
Corvette XP-64: la più rara e sconosciuta
Le Corvette sono sempre state sportive costose: sia che si parli di una bellissima C2 Stingray, di una raffinata C1 o di una C6 ZR1, non potete certo aspettarvi che ve ne regalino una con i bollini della spesa. Tuttavia questa ‘Vette alza l’asticella di qualche migliaio di metri rispetto al livello del mare, perché non è cara, è dannatamente cara, più costosa di una Miura e di una F40. Messe insieme. Il motivo lo si può vagamente intuire dalle foto: questa Corvette non è certo ordinaria, è la prima ‘Vette mai costruita da GM appositamente per le competizioni, frutto degli sforzi congiunti del designer Harley Earl e dell’ingegnere Zachary ‘Zora’ Arkus Duntov.

La Chevrolet Corvette SS alle 12 Ore di Sebring del 1957.
UN PROGETTO MAI VISTO IN AMERICA. I primi esemplari della Corvette C1 stradale, risalenti al 1953, erano mossi da un sei cilindri in linea ‘Blue Flame’ abbinati ad un cambio automatico e ad un peso di circa 13 quintali, combinazione discreta seppur non eccezionale e con due cilindri in meno per qualsiasi americano che si rispetti. Zora ottenne ottimi risultati partendo dalle C1 standard, ma per voler davvero impensierire gli europei serviva partire da un foglio bianco, cosa che gli fu concessa. Telaio tubolare in acciaio dal peso di 90 chili, carrozzeria sorprendentemente aerodinamica e realizzata in magnesio, motore V8 4.6 litri da 300 cavalli, cambio manuale a quattro marce e un ridicolo peso di 840 chili: nasceva la Corvette Super Sport Project XP-64 del 1957.
LA PUNTA DELL’ICEBERG. La XP-64 per vicissitudini sfortunate e mancanza di fondi non ebbe un seguito, e nemmeno risultati significativi in gara, eppure – se le cose fossero andate diversamente – la Super Sport avrebbe fatto sudare freddo Ferrari, Jaguar e Porsche. Alla 12 Ore di Sebring del 1957 la SS (costruita da zero in cinque mesi) dovette ritirarsi dopo 23 giri, ma è ciò che successe prima della gara a far capire le estreme potenzialità di questa vettura. Incuriositi dall’estetica dell’auto Fangio e Moss (due pilotini a caso…) si avvicinarono a Zora, che gli offrì il muletto della Corvette XP-64: il primo stampò un giro di 3’27’’, il secondo di 3’28’’, entrambi tempi inferiori al record dell’anno precedente stabilito da una Jaguar D-Type.
UNA ‘VETTE DA MILIONI. Ci sono tanti se e tanti ma, dalle condizioni di gara all’affidabilità, allo sviluppo e alla costanza, eppure la SS dimostrò delle capacità incredibili, come se un ragazzetto che ha cominciato l’anno scorso arrampicata se ne andasse serenamente in cima al K2. Ecco spiegato il valore stimato della Corvette Project XP-64 (oltre alla sua rarità, due esemplari incluso il muletto), una vendita che promette cifre tra i 5 e i 7 milioni di dollari. Il venditore è nientemeno che l’Indianapolis Motor Speedway Museum, la casa d’asta è l’espertissima RM Sotheby’s e le condizioni della Corvette più rara e intrigante al mondo sono impressionanti. A fine Febbraio scopriremo a quanto sarà venduta la Super Sport… e chissà che qualcuno le rifaccia assaggiare i cordoli a qualche rievocazione, magari a Goodwood o Laguna Seca.
- Leggi anche: Chevrolet Corvette, breve storia di un mito eterno
Corvette Stingray (1958) queste di veloce la avete dimenticata su base c1 e prologo della c2 sua linea
La Corvette XP-87 Stingray era una concept car realizzata con fondi privati che formò la base di partenza per la seconda generazione (C2) della Corvette. La Stingray era una vettura da competizione progettata nel 1959 da Pete Block, che allora era il più giovane progettista della GM, Bill Mitchell, vicepresidente e capo dell’ufficio stile della società, e da Larry Shinoda. Come base di partenza venne utilizzata la Corvette SS del 1957, un progetto che non venne sviluppato.
Nel 1957 la Corvette SS era un progetto per realizzare una vettura da competizione realizzato da un team di ingegneri che aveva a capo Zora Arkus-Dunton quale parte di un programma volto alla creazione di un reparto corse della Chevrolet che doveva portare alla partecipazione alla 24 Ore di Le Mans. Subito dopo il debutto alla 12 Ore di Sebring, dove la vettura si ritirò dopo aver percorso 23 giri, l’Automobile Manufactures Association (AMA) vietò l’utilizzo di vetture gestite da case costruttrici e quindi la SS venne utilizzata solo per delle prove private su pista e quale banco di prova.
La vettura era sia leggera, con un peso di 839 kg (1850 libbre), che veloce grazie ai 375 hp (280 kW) di potenza garantiti dal suo motore che le permise di raggiungere i 295 km/h (185 miglia orarie) a Sebring. La Stingray usò dei componenti del progetto ormai accantonato della Q-Corvette così come le parti fondamentali della Corvette SS. Il suo interasse era di 2.337 m (92 pollici) e la nuova vettura era eccezionalmente leggera con un peso di 997 kg (2.200 libbre), quasi 450 kg (1.000 libbre) meno della vettura di serie in produzione nel 1960. Il suo motore era uno small-block da 4.7 l (283 pollici cubici) che garantiva 315 hp (235 kW) a 6.200 giri al minuti. Il progetto della carrozzeria della Stingray era fortemente influenzato dallo stile della Corvette di nuova generazione che entrò in produzione nel 1963. Questo modello venne anche utilizzato quale banco di prova di numerosi sviluppi tecnici quali il cambio manuale a quattro marce, l’uso estensivo dell’alluminio e l’installazione del ponte De Dion per le sospensioni posteriori. La vettura venne presentata come modello costruito per provare la facilità di guida e le prestazioni anche se Bill Mitchell fece in modo che fosse ampiamente utilizzata nelle competizioni. Nelle mani di Dick Thompson fece il suo debutto il 18 aprile 1959 al Maryland’s Marlboro Raceway concludendo la gara al quarto posto. Nel 1960 vinse il campionato Sports Car Club of America (SCCA) del 1960. La Stingray venne quindi ritirata dalle corse e modificata da Mitchell e tra le modifiche introdotte vi era anche l’aggiunta del posto per il passeggero. Dopo le modifiche il veicolo venne utilizzato come veicolo sperimentale e, durante i fine settimana, veniva usata e guidata regolarmente da Bill Mitchell. La vettura venne anche utilizzata nel film del 1967 Miliardario… ma bagnino con Elvis Presley. Attualmente la vettura è conservata quale veicolo di interesse storico dal GM Design Studio.
che infatti come barchetta sono uguali