Da corsa ma con targa: le Porsche 962 stradali

Da corsa ma con targa: le Porsche 962 stradali

Le auto da corsa descrivono una ben precisa visione del creato: ‘assolo di meccanica’, ricerca tecnologica, visione del (miglior) tempo, obbiettivo vittoria. Le Gruppo C furono introdotte nel 1982 per cercare di arginare il dominio Porsche (che con 936 e 935 isolava lo scenario) nell’Empireo delle corse a ruote coperte. 956, prima, e 962, dopo, continuarono a consentire a Stoccarda di fare terra bruciata tutt’intorno: la 956 vinse la 24 Ore di Le Mans dall’82 all’85 compresi. Nell’86 e ’87 vinse la 962, bestia che non faceva altro se non alzare l’asticella posta dalla sua progenitrice. Nonostante, poi, orfani del Gruppo B, la boria Porsche sia stata sgonfiata da Jaguar e Mercedes, la 962 ha continuato a esercitare quel ruolo di icona che il progresso ha spostato altrove, verso nuovi parametri. E così, mentre nascevano EB 110, XJ220 e McLaren F1, la nicchia delle hypercar raggiungeva uno dei suoi picchi più straordinari. Una Porsche 962 stradale è un’epitome: prestazioni, forza, ‘violenza meccanica’. È Un mostro sostanzialmente inguidabile in condizioni di traffico normale, un giocattolo pericoloso, un’idea ridicola. F40 e 959 sono quasi ‘nullità’, ‘biciclette’, ‘tricicli’. Ma, paradossalmente, ne sono state costruite ‘parecchie’. Ecco una guida ragionata.

DP-62 1991. Secondo le cronache Ekkehard Zimmermann è stato il primo a compiere un’operazione di ‘riduzione’ di questo genere: da una Porsche 962 standard a ‘qualcosa’ di stradale. Il fondatore di DP-Motorsport ha lavorato sulla 962 n.126, a sua volta un aggiornamento della 956 n.101 arrivata terza assoluta alla 24 Ore di Le Mans di quell’anno. Acquistata, dopo una serie di passaggi di proprietà, da due collezionisti tedeschi è stata trasformata in stradale: motore portato da 2.9 a 3.3 litri (mantiene il layout biturbo), sospensioni ri-tarate per l’uso stradale, fari ri-posizionati e scarico modificato per rispettare l’omologazione. L’abitacolo è stato reso leggermente più civile. La DP-62 dichiara 600 cv e 650 Nm. Secondo il costruttore lo scatto da 0 a 100 avviene in meno di 3″ e la punta massima è di oltre 340 km/h. Forse ne esistono tre.

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KÖENIG-SPECIALS C-62 1991. Fine anni ’80, il cambio dei regolamenti del Gruppo C e dell’IMSA-GTP americano (e il nuovo obbligo di motori di derivazione F1) crea scompiglio nella serie poiché costringe a ripensare la macchina. Ciò crea a sua volta uno stock di auto non più utilizzabili. E tra loro le numerose Porsche 962. Willy Köenig di Monaco di Baviera è un’autorità: i suoi tuning hanno elettrizzato tutta la decade e creato un vasto seguito di clienti e ammiratori. Köenig-Specials interviene su tutto senza problemi, dal motore, al telaio, all’estetica senza timidezze su marchio o modello; oggi sarebbe una bestemmia visto che si tratta di preziose auto storiche ma all’epoca si parlava di vetture nuove o usate (Ferrari BB, F40 e F50, Countach, Mercedes 500 SL…). L’estro di Willy Köenig si posa con mano amorevole anche sulla 962. Il telaio resta quello di base (struttura a traliccio tubolare in acciaio) con sospensioni da corsa seppure adattate. Per il motore non ci sono dati ufficiali: si parte dal presupposto che l’unità originale sia un boxer 6 cilindri di 2.650 cc biturbo. Le C-62 allestite hanno vari layout (l’esemplare di cui molta stampa racconta a fine anni ’80 è un 3,4 litri biturbo) e livelli di potenza (anche 8-900 cv). La trasmissione rimane quella di serie mentre la forma delle ali e la posizione delle luci vengono modificate per ottenere l’omologazione. L’allestimento interno, al netto dei limiti strutturali, prevede sedili in pelle e aria condizionata. Con una pressione di sovralimentazione di 1,2-14 bar la velocità massima è di oltre 330 km/h e lo 0-100 coperto in circa 3″5. La produzione, secondo alcune fonti è stata anche in questo caso di tre unità; oltre al prototipo verniciato in giallo anche una seconda C62 rossa e una terza nera.

