I mostri della velocità: gli anni ’50

I mostri della velocità: gli anni ’50

Quando si pensa ad auto mostruose – in termini di prestazioni – i ricordi volano a due periodi storici, in particolare: uno è quello degli Anni ’80 e ’90, incarnazione del puro eccesso, con le Formula 1 dai motori sovralimentati, le vetture Gruppo B nei rally e tutta una folta schiera di supercar più o meno esotiche varie ed eventuali; l’altro è quello delle hypercar prodotte nell’ultimo ventennio, pinnacolo estremo di tecnologia e ultima estremizzazione del concetto di supercar stessa con potenze nell’ordine dei 1000 cavalli. Senza nulla togliere ai due capitoli appena menzionati – che amiamo e sui quali torneremo a breve – abbiamo provato a viaggiare a ritroso nel tempo, ricordando le monster car più temibili e significative del passato. Tre per ogni decennio, tutte rigorosamente stradali.

Certo, i dati riguardanti cavalleria e velocità massima in alcuni casi potrebbero non impressionare più di tanto, oggi come oggi, ma ricordiamoci sempre che una volta abs, controlli di trazione, freni carboceramici, carrozzerie studiate per proteggere – realmente – tutti gli occupanti e quant’altro non apparivano nemmeno nei sogni del più edulcorato progettista. Il nostro Monster of speed parte così, dagli anni Cinquanta, epoca in cui le supercar vantano una caratteristica tipica di quel tempo: l’eleganza.

2. 300 SL B-mercedes-benz

MERCEDES-BENZ 300 SL GULLWING (1954). Una linea inconfondibile, le sue portiere ad ala di gabbiano e la sua velocità. Seppur per un breve lasso di tempo, è stata la vettura di serie più veloce del pianeta: toccava, a seconda del rapporto al ponte, punte tra i 220 ed i 258 km/h che in questi anni sono prerogativa solo delle auto da competizione. Progettata da Rudolf Uhlenhaut, monta un sei cilindri in linea da tre litri capace di erogare 215 cavalli, accoppiato ad un cambio ZF con quattro rapporti. È anche stata la prima vettura stradale ad utilizzare l’alimentazione ad iniezione meccanica – in questo caso di tipo diretto. Da ferma, raggiungeva i 100 km/h in meno di 10 secondi scarsi.

2. 300 SL A-mercedes-benz

JAGUAR XKSS (1957). Alla fine della stagione 1955 la casa di Coventry si ritirare dalle corse e decide, poco dopo, di riutilizzare gli esemplari completi di D-Type rimasti invenduti per allestire una nuova vettura, omologata per uso stradale. La XKSS pesa circa 920 kg, il suo propulsore – un sei cilindri in linea da 3.4L – sfodera 250 cavalli a 7200 giri/minuto che lanciano la roadster inglese a oltre 228 km/h e le consente di coprire lo 0-100 km/h in meno di 6″. Viene prodotta in soli sedici esemplari, uno dei quali finisce nelle mani di Steve McQueen che lo usa per scorrazzare su e giù per Los Angeles.

1. XKSS F-jaguar

ASTON MARTIN DB4 GT (1959). La versione più sportiva della DB4 ha una linea elegante e aggressiva, da alcuni giudicata leggermente tozza per via del passo estremamente corto. Gli interni della sono molto curati, ma lo spazio per i passeggeri posteriori è piuttosto limitato. Essendo un modello destinato alle gare endurance, il serbatoio da 136 litri ha due bocchettoni per il rifornimento. Sotto al cofano c’è un 6 cilindri progettato da Tadek Marek con tre carburatori Weber 45 DCOE 4: grazie ai suoi 302 cavalli spinge la DB4 GT – a seconda del rapporto al ponte finale – fino a 275 km/h, facendone la vettura stradale più veloce del suo tempo.

3. DB4 GT D-aston-martin

  • 2. 300 SL A-mercedes-benz
  • 2. 300 SL B-mercedes-benz
  • 2. 300 SL C-mercedes-benz
  • 2. 300 SL D-mercedes-benz
  • 2. 300 SL F-mercedes-benz
  • 2. 300 SL E-mercedes-benz
  • 1. XKSS A-jaguar
  • 1. XKSS B-jaguar
  • 1. XKSS C-jaguar
  • 1. XKSS D-jaguar
  • 1. XKSS E-jaguar
  • 1. XKSS F-jaguar
  • 2. 300 SL G-mercedes-benz
  • 3. DB4 GT A-aston-martin
  • 3. DB4 GT B-aston-martin
  • 3. DB4 GT C-aston-martin
  • 3. DB4 GT D-aston-martin
  • 3. DB4 GT E-aston-martin
  • 3. DB4 GT F-aston-martin
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