La 156 compie 25 anni: ecco le versioni da inseguire

La 156 compie 25 anni: ecco le versioni da inseguire

CARRIERA ULTRADECENNALE. Quasi 700mila esemplari prodotti: un successo dovuto allo stile riuscito, opera di Walter de’ Silva – poi rivisitato profondamente da Giorgetto Giugiaro nel 2003 – alla meccanica di qualità e ad alcune versioni tecnicamente all’avanguardia. Venticinque anni, un quarto di secolo. Una vita, ma anche l’altroieri, se si pensa a quante 156 sono ancora sulla strada. Certo, una parte del merito la berlina Alfa Romeo lo deve alla sua particolare longevità commerciale: è stata presentata nel 1997, è rimasta in produzione fino al 2007 e ha continuato ad essere venduta fino al 2008. Poi, per le sue qualità, il passaggio da semplice “usato” al rango di auto per appassionati è stato quasi immediato.

Alfa 156 prima serieUN SUCCESSO IMMEDIATO. La 156 piacque subito, alla stampa e alla clientela. Lo stile metteva in equilibrio qualche citazione “classica” nel frontale e qualche tocco avveniristico, come le maniglie delle porte posteriori “annegate” nella cornice del finestrino. Gli interni erano sportivi e confortevoli. Era un’auto da mass-market, ma con una sua ben definita personalità che poche concorrenti tedesche potevano eguagliare, pur prevalendo sull’Alfa Romeo per qualità complessiva e livello di finitura. Solo nei primi 4 mesi di commercializzazione ci furono 90 mila gli ordini e, per essere precisi, alla fine vennero venduti 673.435 esemplari. Ma, ovviamente, le versioni che potrebbero essere considerate un investimento sono le più potenti e le meno diffuse. Eccole in ordine di apparizione sul mercato.

Alfa 156156 2.5 V6 24v. Presente già nella gamma d’esordio, è equipaggiata con il celebre 6 cilindri a V “Busso” a 4 valvole per cilindro. Offre 190 CV e 222 Nm di coppia, per 230 km/h di velocità massima. Nasce con il cambio manuale a 6 marce per essere poi dotata, in opzione, della non eccezionale trasmissione automatica Q-System a quattro rapporti della giapponese Aisin, che ha la peculiarità del selettore ad “H”. Il fascino e il sound caratteristico sono quelli tipici del 6 cilindri e la tecnica sopraffina del telaio (quadrilateri alto all’avantreno, McPherson al retrotreno, uno schema a dir poco insolito ma molto efficace) permettono di mettere a terra, sulle sole ruote anteriori, una potenza non trascurabile, esaltando le prestazioni. Valutazione corrente per esemplari impeccabili, molto rari a trovarsi: 7000 euro.

2.0 JTS Selespeed Lanciata nel 2002 con carrozzeria berlina e Sportwagon, introduce la novità tecnica dell’iniezione diretta di benzina sul suo quattro cilindri da 166 CV e 210 Nm con un cambio robotizzato. Meno entusiasmante da guidare rispetto alla Twin Spark, nonostante la manciata di cavalli in più, simboleggia la costante ricerca dell’avanguardia tecnologica in casa Alfa Romeo. Vale 5000 euro se in perfetto stato.

Alfa 156 Crosswagon Q4Crosswagon Q4. Rappresenta il primo tentativo concreto della Casa del Biscione di entrare in concorrenza con Audi, Subaru e Volvo nella ricca nicchia delle “giardinette rialzate” a trazione integrale. Sviluppata sulla base del secondo restyling della 156 studiato dalla Italdesign, la Crosswagon Q4 viene prodotta solo con il motore 1,9 litri turbodiesel common-rail 16V da 150 CV e si distingue dalle Sportwagon per la caratterizzazione estetica quasi fuoristradistica: assetto rialzato, protezioni sottoscocca e modanature specifiche sotto gli scudi paracolpi. La trazione integrale adotta tre differenziali, con un Torsen C centrale e la ripartizione di base della coppia del 42% all’anteriore e del 58% al posteriore (il sistema Q4 viene poi adottato anche sulle 159 con il turbodiesel a 5 cilindri e il V6 benzina). La Crosswagon è da pagare 4000 mila euro se in condizioni perfette.

Alfa 156 GTA berlina e Sportwagon156 GTA. È universalmente riconosciuta come la versione da collezione per eccellenza, con un potenziale di rivalutazione accettato in tutto il mondo. Adotta il V6 “Busso” portato a 3,2 litri, 250 CV e 300 Nm. Con questo modello l’Alfa Romeo rilancia la sigla GTA, acronimo di Gran Turismo Alleggerita, dopo i fasti delle coupé 1600 e 1300 Junior degli anni ‘60. Presentata al Salone di Francoforte nel settembre del 2001, la 156 GTA debutta sia come berlina, sia come Sportwagon, con il cambio manuale a 6 marce o con il robotizzato Selespeed, che però è un po’ un po’ sottotono rispetto al motore. La velocità massima è di 250 km/h.

ANCHE MODIFICHE ESTERNE. Le GTA condividono gli interni con le versioni più ricche della gamma. Porte e cofani sono gli stessi ma i parafanghi sono maggiorati per ospitare cerchi e pneumatici specifici e gli scudi paracolpi sono ottimizzati per migliorare aerodinamica e raffreddamento. Anche la scatola guida è più diretta (1,7 giri da un fondo corsa all’altro invece di 2,1) e i freni di derivazione Brembo hanno dischi maggiorati: 305 mm (330 in un secondo momento) davanti e 276 dietro. Della 156 GTA sono state prodotte 1973 berline e 1678 Sportwagon fino all’ottobre 2005: numeri contenuti che l’hanno resa quasi subito un oggetto del desiderio per gli appassionati del marchio. Oggi una berlina vale 25.000 euro se in ottimo stato, ma le quotazioni sono destinate a salire. Le Sportwagon, invece, sono ritenute meno desiderabili: 20.000 euro per esemplari in ottime condizioni.

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