Alfa Giulia GTA: inchino alla meccanica che fu
Il faux Salone di Ginevra 2020, impacciatamente digitale, ci ha portato una buona nuova, la Giulia GTA: saluto al mondo noto, quello che Alfa Romeo come pochi altri marchi ha saputo far brillare, progredire, innovare, piangere e corteggiare. Perché si sa, Alfa Romeo è il più romantico dei marchi automobilistici. Che da oggi si prepara a un cambio di passo, elettrico ed elettrificato. Tornando al ‘saluto’, questo è arrivato con un tributo alla sua storia: una megaGiulia. Omaggio fatto di lettere iconiche, alleggerimenti veri, cavalli forti anche in pista. E di un emotività che solo un team italiano al lavoro su un’Alfa avrebbero saputo caricare a palla.
CARICA? La Giulia GTA lo è, stracarica. Dichiaratamente, sfacciatamente. Si vede. Lo è a quel modo degli abbracci e dello stare insieme nostrani. Gesti che paiono sempre troppo. Ma che più conosci, più capisci di non saperne fare a meno. Per questo l’alettone della GTAm, la variante più selvaggia, è già uno stracult, e una promessa di divertimento ai trackday. Di questo avremo modo di parlare e discutere non appena la potremo toccare. Oggi ne abbiamo parlato con Fabio Migliavacca, head of product marketing Alfa Romeo EMEA: ingegnere dell’auto e di pista, alfista e istruttore di guida; l’uomo che ha tenuto le fila del progetto GTA e GTAm.
Torna GTA, una sigla storica. Come si mettono le mani su un mito?
Lo abbiamo fatto con enorme cautela e attenzione. GTA è una sigla importantissima per la storia Alfa Romeo. E perché un’Alfa Romeo si possa fregiare di questo nome deve essere una vettura di sostanza, un’auto capace per davvero di seguire la filosofia storica della GTA: ovvero gran turismo alleggerita. La nuova Giulia GTA nasce dallo sviluppo di una vettura già ai vertici della categoria, la Giulia Quadrifoglio: siamo quindi intervenuti su tutte quelle componenti che vanno a impattare sul comportamento dinamico dell’auto e sul suo peso con un approccio fuori dagli schemi moderni e del tutto in linea con la tradizione GTA del passato. E della Autodelta.
Come avete gestito i nomi GTA GTAm? Una volta GTA e GT Am erano due cose differenti.
Ci siamo presi una piccola concessione pur rimanendo fedeli alla tradizione perché anche la Giulia GT Am storica era per certi aspetti una derivata della Giulia GTA. Nel caso della moderna GTAm la ‘m’ sta per ‘modificata’ ed è la sorella strettissima della GTA con caratterizzazioni ancora più estreme come il roll bar e i sedili a guscio. Adatte a un utilizzo estremo.
Parliamo di Autodelta. Si tratta un altro pezzo di storia che ritorna su un’Alfa Romeo moderna. Cosa significa oggi Autodelta per Alfa Romeo?
Riportare il logo dell’Autodelta sulla nuova Giulia GTA è un tributo a un grande pezzo di storia dell’Alfa Romeo e serve a trasmettere un legame ideale tra il passato e quest’auto. L’Autodelta a suo tempo fu la soluzione per far continuare a correre le Alfa Romeo dopo la chiusura della divisione corse interna. Un approccio di nicchia e da appassionati che la genesi di questa Giulia GTA ricorda in qualche modo, perché è il frutto del lavoro di un piccolo gruppo di tecnici Alfa Romeo che hanno immaginato una versione ancora più estrema della Giulia nonostante – la GTA – non rientrasse nei piani aziendali. Ecco: la similitudine tra questi ‘gruppi di lavoro indipendenti’ di ieri e di oggi ci ha spinto a riportare il triangolo dell’Autodelta sul parafango.
Chi è questo gruppo di appassionati che ha spinto maggiormente per portare alla luce la nuova Giulia GTA?
Di certo il contributo della costola modenese di FCA è stato molto importante. C’era tanta voglia di dimostrare il potenziale dell’Alfa Romeo. C’è poi Alberto Cavaggioni, un’Alfista e appassionato di auto come non è sempre facile trovare, tra i top manager (capo di Alfa Romeo EMEA, ndr). Ma come dicevo nel momento in cui abbiamo presentato l’auto mostrando la solidità della proposta, tutto il team ha appoggiato il progetto. La Giulia GTA è il frutto di veri ‘malati’ di motori, passatemi il termine, e ogni sua singola componente trasuda questa passione attraverso un’attenzione maniacale al dettaglio. È un vero e proprio lavoro di fino che ha regalato tanto orgoglio a tutti gli uomini e le donne che hanno ci hanno lavorato.
Quali sono le differenze tra la Giulia Quadrifoglio e la Giulia GTA?
