Saleen da brivido: la S7, il tuning e l’attesissima S1

Probabilmente non molti appassionati ricorderanno la Saleen, azienda americana fondata da Stephen Saleen nel 1983 e famosa in particolare per la S7, superba supercar nata a inizio anni 2000. Stephen è uno che al volante sa il fatto suo, vince svariate corse prima con la sua Shelby Mustang GT350, si fra notare anche nella Formula Atlantic e infine passa ai campionati Pro Atlantic e Indy. Svuota per intero il sacco della sua esperienza quando decide di mettersi in proprio, come preparatore di icone americane nonché costruttore. Al momento la casa sta lavorando alla S1, prima sportiva dai tempi della S7, costruita in fibra di vetro e mossa di un quattro cilindri turbo con 450 CV.

Saleen S7

SALEEN S7. Partiamo dall’impresa più clamorosa della Saleen, la S7: non tutti la ricordano, ma chi lo fa la paragona ad alcune delle più celebri supercar americane. Linea mozzafiato, dai tratti quasi europei, trazione posteriore e motore centrale, porte diedrali, carrozzeria in carbonio, un’aerodinamica curata e un 7.0 V8 da 550 CV. Nel 2005 nasce la S7 TT biturbo, con 760 CV che diventano 1.000 con il   Competition Package. Nel 2017 la supercar americana ritorna in versione LM, con 1.500 cavalli, una punta “ufficiale” di 480 km/h e uno “0-100” in 2,2 secondi. Con questi numeri, non stupisce che la S7 abbia riscosso un grande successo anche nelle corse.

Saleen 302

SALEEN 302. La Saleen 302 – numero che indica la cilindrata in pollici cubici del motore, corrispondenti a oltre 4,9 litri – è in pratica una mostruosa versione sovralimentata mediante compressore volumetrico della Mustang, basata sulla moderna pony car con motore Coyote V8 e cambio manuale. L’azienda propone tre varianti, dalla White Label da 510 CV alla sovralimentata Black Label con quasi 300 cavalli in più, passando per la Yellow Label da 745 CV (i nomi rimandano ai colori della Saleen). Le modifiche sono veramente “importanti”, con un look molto più muscoloso e una meccanica rivista a fondo, con barre antipolio specifiche, un impianto di scarico più sportivo, una diversa gestione elettronica del motore, iniettori più grandi e numerosi altri componenti aggiornati.

Saleen Bronco

SALEEN BRONCO. Il tuner e costruttore americano ha messo le mani anche sulla nuova Ford Bronco, moderna erede della storica fuoristrada degli anni ’60 e ’70. Saleen, in particolare, si è concentrato su una versione particolare della Bronco, la “Big Oly”, un “mostro” capace di conquistare due volte la Baja 1000 e valutato a oggi un paio di milioni di dollari. Le modifiche principali riguardano le sospensioni, rialzate per superare anche i terreni più difficili, le enorme gomme tassellate, una livrea dal sapore vintage, fari supplementari a led , protezioni per  il sottoscocca e un telaietto per la ruota di scorta.

Saleen S1

SALEEN S1. Il progetto della S1 – prima sportiva della casa dopo la S7 di oltre due decadi fa – sta procedendo a rilento. Le prime notizie risalgono al 2018 e all’auto è stato persino dedicato un campionato monomarca, ma il nuovo bolide della Saleen non ha ancora messo le ruote su strada. Esteticamente la Saleen S1 non è niente male, con uno stile di gusto europeo che si riallaccia a quello della S7, frutto di un mix di spunti tratti dalle sportive Alpine, Porsche e McLaren. Il telaio sarà in alluminio per mantenere il peso attorno ai 12 quintali, mentre il propulsore – sacrilegio! – sarà un quattro cilindri turbo anziché un grosso e rumoroso V8. E chi si sarebbe aspettato una rivale della Lotus Emira, della Porsche 718 o dell’Alpine A110 proprio dalla Saleen? Strano, ma senza dubbio intrigante. Il cambio sarà un manuale a sei marce (siamo commossi) e la potenza dovrebbe aggirarsi intorno ai 450 CV, per una velocità massima di 290 km/h e uno “0-100” in 3,5 secondi. Speriamo che il progetto si sblocchi, perché le premesse fanno davvero ben sperare. Forza Saleen!