Addio Hans Mezger, papà dei flat-six memorabili

Addio Hans Mezger, papà dei flat-six memorabili

Ci ha lasciato Hans Mezger, 90 anni, il papà dei grandi motori Porsche dal 1956 al 1994 nonché uno dei pilastri dell’azienda di Stoccarda. Nato a Besingheim, nella regione del Baden-Worttemberg, si è laureò in ingegneria presso la Stuttgart Technical University nel 1956. Qualche settimana dopo venne assunto dal dipartimento sviluppo motori Diesel di Porsche, ma ci rimase molto poco. Il suo primo progetto lo portò infatti a lavorare sul propulsore Type 547 a quattro alberi disegnato qualche anno prima da Ernst Fuhrmann.

6. TAG Turbo 3

PASSIONE. Nel 1960 Mezger diede vita al Type F8 753, un motore con otto cilindri contrapposti da 1,5 litri raffreddato ad aria e in grado di erogare 180 cavalli a 9200 giri. Montato sulla 804, vinse il Gran Premio di Francia con Dan Gurney: a oggi unica vittoria della Porsche in Formula 1. Da questa esperienza imparò molto sulla progettazione delle camere di combustione, tanto che alcuni temi furono da lui stesso ripresi nel successivo sviluppo del sei cilindri boxer della nuova 901/911. Mezger realizzò un boxer raffreddato ad aria di 2 litri di cilindrata e 130 cv, una potenza equivalente – già nella sua prima evoluzione – alla più potente delle ‘vecchie’ 356. Era soltanto l’inizio della storia della 911, ma intanto – a partire dal 1965 – Hans Mezger era stato messo a capo del dipartimento voluto da Ferdinand Piëch e dedicato alla progettazione delle auto da competizione. Nacquero così la 910 Bergspyder e la 910 Carrera 10. Alla fine degli Anni ’60 fu uno degli artefici dell’iconica 917 mossa dal poderoso 12 cilindri boxer, con cui Zuffenhausen dominò le competizioni trionfando nella 24 Ore di Le Mans e portando a casa il Campionato del Mondo Sport Prototipi nel 1970 e nel 1971. Negli anni successivi le 917/10 e 917/30 – da oltre 1200 cavalli – regnarono oltreoceano nella serie CanAm, soprattutto grazie ad un nuovo sistema di sovralimentazione che sfruttava i gas di scarico. Questa tecnologia venne in seguito adattata da Mezger e dalla sua squadra per portare sul mercato – siamo nel 1975 – la prima sportiva di serie dotata di turbocompressore, la 911 Turbo (non perdetevi il #turbonedayveloce che abbiamo dedicato proprio a questo modello). Il boxer a sei cilindri che nel frattempo era arrivato a tre litri di cilindrata passò così dai 200 cavalli della variante Carrera a un impressionate (per l’epoca) valore di 260 cavalli, trasformando la 911 in un vero e proprio ‘mostro’.

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MOTORSPORT AI MASSIMI LIVELLI. Gli Anni ’80 legarono indissolubilmente il suo nome ai sei cilindri da 1,5 litri a V di 80 gradi: i TAG – che superarono i 1050 cavalli nelle ultime evoluzioni – portarono al successo il team McLaren che vinse due Campionati Costruttori nel 1984 e nel 1985, nonché tre Campionati del Mondo Piloti con Niki Lauda (1984) e Alain Prost (1985 e 1986). (qui la sua folle applicazione su 911 TAG Turbo by Lanzante)

Hans Mezger 9

 

NEL CUORE DELLA GT3. Mezger andò in pensione nel 1994, non prima d’aver contribuito all’avventura della Porsche nel Campionato lndyCar e alla realizzazione del V12 aspirato Type 3512 che finì sulla Footwork FA12 del 1991. Il nome di Mezger è altresì legato alla realizzazione del sei cilindri che portò nel 1998 l’ennesima vittoria di Porsche a Le Mans, progetto da cui derivarono le unità a carter secco raffreddate ad acqua di 996 e 997 Turbo, GT2 e GT3.

Nel Febbraio del 2006 viene svelata la prima GT3 sulla base della nuova 911 (serie 997.1). Il sei cilindri, sempre da 3,6 litri, eroga 415 cavalli: permette a questa GT3 di toccare i 311 km/h di velocità massima e di staccare lo 0-100 all'ora in 4"3. Le novità più importanti riguardano però aerodinamica e sospensioni. Per la prima volta la GT3 crea la deportanza giusta per evitare l'alleggerimento dell'anteriore in velocità; le sospensioni a controllo elettronico, poi, consentono di regolare la risposta degli ammortizzatori; così possono diventare rigidi o rigidissimi. Al Nurburgring gira in 7'42".

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