Alfa Romeo Milano: un nome che non si discute

Alfa Romeo Milano: un nome che non si discute

Ripensare alle Alfa Romeo post-aquisizione Fiat mette un po’ di tenerezza, soprattutto ricordando le critiche avanzate dai clienti più “totalitari” rispetto ai modelli della nuova gestione: la 164 a trazione anteriore, l’Alfa 90, evoluzione forse malriuscita dell’Alfetta, e la 75, l’erede della Giulietta. Eppure allora nessuno si sentiva legittimato a mettere in discussione nomi, numeri e sigle, con la 75 che, varcato l’Atlantico, venne a chiamarsi Milano in onore della città natale dell’Alfa Romeo.

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PER GLI USA SOLO A 6 CILINDRI. Nel 1986 l’Alfa Romeo decise di allargare la gamma dei modelli esportati in Nordamerica, in quel momento limitata alla Spider, realizzando una versione specifica della berlina a 3 volumi e 4 porte siglata 75 che aveva debuttato poco più di un anno prima sul mercato europeo e appositamente riprogettata in base alle necessità e al gusto della clientela yankee. Una gamma di modelli basata sulla motorizzazione V6 “Busso” di 2492 cc e declinata in tre allestimenti: Quadrifoglio Argento, Quadrifoglio Oro e Quadrifoglio Platino. Le tre Alfa Romeo Milano erano caratterizzate da livelli di equipaggiamento crescenti, ben superiori a quelli previsti sulle 75 per il mercato europeo; la Quadrifoglio Argento, tuttavia, disponeva di ruote in acciaio da 14 pollici, non così attraenti. Il badge di identificazione Milano figurava sul lato destro del cofano posteriore (a sinistra campeggiava la scritta V6), affiancata dal simbolo del quadrifoglio nel colore corrispondente delle tre versioni (Argento, Oro, Platino), e sulla consolle centrale.

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QUALI DIFFERENZE? Molte le caratteristiche distintive delle Milano rispetto alle 75 “europee”: al di là delle già citate scritte di identificazione dentro e fuori, il modello americano sfoggiava i vistosi paraurti con soffietti ad assorbimento d’urto (in grado di assorbire senza danni urti fino a 8 km/h), uno specifico serbatoio della benzina da 75 litri (contro i 49 litri della 75) in grado di compensare la minor capillarità nella presenza di stazioni di servizio negli USA, specialmente nelle poco abitate zone rurali, un impianto elettrico dedicato, con alternatore da 70 Ampére (anziché 65) e batteria da 70 Ah (contro 66 Ah), e tutta una serie di modifiche che portarono il peso in ordine di marcia a 1320 kg, contro i 1160 kg delle 75 V6 2.5 europee. Un aggravio dovuto anche alla presenza di serie di equipaggiamenti che le versioni nostrane proponevano come optional: per esempio, mentre sulla 75 V6 2.5 per l’Europa il servosterzo era optional, sulle Milano era sempre di serie, lo stesso valeva per il climatizzatore, irrinunciabile per il mercato nordamericano. Anche il catalizzatore a tre vie era di serie sulla Milano, mentre la 75 di pari cilindrata ne era sprovvista. Curiosamente le Alfa Romeo Milano da 2,5 litri di cilindrata furono proposte solo con il cambio manuale a 5 marce, mentre dal 1988 in Europa la 75 poteva essere ordinata anche con una trasmissione automatica ZF a 3 sole marce, parecchio penalizzante in termini di efficienza e performance, con la velocità massima ridotta da 205 a 200 km/h e il consumo più elevato (12,3 litri/100 km in media).

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ARRIVA LA QUADRIFOGLIO VERDE. La Milano Quadrifoglio Platino era la più accessoriata, con ruote da 15” con pneumatici ribassati 195/55 e ABS di serie, almeno fino all’arrivo della Quadrifoglio Verde 3.0i, la versione più potente, dotata del 3 litri V6 “Busso” da 183 CV a 5800 giri, con 245 Nm di coppia massima a 3000 giri, ovvero ben 29 CV in più rispetto alle varianti 2.5 V6. Curiosamente la 75 3.0i V6 “europea” (34.035.000 lire al debutto) adottava un livello di finitura e dotazioni da top di gamma, ma senza essere identificata con le denominazioni Quadrifoglio Oro o Quadrifoglio Verde. Entrambe condividevano alcune migliorie all’assetto, con ammortizzatori più rigidi nella taratura e barre stabilizzatrici maggiorate.

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LE 75 AMERICA. E così, mentre la 75 andava negli USA diventando “Milano”, le versioni ispirate nell’estetica alla Milano delle 75 europee venivano ribattezzate “America”. Nella gamma 75 sarebbero state le motorizzazioni 1.8i Turbo (da 155 CV) e 3.0i V6 (da 185 CV) a guadagnare l’allestimento America, con paraurti dotati di respingenti e spoiler posteriore, quest’ultimo capace di migliorare l’efficienza aerodinamica del 4,5%. In totale l’Alfa Romeo Milano Quadrifoglio Verde e la 75 3.0i V6 America vennero prodotte in 6527 esemplari. 

Foto: Centro Documentazione Museo Alfa Romeo

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