Fiat X 1/9, la sportiva democratica

Fiat X 1/9, la sportiva democratica

Concepire una sportiva dura e pura partendo da una vettura popolare senza particolari velleità corsaiole: questo l’esercizio concettuale, prima ancora che progettuale, in cui decide di cimentarsi la più grande fabbrica di automobili italiana sul finire degli anni ’60. In casa Fiat il segmento delle vetture medio-piccole è presidiato dalla nuovissima 128, che adottando il rivoluzionario schema dell’Autobianchi Primula, ovvero trazione anteriore e motore anteriore trasversale, rappresenta un netto passo in avanti rispetto alla vecchia 1100. Alla quattro porte si affiancano, nel 1971, le versioni Rally e Coupé: modelli che con pochi accorgimenti di meccanica regalano alla vettura un comportamento decisamente più sportivo. Quel che manca davvero per completare la gamma, considerato che la piccola 850 Spider è ormai in odore di pensione, è una versione senza tetto.

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UNA MATITA ISPIRATA. Per allestire la nuova piccola spider, la dirigenza della Fiat si rivolge alla Bertone. Prim’ancora di sedersi ai tavoli da disegno, i progettisti si trovano davanti a due opzioni. La prima, caldeggiata dal management della casa torinese, consiste nel mantenere lo schema della vettura d’origine, dando di fatto vita a una versione open-air della 128. La seconda, avanzata dagli stilisti della Bertone, prevede invece lo spostamento del motore al centro e la trazione sulle ruote posteriori. Superate le iniziali perplessità, gli uomini Fiat si decidono ad appoggiare la seconda soluzione, sicuramente più adatta alla realizzazione di una vettura dalla connotazione marcatamente sportiva. Tra le matite del celebre atelier torinese emerge la più talentuosa e anticonformista, quella di Marcello Gandini, già autore dell’originalissima Runabout, un prototipo di piccola sportiva realizzato sulla meccanica dell’Autobianchi A112.

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PIACE AGLI AMERICANI. La nuova spider Fiat, battezzata X 1/9, sigla con cui era stato identificato il progetto iniziale, viene presentata sulle leggendarie strade della Targa Florio nel novembre del 1972. La carrozzeria, bassa e slanciata, presenta un’originale e pratica configurazione spider-coupé (targa), con tettuccio centrale smontabile e riponibile nel bagagliaio anteriore. Dietro l’abitacolo, a due soli posti, è collocato in posizione trasversale il 1300 della 128 Sport, che con i suoi 75 cavalli consente alla X 1/9 di superare i 170 km/h. Due anni più tardi il modello, giunto a completa maturazione, sbarca anche in America, dove ottiene un notevole successo commerciale: i primi diecimila esemplari previsti per il mercato d’oltreoceano vengono venduti a tempo di record, e anche la produzione del 1975 è destinata praticamente in toto agli Stati Uniti.

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SOGNO INTERROTTO. Nel 1974, la bontà del progetto suggerisce ai tecnici dell’Abarth di elaborare la X 1/9 per i rally. La piccola spider viene alleggerita di oltre cento chili e modificata con l’aggiunta di diverse appendici aerodinamiche e di una vistosa presa d’aria a periscopio deputata al raffreddamento del motore. Quest’ultimo, lo stesso della 124 Abarth Rally, è un potente quattro cilindri di 1839 cc con due carburatori doppio corpo e distribuzione a quattro valvole per cilindro. Malgrado le notevoli potenzialità espresse e le tre vittorie assolute conquistate ai rally delle Alpi Orientali, del 100.000 Trabucchi e della Coppa Liburna, la X 1/9 non entrerà mai a far parte del programma sportivo della casa torinese, che le preferirà la più moderna e robusta 131.

Fiat X 1:9 Rally

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