Rally di Montecarlo 2021: emozioni ‘condensate’

Rally di Montecarlo 2021: emozioni ‘condensate’

E pur si corre, vivaddio. Il Rally di Montecarlo, una delle icone mondiali assolute del motorsport, e Sebastien Ogier, che lo ha vinto ieri per l’ottava volta, niente li può fermare: né la pioggia, né la neve, né la foschia, né il vento o il pericolo valanghe, né soprattutto il Covid. E quest’anno, alla centodecima edizione della gara organizzata dall’Automobil club monegasco, non è mancato nulla di tutto questo e di tutto ce n’è stato in abbondanza, rendendola la più corta ‘Montecarlo’ di sempre. A complicare le cose c’è stato soprattutto l’ermetico coprifuoco anti-pandemico dalle 18 alle 5 di mattina (chi straparla di quanto laschi siano all’estero, straparla appunto, fidatevi) che ha stravolto tutte le consuete attività e programmi. Ne è venuta fuori una gara in gran parte amputata di speciali e chilometri, ma non meno tirata, brillante, appassionante, dalle estreme prove speciali nelle Alte Alpi francesi intorno Gap, al tradizionale passaggio nel porto del Principato.

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SFIDA ASIATICA TRA TOYOTA E HYUNDAI. Il lungo fine settimana, l’appuntamento più difficile della stagione rallistica mondiale per la sua imprevedibilità, non ha lesinato emozioni. Alla fine, non è mancato neanche il calore degli appassionati che in mancanza di meglio – dato il divieto di assembramenti – hanno fatto ciao-ciao ad auto e piloti dalle finestre di casa. Tra speciali ora annullate, ora sospese per i dispetti del meteo che serviva condizioni miste neve-ghiaccio-pioggia-fango-foschia, è subito apparso chiaro che anche quest’anno è tutta una faccenda asiatica. Da un lato, ci sono leggermente avvantaggiati i giapponesi di Toyota, con il campione in carica con Sebastien Ogier; dall’altro i coreani di Hyundai che ripongono le loro speranze sul belga Thierry Neuville, lo spagnolo Dani Sordo e l’estone Ott Tänak, che a Montecarlo si è ritirato per aver finito la scorta di gomma. Ford, che sembra abbia messo il motore al minimo in questa stagione, resta alla finestra (a Montecarlo il miglior piazzamento è stato di Greensmith all’ottavo posto). Da qui alla fine del campionato si tratterà solo di capire quale equipaggio delle due squadre dominanti avrà la meglio, come del resto è stato anche nella stagione 2020, decisa all’ultima gara di Monza, nella quale Ogier ha fatto fuori sul filo di lana il compagno di scuderia Evans Elfyn. Tänak, che nelle speciali del giovedì ha fatto la voce grossa, ha provato a sparigliare le carte, ma la legge di Ogier, che da quelle parti gioca in casa, si è subito imposta nelle tappe montane del venerdì e sabato. A contrastarlo, ma mai ad impensierirlo per davvero, solo Elfyn (secondo), Neuville (terzo) e il giovane Kalle Rovampera (sempre su Toyota), oramai sempre meno promessa e sempre più certezza.

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L’ETERNO RITORNO DI PIRELLI. Pirelli al suo ritorno come fornitore unico del WRC1 se l’è cavata alla fine egregiamente in una gara dove più che mai contano le gomme e le strategie di scelta, da verificare stage per stage. Insomma, per il costruttore di pneumatici, che a bordo strada ha comunque preso appunti per capire come fare ancora meglio, buona la prima in un campionato nel quale di orgoglio italiano ne è rimasto ben poco: qualche team nel WRC2, Andrea Adamo a capo della scuderia Hyundai, e appunto Pirelli e altri fornitori di componentistica. Quasi la fotografia dell’Italia attuale, senza eroi, ma con artigiani affidabili che fanno girare la macchina nel vero senso della parola. Restando largo-circa in Casa Pirelli, da segnalare l’ottima prestazione di Andreas Mikkelsen, che della Bicocca è il pilota tester ufficiale. Il norvegese con la sua Skoda RC2 ormai è diventato un frequentatore dei piani alti delle classifica generale (settimo posto assoluto e primo nel WRC2) piazzandosi spesso anche davanti a chi guida le plus. Prossima tappa l’Artic, letteralmente a casa di Babbo Natale (si corre intorno Rovaniemi nel cuore della Finlandia) promosso a gara del Mondiale, dopo la defezione per pandemia del tradizionale Rally di Svezia. A dimostrazione che Covid o non Covid, pur si corre. Vivaddio. 

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