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SCHUPPAN-CR62 1991. Vern Schuppan, componente del trio che vince la 24 Ore di Le Mans ’83 con una 956, smette la carriera di pilota alla fine degli Anni ’80. Ma nei primi Anni ’90 torna sulla scena con il progetto di un 962 stradale. Coinvolge alcuni investitori giapponesi e mette a punto la produzione di qualche decina di unità (si dice una cinquantina). La 962 di Schuppan (‘C’ + ‘Road’ + 62) è differente innanzitutto nel design, certamente estremo ma senza dubbio riconosci in lui i connotati Porsche. Sembra una 959 all’ennesima potenza. Il telaio tubolare è stato rivisto in Inghilterra da un’azienda specializzata, la Modena Wycombe. Il motore è una versione aggiornata di quello di serie, portato a 3,3 litri e con due turbo. La potenza finale supera 600 cavalli. Vern Schuppan riesce a produrre cinque o sei esemplari del suo gioiello all’incredibile prezzo (quasi venticinque anni fa) di oltre 2,5 milioni di dollari. Poi, però, gli investitori lasciano il progetto e l’ambizioso sogno di produrre una mini serie di 962 stradali fallisce.

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SWITEC 962C 2005. Tra il 2001 e il 2005 Ernest Schlaepfer, ex ingegnere capo della Sauber, lavora alla costruzione di una Porsche 962 stradale con un investimento complessivo di due milioni di dollari. Il punto di partenza è un telaio in alluminio costruito ex-novo da Fabcar Engineering, azienda partner di Porsche Ag sullo scenario sportivo americano. All’interno è alloggiato un boxer sei cilindri ex-Porsche con turbo Garrett per quasi 600 cavalli e circa 750 Nm. Al motore è si accompagna un catalizzatore per la piena omologazione su strada in Gran Bretagna. A questo è abbinato un cambio manuale Porsche con cinque marce e scatola in magnesio. La Switec 962 C è vestita con una carrozzeria in fibra di carbonio con configurazione ‘coda lunga’. L’abitacolo è equipaggiato con sedili a guscio rivestiti in pelle e aria condizionata. La macchina viene ‘approvata’ dallo stesso Derek Bell, asso britannico e pilota ufficiale Porsche con grande esperienza di 956 e 962.

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REDSTONE PERFORMANCE 962 2020. L’azienda americana del MidWest con sede vicino a Indianapolis propone un ventaglio di servizi dai più rutinari ai più complessi. In cima alle opportunità proposte c’è la costruzione e messa in strada (o in pista) di una Porsche 962 realizzata con grande professionalità. Utilizzando direttamente la scocca prodotta dalla sopraccitata Fabcar la 962 è realizzata con componenti e attrezzature originali Porsche. Il layout è, perciò, fedele all’originale: telaio in alluminio, gabbia rollbar integrale, stesse sospensioni, carrozzeria in fibra di carbonio in varie configurazioni, dalla ‘coda corta’ alla ‘coda lunga’ per elevate prestazioni. Il motore è il boxer sei cilindri di 2,65 litri con varie configurazioni di potenza fino a 1200 cavalli. Il cliente può scegliere una 962 da pista o un esemplare stradale allestito secondo le minime esigenze di abitabilità fino al climatizzatore, l’impianto audio e un minimo rivestimento in pelle delle sedute. Il prezzo su richiesta.

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DAUER RACING 962 LE MANS 1993. L’ultima replica della 962 rappresenta anche l’evoluzione più elevata di questo modello. Nei primi Anni ’90 Jochen Dauer, già pilota di successo in Gruppo C, di fronte ai profondi cambi di regolamento decide, partendo dalle 962 standard, di derivarne una macchina stradale. Anche in questo caso buona parte di pezzi e della cultura di progetto vengono filtrati dalla 962 originale. Del modello di serie Dauer mantiene telaio (tubolare con gabbia integrata), sospensioni (doppi triangoli con molle in titanio), ruote e impianto frenante. Il design viene tracciato da Achim Storz, già in forze alla Casa Madre di Stoccarda. Questi definisce la forma (e ne studia i flussi) di carrozzeria e superfici alari. Il boxer 6 cilindri di tre litri con due turbo viene sviluppato per ottenere 730 cavalli. La macchina dichiara (oltre dieci anni prima della Veyron) uno scatto da 0 a 100 km/h in meno di tre secondi, da 0 a 200 in circa sette e 402 km/h di punta massima. Nello stretto abitacolo, finemente rivestito in pelle , una rotellina consente di definire la potenza erogata dal propulsore. Dauer, fin dall’inizio, non intende fare attività sportiva ma Porsche, offrendo aiuto nello sviluppo, riesce a convincerlo a iscrivere due esemplari alla 24 Ore di Le Mans. Le Dauer 962 da corsa, allestite a partire da due telai Porsche 962, hanno il fondo piatto, coda e musetto allungati, ali, cerchi e gomme specifiche. I due esemplari iscritti concludono al primo e terzo posto. Si parla di una decina di esemplari stradali costruiti, dei quali cinque o sei per il noto Sultano del Brunei.

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