Il decennio che rivoluzionò la Porsche

Il decennio che rivoluzionò la Porsche

Al Salone di Francoforte del 1993, trent’anni dopo la presentazione del prototipo della 901, debutta la 911 serie 993: è un modello molto diverso rispetto alla 964 uscente, anche se ancora saldamente legato alla tradizione. La nuova 911 è leggermente più corta, molto più larga e bassa. Il design è conservato nei tratti principali ma diverso nell’interpretazione. Il frontale e la coda sono più “morbidi”, i paraurti sono più affusolati e avvolgenti e i fari anteriori più inclinati. Per questo è più moderna, oltre che più aerodinamica. A livello di telaio la nuova piattaforma è più rigida di oltre il 20% e presenta novità importanti anche alla voce “sospensioni”. Al posteriore è introdotta una raffinata struttura a bracci multipli, a tutto vantaggio del grip in curva e della tenuta di strada. 

Porsche 911 (993)

Porsche 911 (993)

UN MOTORE PIÙ EVOLUTO E PIÙ POTENTE. Il motore è un’evoluzione del sei cilindri boxer raffreddato ad aria della 964 (la famiglia “M64” introdotta nel 1988 sulla prima Carrera 4), di cui conserva il basamento in lega leggera. La cilindrata è ancora di 3,6 litri e dell’alimentazione si occupa un impianto di iniezione multipoint fornito dalla Bosch. La distribuzione avviene mediante singolo albero a camme: ognuno comanda due valvole per ciascun cilindro, azionate ora da nuove punterie idrauliche con recupero automatico del gioco; questo elimina la necessità di una registrazione periodica. La potenza è di 272 CV, 22 in più rispetto alla Carrera di precedente generazione, ed è tutto nuovo il cambio manuale a sei marce, i cui rapporti più corti migliorano lo scatto (a richiesta si può avere la trasmissione automatica Tiptronic). Anche l’impianto frenante è migliorato, con quattro dischi autoventilanti e forati e un ABS più evoluto. 

Il disegno in trasparenza evidenzia la raffinata meccanica della Porsche 911 della serie 993, ultima evoluzione del modello classico con il motore raffreddato ad aria

Il disegno in trasparenza evidenzia la raffinata meccanica della Porsche 911 della serie 993, ultima evoluzione del modello classico con il motore raffreddato ad aria

CONFERME E NOVITÀ. L’abitacolo ha nuovi sedili, mentre la plancia è la stessa della 964. Il cruscotto e i comandi del climatizzatore sono pressoché invariati, mentre il volante con l’airbag (che c’è anche per il passeggero) ha un nuovo design a quattro razze. Le prestazioni sono nettamente migliori: la Carrera con il cambio manuale scatta da 0 a 100 km/h in 5,6 secondi e tocca 270 km/h. Nel marzo ’94 la Porsche presenta la Carrera Cabriolet e al Salone di Parigi di ottobre la Carrera 4.

Il prototipo della prima Porsche Boxster, siglata 986

Il prototipo della prima Porsche Boxster, siglata 986

SI CAMBIA REGISTRO. La Porsche 911 Dakar dei nostri giorni dimostra ancora la capacità della 911 di prendere strade diverse ma sempre coerenti: a quarant’anni di distanza dei gloriosi rally africani, sulla spinta ereditaria delle 911 fuoristrada da corsa degli Anni ’80 una Elfer stradale per i terreni accidentati è diventata realtà. Questo approccio così sorprendente richiama a un progetto di oltre trent’anni prima e con ambizioni del tutto diverse. Nel 1989 la Porsche intende creare sensazione sulla clientela e gli appassionati riguardo l’evoluzione futura del design dei propri modelli. Decide allora di “stuzzicare” il pubblico con un prototipo di forma iper innovativa – la Panamericana – ricco di temi stilistici che avremmo visto negli anni successivi e che la difficile crisi aziendale del ’92 avrebbe spinto con forza. Con il nuovo decennio alle porte, infatti, la gamma comincia ad accusare il peso degli anni e si comincia a percepire la necessità di produrre con costi inferiori e maggiore qualità. Le vendite della 928 sono in calo, la 944 è diventata costosa da produrre e la 968, vicina al debutto, è sviluppata sulla stessa meccanica. Nell’autunno ’91 viene varato il progetto di un nuovo modello posizionato sotto la 911; è destinato a influenzare con decisione il catalogo e orientare tutta la gamma futura. Il concept Boxster, erede della favolosa 550 RS, è presentato al Salone di Detroit del gennaio 1993, dove raccoglie grande approvazione e traccia il solco di un futuro di grandi cambiamenti.

Porsche Boxster (986)

Porsche Boxster (986)

IN EQUILIBRIO TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE. Nel marzo ’93 il team di lavoro definisce il design e al Salone di Ginevra ’96 la nuova Boxster, siglata 986, è realtà. È una Porsche inedita ispirata a un glorioso modello da corsa, la 550 Spyder. La prima serie ha il suo lato più innovativo nel nuovo motore collocato in posizione posteriore-centrale; come da tradizione, quel sei cilindri con 204 CV è un boxer, ma per la prima volta nella storia del marchio è raffreddato a liquido. È accoppiato a un cambio meccanico o automatico Tiptronic, entrambi a cinque marce. Le sospensioni sono MacPherson sui due assi, il passo di 241 cm e i bagagli trovano posto in due vani. Il peso dichiarato è di 1250 kg, non poco per una sportiva a due posti, ma è il piccolo prezzo da pagare per avere tutto il comfort e la sicurezza che serve nella guida quotidiana e nei lunghi viaggi. La Boxster scatta da 0 a 100 km/h in 6”7 e tocca 240 km/h. Nel 1999 la versione “base” adotta un più potente motore da 2,7 litri ed entra in listino la più sportiva versione S con 252 CV , che tocca i 260 km/h e si riconosce per una presa d’aria aggiuntiva sotto il paraurti e il terminale di scarico sdoppiato.

