Diabolik e Jaguar E-Type: i 60 anni del mito noir a Torino

Diabolik e Jaguar E-Type: i 60 anni del mito noir a Torino

Eccolo lì, l’ispettore Ginko. Lo sguardo adamantino, le mani salde sul volante della sua bianca Citroën DS nel perenne, vano tentativo di acciuffare il suo acerrimo nemico: Diabolik. Alla fortunata e amatissima saga del ‘Re del terrore’, creata dalle sorelle Angela e Luciana Giussani nel 1962, il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino dedica Colpo grosso al museo, una bella mostra che rimarrà aperta fino al 6 marzo 2022. 

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DOPPIO OMAGGIO AL RE DEL TERRORE. La rassegna è anche un omaggio ai primi sessant’anni della mitica Jaguar E-Type, la velocissima compagna delle scorribande notturne del genio del male, il cui personaggio dei fumetti a Torino è legato a doppio filo: nella costruzione del loro antieroe e delle sue avventure, infatti, le Giussani s’ispirarono ad alcune vicende di cronaca nera realmente avvenute proprio nella città della Mole. Che per il sessantesimo compleanno di Diabolik propone un’altra imperdibile rassegna: nelle sale del Museo Nazionale del Cinema, fino al 14 febbraio dell’anno prossimo, la storia dell’inafferrabile ladro in calzamaglia scorre attraverso vecchie pellicole in bianco e nero, strisce illustrate, oggetti di design, opere d’arte, fotografie provenienti dall’Archivio Storico Publifoto, articoli di cronaca nera degli Anni ’60 e una raccolta di tavole della casa editrice Astorina.

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AL VOLANTE TRA IL BENE E IL MALE. Sotto le luci soffuse delle sale del Mauto, invece, accanto alle gigantografie delle copertine più famose del fumetto, le grandi protagoniste sono le automobili. La sopracitata Citroën DS bianca dell’ispettore Ginko, poliziotto sconfitto ma mai perdente che compare sin dalle pagine del primo episodio (Il re del terrore, 1962) e – da protagonista – nello speciale albo a lui dedicato Ginko – Prima di Diabolik (Il Grande Diabolik, 2005). E, naturalmente, la sessantenne Jaguar E-Type, rappresentata nelle sue due versioni, aperta e chiusa, da una spider rossa e una coupé nera. La seconda, identica a quella con cui Diabolik mette a segno i suoi colpi e sfugge alla polizia, si contrappone alla candida berlina di Ginko. Immagini speculari, facce diverse di una stessa medaglia con cui le Giussani sono riuscite a raccontare, tenendo col fiato sospeso milioni di lettori, l’eterna lotta tra il bene e il male. (Foto: Andrea Guermani)

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