Bugatti EB112: una delle tre sorelle si è accasata

Bugatti EB112: una delle tre sorelle si è accasata

Per gli specialisti di Schaltkulisse, in Germania, vendere supercar di seconda mano è un gioco da ragazzi. Più sono rare e ricercate, meglio è. Ferrari F40, F50 ed Enzo, Porsche 959, Bugatti Chiron e Chiron Sport, sono all’ordine del giorno. Settimana scorsa, però, per qualche giorno è passata in salone una delle tre Bugatti EB112 mai costruite. Lei è una regina senza trono: una di quelle auto che non ce l’hanno fatta, ma che vorremmo tanto provare almeno una volta nella vita.

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IN UN MOMENTO NO. La EB 112 viene presentata al Salone di Ginevra del 1993, dove suscita parecchio scalpore. La produzione sarebbe dovuta iniziare nei primi mesi del 1995, ad un ritmo di circa 300 esemplari l’anno. Purtroppo, però, questa finestra temporale coincide con la bancarotta di Bugatti Spa e con la fine del sogno di Romano Artioli, artefice di quella  famosa rinascita che, seppur effimera, ha lasciato alla storia dell’automobile un capolavoro apprezzato come la EB110. La produzione di pre-serie delle EB112 era appena iniziata, c’erano quattro esemplari in rampa di lancio quando a Campogalliano si chiusero baracche  e burattini. Gildo Pallanca Pastor, proprietario del brand transalpino Venturi, acquistò questi esemplari per farne due completi. Le vetture sui telai #39002 e #39003, ultimate nel 2001, s’aggiungono quindi al prototipo ginevrino con telaio #39001. Quest’ultimo è di proprietà di Italdesign, il terzo resta nel garage di Pallanca Pastor — ogni tanto spunta in giro per il Principato — e il secondo è quello che ha appena raggiunto il garage di un fortunato collezionista. La cifra è segreta, forse non è stato un vero affare, ma la macchina ha solo 4000 chilometri alle sue spalle.

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FASCINO RETRÓ AD ALTE PRESTAZIONI. Le linee della EB112 sono il frutto della matita di Giorgetto Giugiaro, L’idea alla base era quella di proporre un’ammiraglia che riportasse in auge gli antichi stilemi firmati da Jean Bugatti, figlio del fondatore Ettore. Nasce una  splendida carrozzeria a due volumi, assolutamente inusuale se paragonata a qualsiasi berlina di lusso del tempo. Alcuni tratti richiamano la Type 57 Atlantic, con padiglione arrotondato e perfettamente raccordato con la coda, mentre i cerchi da 17” simulano il disegno di quelli che caratterizzavano la mitica Royale. Non mancano elementi come il lunotto sdoppiato e la nervatura longitudinale che solca tetto e posteriore a rendere questa comoda berlina ad alte prestazioni una vera Bugatti. Anni dopo, Porsche s’ispirerà a questo concept per la sua Panamera. La EB112 vanta una carrozzeria in alluminio, mentre il telaio è in fibra di carbonio. L’abitacolo è estremamente lussuoso, come si conviene ad una vettura del genere. Sotto al cofano un V12 aspirato a cinque valvole per cilindro da 6 litri, in grado di sviluppare 455 cavalli e 590 Nm di coppia massima già a 3000 giri. Il blocco motore è accoppiato alla trazione integrale permanente e al cambio manuale a 6 rapporti. Nonostante i 18 quintali — circa — di peso, l’ammiraglia supersportiva della Fabbrica Blu raggiunge i 300 km/h e accelera da 0 a 100 km/h in 4″4.

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