Che auto (pazzesca) è la Toyota FT-Se?
L’automobile, per Hideaki Iida, è un’inseparabile compagna di vita sin da quando era un bambino. Da piccolo le sue macchinine preferite erano i modellini in legno che gli costruiva il papà, e il sogno di diventare un car designer l’ha coltivato seguendo con passione le orme di Ken Okuyama: “Naturalmente apprezzo moltissimo lo stile italiano e ammiro Giugiaro e Gandini – chiarisce -, ma il mio idolo è lui. È giapponese come me e ha disegnato la Ferrari Enzo. Se oggi faccio questo mestiere, in qualche modo lo devo anche a lui, al suo esempio”.
SEMBRA UNA SUPERCAR A BENZINA. E INVECE… Oggi Hideaki ha 41 anni e lavora al centro stile della Toyota, dove gestisce i progetti della divisione sportiva Gazoo Racing, che quest’anno ha vinto i Mondiali rally, rally-raid ed endurance. Lo incontriamo a margine del Kenshiki Forum 2023, nella Skyhall dell’aeroporto di Bruxelles, che per un giorno si è trasformata in una specie di salone del futuro in cui la casa giapponese e il suo marchio di lusso Lexus hanno svelato alcune delle tecnologie e dei modelli che diventeranno realtà di qui ai prossimi anni. Con uno sguardo tra il tenero e l’orgoglioso, Hideaki guarda la sua ultima creazione. Si chiama Toyota FT-Se ed è una di quelle auto che chiunque scambierebbe per una Ferrari o una McLaren arrivate dal futuro. “Il suo nome è una sigla e significa Future Toyota Sport EV, perché questa macchina è elettrica”, ci spiega il designer giapponese.
Le proporzioni, però, sono quelle classiche di una berlinetta a motore centrale…
“Me lo dicono tutti (ride, ndr), ma ovviamente non è così. La meccanica di quest’auto è ancora da definire, ma da subito l’ho immaginata con due motori, uno anteriore e uno posteriore, per avere la trazione su tutte le ruote. La priorità era ottenere un bilanciamento dei pesi perfetto, quindi è stato naturale collocare l’abitacolo esattamente tra i due assali. A quel punto, la forma della carrozzeria è venuta fuori praticamente da sé”.
Nella parte finale del tetto della Toyota FT-Se c’è un po’ di Alfa Romeo 4C, o è solo una sensazione?
“Guardando bene, in effetti, potrebbe anche essere. Non me ne ero accorto, francamente, ma adoro le Alfa Romeo del passato e la 4C, tra quelle moderne, è sicuramente la mia preferita. Probabilmente quella linea spiovente è frutto di un processo inconscio che ha a che fare con la mia formazione. In generale, ammiro le sportive italiane, soprattutto le Ferrari e le Lamborghini, anche se la mia macchina sportiva preferita è la Porsche 911 e ho una specie di venerazione per le muscle car americane. Ma solo fino agli anni ’60. Infatti ho una Ford Mustang del ’65 e me la tengo stretta”.
Torniamo alla FT-Se: è un esercizio di stile, o in un futuro non troppo lontano la Toyota potrebbe davvero stupire tutti con un’auto del genere?
“Esercizio di stile? No, no, questa macchina è stata pensata per sfrecciare sull’asfalto e regalare emozioni, non per rimanere sul palco di un salone”.
In effetti sembra correre anche da ferma. E ci sono tanti spunti originali, come quel pannello mobile tra la porta e la ruota posteriore. A cosa serve?
“È una presa d’aria dinamica. È una cosa sulla quale ragionavo da tempo e ho sempre sognato di poterla realizzare su un’automobile. Di base, il pannello resta chiuso, a filo con la carrozzeria, ma quando il pilota frena o la batteria e il motore si surriscaldano e necessitano di essere raffreddati, si apre facendo passare l’aria”.
A proposito di motori, si sa qualcosa sulla potenza?
“Io sono un designer e mi occupo di stile, ma i nostri ingegneri sono al lavoro su tutto quello che c’è sotto la ‘pelle’ della TS-Se”. Hideaki accenna a un sorriso, mentre i suoi occhi guardano lontano. Già se la immagina, la “sua” Toyota FT-Se, sfrecciare in pista, manifesto di un futuro che fino a qualche anno fa sembrava fantascienza.