Il nobile Ordine della Ventola: le 911 RSR

Il nobile Ordine della Ventola: le 911 RSR

Oggi la sicurezza consente di guidare sul cotone; ma decenni fa le auto da corsa erano bare con le ruote: tanti piloti sono diventati leggenda appunto perché strappati alla vita troppo presto. Non erano uomini: erano nobili cavalieri-eroi (o folli incoscienti) che sfidavano la morte a bordo di belve incapaci di procedere dritte. La Porsche 911 è un paradosso: quel motore fuoribordo è il fulcro del suo fascino, croce e delizia del suo favoloso carattere. Solo dalla 964 Carrera 4 ha iniziato a essere più guidabile. Eppure è una dea. E quel suono metallico del suo boxer con il ‘ventolone?’ Inebriante. Ecco un breve profilo delle Carrera RSR aspirate, ma sopratutto raffreddate ad aria.

Porsche 911 Carrera RSR 2.8

Porsche 911 Carrera RSR 2.8

PORSCHE 911 CARRERA RSR 2.8 1973. Lo spoilerino a coda d’anatra delizia gli astanti del Salone di Parigi ’72. Al Mondiale Sport del 1970 il dominio della 917K era stato tale che per il ’73 si decidono motori solo tre litri. Stoccarda cambia strada e punta all’Europeo GT, in particolare il Gruppo 4 contro le De Tomaso Pantera e le Ferrari Daytona. Ma per omologare una 911 servono almeno 500 esemplari. La 911 S 2.4 da 190 cv si trasforma in Carrera RS 2.7 da 210 e con un peso poco superiore a 1000 kg. Il passo successivo è la versione da corsa, la possente RSR 2.8 (pacchetto M491). Il kit di preparazione è ‘gustoso’: fianchi allargati, cerchi con canale più profondo, cofano in lega, gabbia integrale, bocca anteriore per il radiatore dell’olio, freni della 917 e serbatoio da 120 litri. Il peso è simile a quello della 2.7 ma la potenza è di 300 cv grazie al nuovo motore 911/52: viene aumentata la cilindrata a 2806 cc, le teste sono modificate, le valvole più grandi, diversa distribuzione e doppia accensione. La stagione ’73 del Mondiale Sport è grandiosa: vince la 24 Ore di Daytona, la 12 Ore di Sebring, la Targa Florio e sei gare su nove dell’Europeo GT. Sono prodotte 55 911 Carrera RSR 2.8.

Porsche 911 Carrera RSR 3000

Porsche 911 Carrera RSR 3000

PORSCHE 911 CARRERA RSR 3000 1974. Nel ’73 la 911 Carrera RSR 2.8 ha fatto i cosiddetti ‘sfracelli’. Nella Can-Am, nel ’72  e ’73, la 917/10 e la successiva 917/30 da oltre 1000 cv fanno il vuoto intorno. Nelle gare di durata e GT il ’74 è l’anno della Carrera RSR 3.0. Il regolamento consente a un’auto già omologata di entrare nella nuova categoria con soli 100 esemplari costruiti. Così nasce la RSR 3.0, la più forte evoluzione di una 911 aspirata fino a quel momento. Costa quasi il doppio di una 2.7 e la RS 3.0 di base ha così tanti componenti da corsa che la trasformazione in RSR è un gioco da ragazzi. Questo ne fa la prima 911 sportiva non basata su una variante. Il boxer passa da 2,8 a 3 litri, la compressione è aumentata, la distribuzione e l’iniezione sono affinati. La potenza del motore 911/75 è di 330 cv (ma a fine ’74 alcuni esemplari escono di fabbrica con 350 cv). Altre migliorie: fianchi ancora più larghi con grandi bocche sui posteriori per raffreddare i freni, ruote da 14” davanti e 15” dietro, freni della 917 e gomme giganti. Sono prodotti 109 esemplari dei quali 55 sono RSR, le altre restano RS standard. Questa bestia da mille chili corre nel ‘74 con le scuderie private e si distingue soprattutto in America nel campionato IMSA: tra le sue affermazioni ci sono la 6 Ore di Road Atlanta, la 5 Ore di Mid Ohio, la 250 miglia Paul Revere a Daytona e la 300 Miglia di Charlotte. Ma non si ferma qui poiché affidabilità e robustezza la tengono in gara fino agli Anni ’80: nel ’78 Jean Pierre Nicolas vince il Rally di Monte Carlo con l’RS 3.0 del team Almeras.

Porsche 911 964 3800 RSR

Porsche 911 964 3800 RSR

PORSCHE 964 CARRERA RSR 3.8 1993. Nell’ottobre 1990, ‘ri-nasce’ la RS sotto forma 964. È un fuscello, paradigma di spontaneità della 911. Piace tantissimo, tanto da diventare un’Instant Classic, un assegno circolare. Nel ’93 l’RS diventa la ‘bislacca’ 3.8 (l’abbiamo ‘coccolata’ nella seconda puntata degli alettonazzi, una 964 aspirata tanto estrema da essere assurda (ma meravigliosa): è un ferro con bracci diagonali posteriori, 300 cv fuori bordo e quasi 37 ‘chili’ di coppia. Vola a 275 orari e pesa 1210 kg. Jürgen Barth, capo della divisione per i clienti sportivi ha scritto che l’esperienza positiva con la 944 Cup spinse verso la creazione di un’inedita 964 da corsa conforme ai regolamenti del Gruppo N. Questa ‘cultura’ plasma la 964 Carrera RSR per le competizioni internazionali. Pesa il 10 percento in meno della Stradale ed è ispirata alla versione Cup dell’omonimo Monomarca. La potenza massima sfiora 380 cv e conquista importanti successi: nel ’93 l’RSR 3.8 vince la 24 Ore di Spa, la Mille Chilometri di Suzuka, la categoria GT alla 24 Ore di Le Mans, a Sebring e Daytona. La produzione della 3.8 è di circa 110 esemplari, equamente distribuiti tra RS e RSR.

Porsche 911 993 Cup RSR 3800

Porsche 911 993 Cup RSR 3800

PORSCHE 993 CUP 3.8 RSR 1997. È l’erede della 964 RSR, ultima 911 aspirata da competizione raffreddata ad aria. Dopo di lei il diluvio, nel vero senso dei termini: nel 2001 nasce la 996 GT3 RSR (evoluzione della GT3-R) con boxer a liquido. La Cup 3.8 è una sconvolgente GT da gara sviluppata da Porsche Motorsport su base 993 Cup e con contaminazioni GT2. Il suo terreno d’espressione sono le gare IMSA americane e GT in Europa. La ricetta è semplice: si prende una scocca di 993 dalla produzione a Zuffenhausen e si porta il ‘cucciolo’ a Weissach, in palestra per una formidabile cura ricostituente: abitacolo svuotato di tutto, gabbia roll-bar integrale, porte e cofani in composito, sospensioni e ammortizzatori regolabili (come l’ala posteriore biplano), vetri sottili, sedile solo per il pilota, estintore. Il motore M64/75 da 3,8 litri ha aspirazione a doppio stadio con sei farfalle, distribuzione monoalbero con profilo dedicato e catalizzatore, grande ventola a undici pale. Fornisce 350 cv a un cambio a sei marce modificato. Poi ci sono ruote più grandi con gomme più larghe, freni più potenti, ammortizzatori Bilstein regolabili. Tra il ’96 e il ’98 la produzione è stata di circa cinquanta esemplari.

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