Tesla e California: i leader dell’elettrico sono loro

Tesla e California: i leader dell’elettrico sono loro

Mentre la Cina corre e non intende mollare il primato nella produzione di batterie e l’Europa fa ancora fatica a mettere su in maniera coerente e compatta la filiera produttiva per raggiungere degli standard che lei stessa ha creato, è sempre più la California il vero faro della mobilità elettrica. E non solo perché la californiana Tesla si conferma leader mondiale nel segmento delle vetture full-electric, ma anche perché il Golden State è sempre più il luogo dove da un lato si sperimentano e si applicano tecnologie per la mobilità elettrica e interconnessa, dall’altro si elaborano politiche che fanno da modello a tutti gli Stati Uniti. 

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IL PRIMATO DI TESLA. Ma andiamo con ordine. Secondo i dati dell’azienda californiana lo scorso anno sono state vendute 499.500 auto elettriche Tesla, il che pone il marchio in testa in questa nicchia di mercato seguito dalla cinese SAIC e dalla tedesca Volkswagen. La Model 3, inoltre, è la vettura elettrica più venduta in assoluto nonostante l’aumento della concorrenza a livello mondiale. In particolare, Tesla ha fatto registrare una crescita del 36 percento, mentre il mercato mondiale dei veicoli 100 percento elettrici è cresciuto del 33 percento. Con l’aumento della produzione nello stabilimento di Shanghai lo scorso anno la compagnia di Musk ha superato la SAIC che ha venduto 127.600 unità della Hongguang Mini, prodotta in joint venture con General Motors e Wuling, ma disponibile solo per il mercato cinese.

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GLI STANDARD CALIFORNIANI. Mentre Tesla vince la sua scommessa Toyota, Fiat Chrysler e altre case automobilistiche hanno nei giorni scorsi fatto una dichiarazione che segna una svolta: non si opporranno, ma anzi collaboreranno, all’introduzione dei severi standard per il contenimento della C02 che la California sta adottando. La decisione delle società era ampiamente attesa, arrivando dopo che la General Motors aveva abbandonato il suo sostegno alle politiche trumpiane, molto meno rigorose. Un cambiamento di atteggiamento che potrebbe aiutare l’amministrazione Biden a muoversi rapidamente per ripristinare gli standard nazionali di efficienza energetica. I recenti annunci si aggiungono all’impegno di altre cinque società – Ford, Honda, BMW, Volkswagen e Volvo – di rispettare i limiti imposti dalla California che entro il 2026 richiede la vendita di modelli che consumino non più di un gallone per 51 miglia (più o meno 20 kilometri a litro). E a fine gennaio la General Motors si è anche impegnata a vendere solo veicoli a emissioni zero entro il 2035, una mossa che metterebbe l’azienda in linea con un’altra recente politica della California che vieta la vendita di veicoli a motore termico entro quell’anno. La disponibilità di Fiat Chrysler e Toyota segna una netta inversione di tendenza per l’influenza della California sulla politica di Washington. Dopo aver annullato le regole sull’inquinamento automobilistico dell’era Obama che erano state modellate proprio su quelle californiane, Trump aveva impedito anche all’autorità statali di applicare tali regole. Ora, la situazione sembra capovolta e da Biden arrivano segnali che sarà la California il modello che seguiranno gli USA. A conferma che l’elettrico sorge a Ovest.

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Un commento su “Tesla e California: i leader dell’elettrico sono loro”
  • Alberto Spriano ha scritto:

    L’ascesa di Tesla ha innescato una rivoluzione elettrica.
    Ormai tutti i più importanti produttori automotive stanno inseguendo Tesla.
    Toyota, Volkswagen, Daimler, BMW e Honda, i primi 5 della lista, tutti insieme non raggiungono il valore di capitalizzazione di Tesla.
    Ma se guardiamo alle vendite, Tesla non raggiunge la metà di quelle della sola Toyota, che sull’ibrido ha intrapreso da tempo.
    È evidente che l’innovazione continua paga ed ottiene consenso.
    Ora il mercato più difficile per Tesla, dove dovrà affermarsi con nuovi prodotti saranno gli Stati Uniti.
    Gli americani saranno propensi a dire addio ai pick-up e ai SUV V8 per Cybertruck, la nuova Model X, il più potente SUV mai realizzato e Model Y?
    Previsioni attendibili ritengono che i produttori di veicoli elettrici e batterie potrebbero commercializzare vetture elettriche agli stessi costi di quelle a combustione interna già nel 2023 per arrivare definitivamente allo “ICE game over con BEV 2030″.
    Altro appeal aggiunto ai veicoli elettrici sono le tecnologie digitali valorizzate da software che agiscono sui sistemi di guida autonoma e sull’home entertainment trasferito a una silenziosa e confortevole vettura sempre più ricca di funzionalità.
    Tesla ha in progress la tecnologia Full Self-Driving Capability (in versione Beta), governata dall’Intelligenza Artificiale che impara ogni giorno e comunica le esperienze con le altre Tesla in giro per il mondo.
    Tesla a breve, costruirà l’intera batteria come piattaforma strutturale del veicolo, con celle della batteria strutturali nella struttura honeycomb che verrà collegata ai due telai e sottoscocche anteriori e posteriori realizzati per mezzo di pressofusioni Gigacasting.
    Questo nuovo design riduce il numero di parti, la massa totale del pacco batteria e quindi consente a Tesla di migliorare l’efficienza, le prestazioni in definitiva, l’autonomia dei suoi veicoli elettrici.
    Siamo di fronte ad innovazioni che fanno e faranno la differenza per molti anni a divenire.
    Se le marche automobilistiche convenzionali non si uniscono nella progettazione per innovare più di Tesla subiranno un declino delle vendite. E non sto riferendomi alle batterie allo stato solido, ma alle innovazioni per tutti a costi sempre più bassi rispetto agli attuali.

    Vero è che Tesla, al momento, ha un valore di mercato di circa 550 miliardi di dollari. Ciò offre a Musk un ampio margine di manovra per utilizzare le azioni Tesla come valuta di acquisizione. Le altre case automobilistiche hanno un valore di mercato diverso.

    VW vale attualmente circa 78 miliardi di euro, Daimler 60 miliardi di euro e BMW circa 44,5 miliardi di euro.

    Vedremo cosa accadrà, perché Musk è consapevole che se non arrivano i risultati annunciati, gli investitori vendono e le azioni Tesla saranno immediatamente ribassate.

    Deve finire entro aprile la Gigafactory di Berlino, costruire 500.000 auto elettriche all’anno nello stabilimento a partire dalla prossima estate, far funzionare la batteria 4680 secondo le prestazioni annunciate, vendere il Semi, la Roadster, le nuove Model S e X Plaid, installare i Supercharger V4 e realizzare la Model E hot hatch da 25.000 dollari nei prossimi tre anni ed arrivare al livello 5 driverless entro l’anno.
    Se ci riesce, altro che 550 miliardi di dollari.
    Se non ci riesce le azioni scenderanno anche perché Tesla sta attualmente migliorando i profitti vendendo diritti di emissione di CO2 ad altri, FCA compresa, mentre il core business effettivo guadagna pochi soldi.
    Per cui il prossimo anno devono arrivare i risultati e che risultati, e non vedo motivi per non acquistare Tesla.
    Oggi più che mai.

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