Sidi: 60 anni ai piedi dei moto(e)ciclisti

Sidi: 60 anni ai piedi dei moto(e)ciclisti

A Maser c’è una villa del Palladio, vero. Con tanto di affreschi del Veronese dentro. E, hai ragione, questi colli asolani sono noti pure per il prosecco. Ma per il centauro, quest’angolo di Veneto, è semplicemente la mecca dell’abbigliamento tecnico. Come quello prodotto da Signori Dino. E per cui la sorella inventò il logo, “perché non usiamo le due lettere iniziali del cognome e del nome?”, si domandò nel 1960. Già, perché no. È così che nacque la Sidi, che quest’anno festeggia 60 anni di pieghe, salti e buche. Con o senza motore.

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DI BREVETTO IN BREVETTO. Nata in pieno boom economico, forte di tutto il know-how che le due guerre mondiali avevano lasciato nella ‘patria dello scarpone’, si specializza subito nella produzione di stivali da moto. Roba che allora che si girava con mocassini ai piedi e capelli al vento sembrava la luna. Dagli scarponi degli alpini agli stivali per centauri il passo è più breve di quello che pensi. Protezione, impermeabilità, resistenza e durata sono concetti trasversali, ai piedi degli sportivi dello slalom come a quelli delle pieghe. Ecco perché nelle foto che vedi a mercatini, i centauri impallinati di fango li vedi conciati da alpinisti della domenica. Golfino, stivalacci e pantaloni in velluto (solo i più cool sfoggiano già i blue jeans). E così nel ’66, Sidi brevetta uno scarpone con apertura posteriore, e tre anni dopo arrivano gli stivali di Agostini, quelli con gli sganci rapidi (anche questi brevettati).

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GUARDA LONTANO. In realtà sono gli anni ’70 a portare fortuna all’intero comparto delle due ruote: il fuoristrada, con la regolarità, diventa una cosa seria e in pista le dotazioni di sicurezza cominciano a farsi notare. Sidi cresce e alla scritta aggiunge il vortice (1974), che oggi vedi ai piedi di Jorge Prado e addirittura dei Chips di San Francisco. Nel ’73 progetta le scarpette Titanium per i ciclisti. Nere, tutte forate, ma soprattutto con la placca dello sgancio rapido regolabile. Ma anche se l’intuizione di Signori è figlia di una visione, di un respiro che gli fa guardare lontano, Dino non ha grilli per la testa e va coi piedi di piombo. Per questo, a 60 anni da quando tutto è cominciato, continua a fare solo calzature, per moto(e)ciclisti.

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HIGH TECH. Oggi più che mai queste calzature sono un concentrato di tecnologia quasi da Formula 1: dagli stivali col Vertebra System (non ti impressionare per il nome, in realtà usano un sistema di protezione snodato come fosse lo scudo dell’armadillo), alle protezioni sostituibili e il Technomicro, un materiale mille volte più sottile della seta. O, se sei un ciclista, alle suole in carbonio che ti hanno fatto sbavare più di una supercar. Anche se sfogliando il catalogo di oggi, non puoi dire che gli Scramble Rain, roba da McQueen dei tempi d’oro, con tanto di sgancio rapido d’antan, non sono amore a prima vista.

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