E venne il giorno in cui il diesel si prese il mondo

E venne il giorno in cui il diesel si prese il mondo

“Lunga vita al diesel!”, acclamano imperterriti i tanti automobilisti che lo difendono, provando a sottrarlo alla spietata narrativa green che, ormai, un giorno sì e l’altro pure gli intesta una parte di responsabilità non trascurabile nel cambiamento climatico che affligge il nostro pianeta malato.

IL DIESEL HA FATTO PROGRESSI… Forse chi legifera in Europa e in Italia, dai piani alti di Bruxelles alle amministrazioni delle principali città metropolitane, ha dimenticato (o non vuole ricordare…) che i tempi in cui dalle marmitte delle auto a gasolio uscivano lunghe fumate nere sono passati da un pezzo. Ma negare che quelle di ultima generazione siano diventate molto, molto più “pulite” – peraltro mantenendo il vantaggio principale del motore inventato da Rudolf Diesel alla fine dell’Ottocento, ossia un’efficienza impareggiabile in ogni condizione di guida – rasenta la falsità ideologica.

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IL RECORD E L’ASCESA. Il primo motore diesel capace di produrre lavoro risale al 1893, ma le date che ne hanno cambiato per sempre il destino sono il 4 e il 5 giugno 1965, quando un filante prototipo della Peugeot, la 404 Diesel Record, girò all’autodromo di Montlhery per 5.000 chilometri senza mai fermarsi per fare rifornimento a una media di 160 km/h. La casa francese dimostrò che l’auto a gasolio poteva unire come nessun altra affidabilità, prestazioni brillanti e consumi contenuti e il diesel cominciò l’ascesa che, a mano a mano, nel giro di qualche decennio l’avrebbe portato a dominare il mercato dell’auto.     

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UNA SCELTA “SAGGIA”. Sono trascorsi sessant’anni e che il diesel abbia ancora molto da dire e resti il carburante da battere per rapporto prezzo/prestazioni e prestazioni/consumi è un dato di fatto. Non deve stupire né tantomeno inorridire, quindi, che un felice proprietario di una station wagon a gasolio sia disposto a fare carte false per tenersela e continuare a macinare migliaia di chilometri all’anno; d’altronde, non solo sta facendo un favore al suo portafoglio, ma sta anche inquinando meno, se si tiene conto, per dire, dell’infinitamente maggior impatto ambientale di un’auto elettrica lungo il suo intero ciclo vitale.

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SE DECIDESSE IL TEMPO… Chi ha davvero a cuore le sorti del clima e porta ammirevolmente avanti la battaglia per salvarlo, quindi, non faccia finta di niente e guardi in faccia alla realtà. Anche perché, per ammainare la bandiera del diesel, c’è sempre tempo: forse, un giorno, ne varrà veramente la pena, ma perché mettere in soffitta prima del tempo una cosa che funziona ancora così bene? 

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