di un’epoca che, vista dall’alto del nostro tempo, ci appare ancor più romantica e densa di emozioni. Gli uomini tutti rigorosamente con il cappello in testa, le donne in piazza con i vestiti della festa, facce da film, alcune, in un’Italia in cui circolava un’automobile ogni 250 abitanti e le corse cominciavano a diventare uno stimolo sempre più intenso al dibattito sullo sviluppo autostradale e industriale, temi entrambi cari al regime, così come la competizione con i paesi stranieri. Del Ventennio, Scoffone ha ritratto altre scene teatrali, addentrandosi nelle vie e nelle piazze di una Cuneo in cui la vita popolare e borghese, nel periodo tra le due guerre, scorreva sulle ali di grandi sogni d’espansione e modernità, ancora ignara dell’agghiacciante deriva che nel decennio successivo sarebbe sfociata nel dramma della guerra e dell’Olocausto.

Quei-temerari-delle-strade-bianche-MAUTO-12

BOLIDI IN MOSTRA AL RITMO DI PISTONI E CILINDRI. È su questo sfondo, che tratteggia un’Italia bramosa di modernizzarsi ma frenata da un’economia sempre più povera e isolata dal resto del mondo, che corrono veloci le rosse Alfa di Varzi, Nuvolari e Campari e le Fiat della squadra ufficiale. Tre di quei feroci e rombanti bolidi, protagonisti di un orizzonte temporale che in questo nostro mondo interconnesso pare irraggiungibile, sono esposti nella mostra come a voler ricucire il tempo, catapultando i visitatori su quei palcoscenici così affascinanti e tremendi, fatti di polvere, fango, sudore, gloria, vittoria, paura e anche morte. L’Alfa Romeo 6C 1500 MMS di Emilio Gola, riportata a Cuneo dopo novant’anni dall’attuale proprietario, Federico Göttsche Bebert, si staglia su una ricostruzione al vero del pubblico ritratto nella fotografia originale di Scoffone, mentre la P2 della collezione del Mauto che fu guidata da Nuvolari accarezza, lasciandosi alle spalle una lunga scia bianca, la fila di pietre miliari che scandisce le distanze di un circuito immaginario. Non è a ruote per aria l’azzurra Bugatti 35 identica a quella da cui Avattaneo e Scagliotti furono sbalzati nel 1930, cavandosela con qualche graffio, in località ‘le Pianche’, ma messa di profilo, su un fondale dove le colline e le montagne, ispirate alla tela futurista ‘Forze ascensionali’ di Gerardo Dottori, scorrono in senso opposto. Un gran bello spettacolo, sulle note della suite per orchestra nella quale il Maestro Marco Robino ha affidato a ottoni, legni e archi, unendoli all’organo, il racconto della corsa, dall’accensione dei motori ai rettilinei lanciati, dai saliscendi ai tornanti in derapata. Sequenze di un’epoca d’ardimento e coraggio che non smette di affascinare. 

Quei-temerari-delle-strade-bianche-MAUTO-8

Quei-temerari-delle-strade-bianche-MAUTO-19

  • Quei-temerari-delle-strade-bianche-MAUTO-1
  • Quei-temerari-delle-strade-bianche-MAUTO-2
  • Quei-temerari-delle-strade-bianche-MAUTO-3
  • Quei-temerari-delle-strade-bianche-MAUTO-4
  • Quei-temerari-delle-strade-bianche-MAUTO-5
  • Quei-temerari-delle-strade-bianche-MAUTO-6
  • Quei-temerari-delle-strade-bianche-MAUTO-7
  • Quei-temerari-delle-strade-bianche-MAUTO-8
  • Quei-temerari-delle-strade-bianche-MAUTO-9
  • Quei-temerari-delle-strade-bianche-MAUTO-10
  • Quei-temerari-delle-strade-bianche-MAUTO-11
  • Quei-temerari-delle-strade-bianche-MAUTO-12
  • Quei-temerari-delle-strade-bianche-MAUTO-13
  • Quei-temerari-delle-strade-bianche-MAUTO-14
  • Quei-temerari-delle-strade-bianche-MAUTO-15
  • Quei-temerari-delle-strade-bianche-MAUTO-16
  • Quei-temerari-delle-strade-bianche-MAUTO-17
  • Quei-temerari-delle-strade-bianche-MAUTO-18
  • Quei-temerari-delle-strade-bianche-MAUTO-19
CONDIVIDI SU

Lascia un commento

INCENTIVE
VIDEO
ALTRI VIDEO