Alfa Romeo sportive anni ’90: la 145 QV e la 146 TI

Alfa Romeo sportive anni ’90: la 145 QV e la 146 TI

Se avete in mente la guida brillante dell’Alfa 33 e la spinta generosa dei suoi motori boxer, contornata da un sound che per gli intenditori è gioia pura, prendete un bel respiro prima di andare avanti con la lettura di questo articolo. Ma al di là di come la pensiate, il consiglio è di non fermarsi né al titolo né alla prima riga, perché i modelli che nel 1994 hanno mandato in pensione l’erede dell’Alfasud, in fondo in fondo, un posticino tra i nomi delle Alfa che vanno ricordate lo meritano anche loro. Cosa tanto più vera per le loro versioni più sportive perché, a cercare bene, tra i filamenti del Dna delle Alfa Romeo 145 QV e 146 TI un pizzico di “spirito” alfista c’è.

Alfa Romeo 145 QV

Alfa Romeo 145 QV

DUE SIGLE, UN MITO. Parlando di Alfa Romeo 145 QV e 146 TI, non si può non partire dal significato di quelle sigle. Per il pubblico alfista più maturo sono acronimi che non hanno bisogno di spiegazioni, ma per tutti gli altri scriverli per esteso non guasta di certo: Quadrifoglio Verde e Turismo Internazionale. Ossia, nell’ordine, il simbolo per eccellenza delle Alfa sportive e da corsa sin dal 1923 e le lettere con cui, per prima, nel 1952 la casa milanese battezzò la 1900, prima “berlina da famiglia che vince le corse” di una lunga stirpe proseguita da modelli che hanno fatto la storia della casa del Biscione come la Giulietta, la Giulia, l’Alfetta e l’Alfa 75

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SI CAMBIA MUSICA. Belle parole e storie affascinanti, ma a conti fatti cosa c’è, nelle Alfa Romeo 145 QV e 146 TI, di sufficientemente sportivo da assegnargli un posto nella nostra rassegna sulle Alfa Romeo sportive degli anni ’90? Osservandole ai raggi X, appare chiaro come le doti di guida non facciano gridare al miracolo. La base meccanica, d’altronde, è quella, di grande serie, su cui già poggia la “sorella” maggiore Alfa Romeo 155. La stessa, in pratica, di diversi modelli Fiat e Lancia basati sul pianale Tipo 2 a trazione anteriore. In poche parole, le sensazioni “da go-kart” dell’Alfasud sono un ricordo piuttosto vago. Ma sotto il cofano la musica è diversa. Ed è un bel sentire.

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STESSI CILINDRI, NUOVO MOTORE. Prima del lancio delle QV e TI, le versioni più potenti e veloci delle 145 e 146 erano state le 1.7 a 16 valvole, mosse dall’ultima evoluzione del leggendario boxer che aveva debuttato sull’Alfasud all’inizio degli anni ’70. Di quel quattro cilindri, forte di 129 CV, in realtà esisteva un progetto per raggiungere i due litri di cilindrata e potenze ancora maggiori. Ma la Fiat aveva altri piani e, in casa, un altro 2.0 con lo stesso numero di pistoni: il Twin Spark con basamento in ghisa e testata a quattro valvole per cilindro della famiglia “Pratola Serra”.

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Alfa Romeo 146 TI

Alfa Romeo 146 TI

SANGUE CALDO. Montato traversalmente sotto il cofano dell’Alfa Romeo 145, con 150 CV la trasformava in quella che, oggi, potremmo tranquillamente definire una “hot hatch”: oltre 210 km/h di velocità massima e 8,4 secondi per “bruciare” lo “0-100”. Il tutto condito da una taratura delle sospensioni più sportiva, freni più potenti e un look più grintoso rispetto a quello dei modelli “base”, con generose minigonne in tinta con la carrozzeria e accattivanti cerchi in lega a sei fori dal disegno inedito. Più sobria, ma altrettanto veloce e, quel che più conta, con una spinta generosa a partire dai 2500 giri, era la “sorella” a cinque porte 146 TI: a distinguerla dalle versioni standard erano la sigla, uno spoiler sul portellone e poco altro. Perché l’occhio vuole la sua parte, ma un’Alfa Romeo si guarda (e si guida) prima con il cuore.

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Un commento su “Alfa Romeo sportive anni ’90: la 145 QV e la 146 TI”
  • t5457925 ha scritto:

    belle auto anche se con la 147 come linea non ce paragone ,anche su questa i motori più piccoli non sfigurava con 1.4 ts e 1.6 ts ( da passeggiero ho provato il brivido del 1.4 che pareva un motore più grande e grintoso rispetto a quello che era ),ma cè era un 1.8 ts tra equilibrio e bilanciamento. Per la 146 che molto più spaziosa anche qui se non si voleva puntare era diponibile gli stessi 1.8 e .2 0 di potenza media 140 144 poteva bastare ,il jtd era un equilibrio tra consumi bassi e potenza buona per l epoca rispetto al td a precamera a iniezione indiretta rumoroso ,il boxer aveva il suo perchè con quel timbro rauco e grintoso con i suoi difetti ereditati dall alfasud e 33 e sprint

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