Porsche 911 (996)

Porsche 911 (996)

UNA 911 RIVOLUZIONARIA. La seconda fase del rinnovo della gamma Porsche è la nascita di una 911 più moderna e razionale. È un modello a cui l’azienda non può rinunciare, ma per restare al passo coi tempi i limiti del progetto alle voci “potenza” ed “emissioni inquinanti” devono essere superati. Così il sei cilindri boxer – naturalmente sempre montato a sbalzo sull’asse posteriore, croce e delizia del modello dal 1963 – adotta, come nel caso della sorella minore Boxster, un più moderno impianto di raffreddamento a liquido. Rispetto alla 993 la nuova 911, siglata 996, è più lunga di quasi 20 cm e ne guadagna 8 nel passo, ma è anche più larga e ha il parabrezza più inclinato. Nel frontale solo le prese d’aria la distinguono dalla Boxster: la parte anteriore della scocca, per il resto, non cambia di una virgola. 

porsche-911-996-2

ANCORA PIÙ VELOCE. Simile a quello della Boxster, l’abitacolo della Porsche 911 della serie 996 è tutto nuovo, più spazioso e confortevole di quello della 993, e pure i sedili posteriori, sempre comodi solo per due bambini, sono più facili da raggiungere. La plancia ha un design inedito, con un alto tunnel centrale e cruscotto più raccolto, con il contagiri sempre al centro e il blocchetto d’avviamento a sinistra. Il motore, cresciuto nella cilindrata fino a 3,4 litri, è strettamente imparentato con quello della 986: il carter è un blocco in due pezzi d’alluminio, la lubrificazione è a carter secco ma il serbatoio, pur separato dal blocco, è integrato nel motore. L’aspirazione ha condotti a geometria variabile e la distribuzione è a doppio albero a camme in testa con quattro valvole per cilindro a fasatura variabile. Fornisce 300 CV, ha un funzionamento molto più fluido che in passato e contribuisce a innalzare l’asticella delle prestazioni, con uno “0-100” in 5,2 secondi e una velocità massima di 280 km/h.

Porsche Cayenne

Porsche Cayenne

LA PAROLA SUV NON È PIÙ UN TABÙ. Il decollo delle vendite della prima Porsche 911 con il motore raffreddato a liquido e l’ottimo successo della Boxster consentono all’azienda di uscire quasi del tutto da un crisi che all’alba degli anni ’90 pareva insormontabile. Le soddisfazioni non arrivano solo dalle concessionarie, ma pure dai campi di gara: nel 1998, dopo undici anni di digiuno, la Porsche domina la classifica assoluta della 24 Ore di Le Mans con la 911 GT1, dando ulteriore impulso alle vendite del modello stradale. Ma per consolidare la ripresa è necessario un modello dai volumi di vendita ancora maggiori, e il vento che tira a inizio anni 2000 non lascia alcun dubbio: bisogna infrangere il tabù della suv. Al salone di Parigi del 2002 debutta la Cayenne, imparentata con la “cugina” Volkswagen Touareg ma caratterizzata da un piglio più sportivo, in linea con lo “spirito” del marchio Porsche.

porsche-cayenne

LA CABRIOLET CHE NON FU MAI. Grande, possente (è lunga 479 cm, larga 193 e alta 170, con un peso di circa 2.200 kg) e comoda per cinque persone, la prima suv della Porsche ha fari a goccia che ricordano le sorelle più sportive e fanali posteriori avvolgenti. La trazione integrale a controllo elettronico è abbinata al cambio automatico Tiptronic S e in condizioni normali invia il 62% della coppia alle ruote anteriori e il restante 38% a quelle posteriori. Non manca, inoltre, la possibilità di bloccare i differenziali: un vantaggio non da poco, nella guida in fuori strada. Quanto ai motori, al debutto sono offerti due 4.5 V8 a benzina, uno aspirato da 340 CV e l’altro turbo con 110 cavalli in più: abbinato a una carrozzeria più muscolosa e a freni maggiorati, quest’ultimo assicura una velocità massima di 266 km/h e uno scatto da 0 a 100 km/h in 5”6. Nel 2004 la gamma si amplia verso il “basso” con un 3.2 V6 a benzina, mentre nel 2006 arriva la Turbo S con 500 CV e due anni più tardi un 3.0 turbodiesel da 239 CV di derivazione Audi. Della Cayenne, all’inizio, la Porsche valuta addirittura un’esotica versione cabriolet, che allestisce in esemplare unico ma non metterà mai in produzione. 

  • gamma-porsche-2003
  • porsche-911-993-3
  • porsche-911-993
  • porsche-911-993-2
  • porsche-boxstrer-986-concept
  • porsche-boxstrer-986
  • porsche-boxstrer-986-2
  • porsche-911-996
  • porsche-911-996-2
  • porsche-cayenne
  • porsche-cayenne-2
  • porsche-cayenne-3
  • porsche-cayenne-4
CONDIVIDI SU

Lascia un commento

INCENTIVE
VIDEO
ALTRI VIDEO