Barchetta, l’essenza dell’auto? De Tomaso Guarà

Barchetta, l’essenza dell’auto? De Tomaso Guarà

La barchetta è l’auto studiata per chi non ha paura di niente e la guida sotto ogni condizione atmosferica. È l’auto da pazzi, è l’auto d’elezione di chi è disposto ad assaporare il profumo del vento, la puzza del Diesel Euro 0 che gli sta davanti o (nel caso di modelli particolarmente esotici) il canto del motore che dà benzina alle sue emozioni. Mancano capote o hardtop così il cielo caldo o piovoso (finanche nevoso) entrano hanche sotto il sedile. Eppure tutto ciò è trascurabile. L’importante di una barchetta è guidarla, viverla, assaporarla. Ne abbiamo selezionate sei che ci entusiasmano. Se sono auto marcianti va benissimo, se sono concept immobili non è importante: la guardiamo e sogniamo mentre siamo al volante lungo il percorso che scatena di più la nostra fantasia. Perché non c’è una Ferrari? Vivaddio, perché è troppo semplice! Protagonista di oggi, l’ultima creazione firmata da Alejandro De Tomaso, la Guarà!

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NACQUE COSÌ. Alejandro De Tomaso assume il controllo della Maserati nel ’76 e volendo lanciare sul mercato un modello di più larga diffusione, crea la “piccola” Biturbo con motore due litri e doppia sovralimentazione. Il “minuto” Tridente assemblato a Milano dall’Innocenti rimane in listino fino al ’92, anno di nascita della Ghibli, ma dodici mesi dopo il marchio viene ceduto alla Fiat. De Tomaso concentra le energie sul suo brand esclusivo, sulla Pantera e su un nuovo modello a motore centrale. L’estroso (e scontroso) imprenditore argentino riprende i dettami del progetto “Maserati Barchetta” e dà forma alla Guarà, una compatta due posti di tradizione italiana che possa recitare un ruolo di leader tra le Gran Turismo del periodo.

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CUORE AMERICANO. Questa è sviluppata sul telaio a traliccio della roadster del Tridente. L’architettura delle sospensioni è progettata ex-novo da Enrique Scalabroni, il tecnico già responsabile della Ferrari 641 da corsa. Grazie a un leggero allungamento, l’infrastruttura il traliccio è configurata per accogliere un corposo otto cilindri di derivazione BMW (il V8 M60 della 840 Ci), poi sostituito dal V8 4.6 della Ford Mustang. La potenza di circa 300 cavalli viene trasmessa alle sole ruote posteriori attraverso una trasmissione a sei rapporti. Il design della Guarà è tracciato da Carlo Gaino, lo stesso autore della barchetta per Maserati, della quale effettivamente riprende molti tratti.

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NON SOLO BARCHETTA. Lo stilista è incaricato di creare un vero catalogo capace di offrire al cliente una gamma con spirito progressivamente più estremo. Così è disponibile in forma coupé, nella più femminea Spider o nell’essenziale Barchetta. È, quest’ultima, decisamente assimilabile a una vera e propria vasca da bagno con le ruote, priva di qualsiasi protezione ed esposta a vento e intolleranze del clima. Il peso oscilla tra i 1200 kg della versione chiusa ai 1050 dell’emozionante configurazione “nuda”. Quest’ultima è certamente la più estrema nondimeno tutto il “pacchetto” della Guarà offre emozioni senza compromessi: non ci sono ABS e servosterzo, lo scatto da 0 a 100 km/h avviene in “circa” 5 secondi (per eccesso) e la velocità massima è di gustosi 250 km/h. Presentata al Salone di Ginevra del ’93, rimane in listino fino al 2004 ed è l’ultimo modello prodotto dalla De Tomaso. Complessivamente sono stati costruiti poco più di 5o esemplari, di cui solo dieci Barchetta. (Foto: Bonhams)

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