
Saab: 15 anni dopo la passione brucia ancora
Da tutta Europa fin nel cuore della Svizzera. Più di cento vetture in rappresentanza di tutti i modelli e di quasi tutte le principali varianti si son date appuntamento nella Melchtal, una valle secondaria nel Canton Obwaldo, a una cinquantina di chilometri da Lucerna, per celebrare la storia e la passione per questo marchio tristemente scomparso una quindicina di anni fa ma capace di vivere ancora presso i fedeli proprietari delle Saab. Ce n’erano per tutti i gusti, si diceva: e non alludiamo solo ai modelli principali venduti in quantità generose anche in Italia, come 96, 99, 900, 9-3, 9000 e 9-5. Chi è salito fin sulle sponde del Melchsee, un laghetto di montagna a quasi duemila metri di altitudine ha potuto imbattersi in vetture che solo al Saab Museum di Trollhattan potrebbe ritrovare, e non proprio tutte. Cominciamo da una 92, giunta prudenzialmente su un carrello per non affaticarsi inutilmente ma con il compito di mostrare a tutti i presenti da dove è partita l’avventura automobilistica della Saab.
DALLE ORIGINI AI MODELLI PIÙ RAPPRESENTATIVI. Una linea espositiva, sui prati davanti al Melchsee Frutt, ha messo in bella mostra alcune spettacolari 93 e 96 (compresa la rarissima versione 850 Monte-Carlo), mentre alle loro spalle l’area riservata alle Sonett ha ricordato l’anima più sportiva del marchio scandinavo. Di 99 e 900 prima serie, nelle configurazioni di carrozzeria più o meno conosciute (2, 3, 4 e 5 porte, Cabriolet, più una simpatica trasformazione camper, ne erano presenti in abbondanza, tutte in un invidiabile stato di conservazione. Vicine a loro una 90 (la versione economica della prima 900) e le 9000, anch’esse in rappresentazione di tutte le varianti, dalle Turbo 16 alle i con motore 2 litri aspirato, fino alle berline a 4 porte CDE e alle 5 porte sportiveggianti CS. Un’infilata di 9-5 prima serie, pre- e post-restyling, berline e Wagon, provvedeva ad avvicinare il pubblico ai modelli più vicini a noi, mentre hanno suscitato curiosità ed entusiasmo a seconda del livello di passione e coinvolgimento le 9-5 seconda serie, in diversi colori, comuni e insoliti, di cui erano presenti alcune varianti Wagon, l’ultima Saab prodotta prima della chiusura della fabbrica svedese, avvenuta nel 2012 quando ormai il marchio era proprietà dell’olandese Spyker (che partecipò senza successo anche al campionato del mondo di Formula 1 del 2007 dopo aver rilevato la Midland, nata dalle ceneri della Jordan, prima di essere acquisita da Vijay Mallya, titolare della Force India, per poi divenire Racing Point e infine Aston Martin). Ampio spazio anche alle 900 seconda serie e alle 9-3, nate all’epoca della proprietà General Motors ma capaci di mantenere una propria identità svedese. Degne di nota le coupé 9-3 Cabrio, le Viggen a tre porte e le berline a trazione integrale XWD, oltre a una 4 porte bicolore amaranto-argento che non avrebbe potuto competere per il premio dedicato all’autenticità ma che si è fatta ammirare almeno quanto una delle sole sei 94 Sonett Spider prodotte, qui in un improbabile verde ramarro metallizzato (non originale!) coordinato con la tinta di un camion Scania con cui è stata trasportata, e la 9-5 Wagon prima serie oro micalizzato (anch’essa frutto di una pur professionale riverniciatura).
UNA PICCOLA RAPPRESENTANZA DEI MODELLI DI ISPIRAZIONE YANKEE. A rappresentare le Saab “USA-derived” una 9-4X (sviluppata nei primi anni 2000 su base Cadillac SRX), una suv da 483 cm proposta all’epoca (ma non in Italia) con motori a 6 cilindri da 2,8 e 3 litri di cilindrata e prodotta in soli 733 esemplari negli USA tra il 2011 e il 2012, e una 9-7X, altra suv (da 4,9 metri di lunghezza) a sua volta derivata dalla Chevrolet Trailblazer e all’epoca importata in Italia da Cavauto, che ne proponeva anche una versione a GPL per limitare i costi di gestione del suo insaziabile V8 da 5,3 litri, proposto accanto a un 6 cilindri in linea da 4,3 litri.
QUASI 8000 KM TRA ANDATA E RITORNO. Uno spettacolo anche ammirare le targhe delle Saab intervenute nel cuore della Confederazione Elvetica: oltre alle numerose vetture locali, si sono distinti per numero gli appassionati olandesi, inglesi e tedeschi, giunti in forze, ma soprattutto un finlandese, Tomi-Pekka Onni Kangas che è giunto sulle sponde del Melchsee con la sua 900 Turbo Coupé a 3 porte percorrendo in sola andata 3869 km. A completare la geografia di provenienza dei Saabisti un serbo, uno spagnolo, qualche italiano, dei danesi, un lussemburghese, un paio di svedesi, qualche belga, un ceko, un lituano e alcuni austriaci. Con tanto, tanto spirito sportivo: oltre alle 900 camperizzata c’erano un paio di 900 Turbo con roulotte al traino e alcuni partecipanti che hanno pernottato in tenda nel prato del Melchsee.
Sono proprietario di una Saab 9.5 arc turbo 2.3 del 2003
320.000km
Qualche problema negli ultimi 2-3 anni
Tanti mi dicono di toglierla ma è talmente bella , comoda, che fin quando riesco a tamponare i vari inconvenienti cercherò di tenerla
Purtroppo non ci sono centri di assistenza in Campania e regioni vicine per cui bisogna affidarsi a meccanici non- Saab che spesso non sono in grado di ovviare in modo ottimale
La speranza che qualche marchio importante riesca a far “ resuscitare” queste auto uniche nel panorama dell automotive mondiale