Dalle corse ai paesaggi: la ‘panoramica’ di Zagato

Dalle corse ai paesaggi: la ‘panoramica’ di Zagato

Ugo Zagato aveva fatto dell’ispirazione aeronautica delle sue carrozzerie un dogma. La sua crescita professionale in aziende del settore e l’importante ruolo ricoperto alle Officine Pomilio di Torino (capo di una squadra di tecnici che costruiva gli aerei da combattimento durante la Grande Guerra) diede forma al suo metodo di lavoro: materiali leggeri, forme semplici, razionali e funzionali. Su queste logiche fondò a Milano (1919) la Carrozzeria Zagato: costruzione e riparazione di aerei e automobili. Dopo le prime creazioni su meccaniche di lusso si specializzò in auto Gran Turismo e da corsa (coupé o spider due posti) e diede un fondamentale contributo alle vittorie dell’Alfa Romeo nelle gare più importati degli Anni 20 e 30 (una 24 Ore di Le Mans e otto Mille Miglia, di cui cinque con macchine della Scuderia Ferrari).

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IN ESILIO NASCE LA FORMA PANORAMICA. Durante la Seconda Guerra Mondiale Ugo Zagato continuò a progettare ‘pelli esterne’ basandosi sulla ricerca di aerodinamicità e leggerezza per massimizzare le prestazioni di una meccanica sportiva. Da queste sperimentazioni nacque la forma Panoramica, applicata ai telai e ai motori di importanti brand dell’epoca (Alfa, Fiat, Ferrari e Lancia). Secondo il linguaggio del design, la carrozzeria aveva una greenhouse (la cupola che definiva l’abitacolo) molto arrotondata, come un cockpit aeronautico. Questo si caratterizzava per superfici vetrate molto ampie (con quelle laterali realizzate in plexiglas) fino a portarle a ‘invadere il tetto’ per massimizzare la visibilità in tutte le direzioni. Applicando questa tecnica costruttiva si otteneva una forma di carrozzeria molto arrotondata e, perciò, efficiente dal punto di vista aerodinamico, l’ideale per l’utilizzo in gara. Ma anche gradevole dal punto di vista estetico.

LA RINASCITA POST BELLICA. Con la fine del conflitto Zagato riprese l’attività e fu in grado di applicare questi principi ai nuovi modelli in collaborazione con i marchi ufficiali. La carrozzeria Panoramica andò a ‘vestire’ svariati telai. Oltre alle piccole Fiat 750 o 1100, Lancia Ardea, alla possente Ferrari 166 con motore 2 litri (vincitrice della Coppa Intereuropa del ’49) e La Maserati A6 con motore 6 cilindri 1500, Zagato allestì anche un paio di esemplari su base Alfa Romeo 6C 2500, costruite nel 1949. Le notizie su queste due vetture sono molto scarse. L’obbiettivo di Zagato, in un periodo ancora delicato per la ripresa dalle difficoltà della guerra, fu di allestire due Alfa Romeo poliedriche: due Gran Turismo con finiture di lusso (la categoria nacque in quel periodo a Milano ed ebbe tra i suoi promotori lo stesso Elio Zagato, primogenito di Ugo, noto gentleman driver) con allestimento stradale per girare in città durante la settimana ma, durante il weekend, correre e vincere con la semplice apposizione dei numeri di gara. Non risulta che le due 6C Panoramica Zagato, a dispetto della meccanica senza dubbio pronta corse (basti pensare alle due vetuste 6C Freccia d’Oro ufficiali di serie che si presentarono alla Carrera Panamericana del 1950), abbiano mai piallato l’asfalto arroventato di una competizione. E oggi non si conosce il loro destino. Ma parte che una delle due giaccia dormiente e semi-distrutta in un campo.

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