La Giulia GTA è l’estremizzazione della Quadrifoglio: è nata per essere sfruttata al massimo, pure nei trackday. Le modifiche più o meno visibili sono molto estese a partire dall’aerodinamica. Oltre al grande alettone, per esempio della Giulia GTAm – sul quale stiamo ancora lavorando per renderlo regolabile e permettere di modificare il carico aerodinamico in base alle proprie preferenze e al tracciato – , per la GTA abbiamo completamente ridisegnato il paraurti anteriore e montato un nuovo splitter attivo più grande per bilanciare il maggiore carico aerodinamico posteriore. Abbiamo inoltre allargato le carreggiate di 50 mm davanti e dietro.
Cosa è cambiato nel reparto sospensioni?
L’allargamento della carreggiata è dovuto ai nuovi cerchi in lega e nuove boccole specifiche. Modifiche che hanno poi portato a un set up dedicato di ammortizzatori e molle. A livello di geometria delle sospensioni sono cambiati solo angoli caratteristici, mentre le varie componenti come i triangoli sono le stesse della Quadrifoglio.
Cosa è cambiato invece sotto al cofano?
Le principali modifiche del V6 a benzina riguardano l’ottimizzazione del turbo, che consente la gestione di pressioni maggiori, e il sistema di scarico in titanio Akrapovič. La maggiore potenza (540 cavalli contro i 510 della Giulia Quadrifoglio) non è però solo il frutto di una nuova centralina: per garantire potenza costante e affidabilità anche dopo lunghe sessioni in pista abbiamo ridisegnato i pistoni: il loro raffreddamento adesso è a quattro getti di olio invece che due come avviene sulla Quadrifoglio.
Quali altri interventi sono stati fatti per sostenere l’utilizzo in pista?
Per gestire la maggiore potenza del motore abbiamo implementato nuove calibrazioni del cambio e del differenziale. Per quanto riguarda i freni la Giulia GTA utilizza lo stesso impianto carboceramico della Quadrifoglio, risultato più che adeguato anche in pista.
Oltre alla differenze tecniche qual è l’elemento che caratterizza maggiormente le nuova Giulia GTA?
La differenza più grande tra la Giulia Quadrifoglio e la GTA è sicuramente l’esclusività. Chi comprerà una GTA si porterà a casa un pezzo di storia Alfa Romeo. Non comprano semplicemente un badge ma uno sviluppo dedicato e forse, lo dico con un po’ di romanticismo, una delle ultime espressioni completamente meccaniche del Biscione. Entriamo in una nuova era, quella dell’elettrificazione, dove anche se continueremo a cercare la performance e la dinamicità tipica delle Alfa Romeo sarà tutto molto diverso.
GTA tornerà ad essere presenza fissa nella gamma Alfa Romeo?
No, GTA non può essere soltanto un allestimento della gamma perché per essere fedeli al concetto originale di gran turismo alleggerita bisogna applicarlo solo alle auto con prestazioni e doti dinamiche che si possano meritare questa sigla. Ad esempio un’auto come la prossima suv Tonale non sarà declinata in variante GTA.
Ci sarà un ritorno nel motorsport per Alfa Romeo oltre alla Formula 1?
Al momento no. Pensando alla Giulia GTA mi vengono in mente i tempi del campionato super turismo ma ora tutto è molto diverso. In questo momento stanno avendo un buon successo i campionati TCR e GT4, ma purtroppo non garantiscono i ritorni necessari a giustificare i forti investimenti richiesti. Ovviamente guardiamo con grandissimo interesse e se possibile diamo supporto ai privati come Romeo Ferraris impegnato con la Giulietta nel TCR, ma si tratta di un solo supporto esterno per il quale ad esempio gli forniamo dei dati se ce lo richiedono.
RINGRAZIAMENTI
Fabio Ferrante ha firmato per noi i bozzetti che aprono questo servizio. Designer in attività dal 2003 è a Torino che ha cominciato a lavorare come industrial & product designer. Dal 2005 lavora per l’automotive: all’FCA Design Research center, sotto l’egida di Pietro Camardella. Ha lavorato per FCA Group, Alfa Romeo e Volkswagen Group in Europa e Asia. Dal 2010 è il riferimento per il disegn di Puritalia (ricordate la 427 Roadster?) mentre allaccia numerose collaborazioni internazionali; col suo team di lavoro, di cui è responsabile per ProtocoINY, vince cinque International Design Awards. La ragione per cui certamente lo conoscerete è il successo della Puritalia Berlinetta. Da poco anche elettrica.
Il confronto è uno solo: l’Inferno Verde.
Battere al Nurburgring il tempo di 7:32 della Quadrifoglio a parità di gomme, naturalmente.
Stabilire il nuovo record berline per proporsi come alternativa a Jaguar XE SV Project 8.
Girare sotto i 7 minuti e 18,361 secondi.
Non datelo per scontato.