
Falcon F7: dagli Usa al dimenticatoio a 320 km/h
Ci sono tirature limitate e tirature limitate. Alcune case scelgono di produrre solamente 50, 399 o 1.000 esemplari delle loro preziose supercar, sia per aumentarne il valore collezionistico sia per far sentire speciali i pochi che possono permettersele. Poi ci sono supercar prodotte in tiratura limitata… non proprio per scelta. È il caso della Falcon F7: se pensavate che Hennessey, Saleen o SSC fossero brand americani di nicchia, dovete ricredetevi, perché di questa oscura sportiva americana esistono solo sette esemplari, meno di una Ferrari F40, meno di una Pagani Zonda o di una McLaren F1.
POTENZIALE INESPRESSO. Come dicevamo, non è che la Falcon Motorsports avesse puntato a un risultato così ridotto, sebbene l’obiettivo non fosse certo quello di produrre centinaia di F7. Probabilmente, ci si sarebbe fermati a una ventina, ma la concorrenza spietata e forse la poca pubblicità non hanno giovato. Non che la Falcon F7 non fosse valida, anzi. La storia è semplice: Jeff Lemke nel 2009 decide di non campare solamente modificando Chevrolet Corvette e Dodge Viper e fornendo parti di queste americane nude e crude. Vuole sedersi al tavolo dei grandi, così nel 2009 fonda la Falcon. Per lo stile decide di ispirarsi alle sue auto preferite – Ferrari 288 GTO, Ford GT, un po’ di Lamborghini qui, un po’ di caccia da combattimento di là –, mentre per la meccanica punta tutto sulla vecchia scuola.
“MISSILE” YANKEE. La Falcon F7, infatti, è pericolosamente analogica: in posizione centrale c’è un grosso 7.0 V8 che trasferisce tutta la sua cattiveria alle sole ruote posteriori attraverso un cambio manuale a sei marce della Ricardo. Senza il turbo l’otto cilindri americano sputa a terra tra i 620 e i 680 CV, ma a chi non bastava la Falcon Motorsports chiedeva al preparatore Lingenfelter di aggiungere un paio di turbine, per arrivare a 1.100 CV. Lo “0-100” viene “bruciato” in tre secondi e mezzo e la velocità di punta supera i 320 km/h per la versione aspirata, mentre le prestazioni della versione sovralimentata sono sconosciute, ma certamente strabilianti.
NON CHIAMATELA ROZZA. Il resto della Falcon F7 è particolarmente raffinato, con telaio in alluminio e carrozzeria in fibra di carbonio e kevlar. Non mancano sospensioni push-rod, cerchi forgiati e il peso a vuoto è inferiore ai 1.300 kg: quanto una Toyota GT86, ma con cinque volte e mezzo i cavalli. Anche i particolarissimi interni e il look della carrozzeria (a parte qualche dettaglio non riuscitissimo, come cerchi e parafanghi) sono apprezzabili; la F7 avrebbe potuto essere un successo, una nuova Hennessey, ma non andò così: la scelta, forse obbligata, di tenere bassi i volumi di vendita l’ha mantenuta semisconosciuta al mondo, ma per fortuna non abbastanza da essere dimenticata del tutto.