La Lamborghini Diablo fa 30! La genesi

La Lamborghini Diablo fa 30! La genesi

Per le nuove generazioni una Lamborghini si chiama Huracán o Aventador. Per i puristi del marchio, invece, la Lambo per antonomasia è l’iconica Countach. E forse a pari merito con quest’ultima c’è la leggendaria Miura. Ma per chi è nato negli Anni ’80 – come il sottoscritto – il modello che più d’ogni altro incarna alla perfezione gli stilemi della casa del Toro è uno solo: la Diablo. Sarà per le sue proporzioni esagerate, sarà per la nota brutalità con cui la potenza del suo V12 viene trasmessa alle mastodontiche ruote posteriori 335/30 ZR 18 (per poi passare all’integrale), sarà perché – a pensarci bene – non se non sono mai viste molte in giro, né durante gli anni in cui era in produzione, né oggi. La Diablo, ultima Lamborghini ad aver ricevuto la benedizione di Ferruccio in persona, quest’anno compie trent’anni. Come festeggiare questo importante traguardo se non iniziando a ripercorrere la storia di questa vettura incredibile?

Lamborghini Diablo Prima Serie 13

SOTTO LA PROPRIETÀ AMERICANA. Il progetto Diablo prende vita già nel 1985, quando la Casa di Sant’Agata Bolognese assume l’ingegner Luigi Marmiroli allo scopo di progettare un nuovo modello che rimpiazzi la Countach, prodotta tra il 1974 e il 1990 in oltre 2200 esemplari. Il nome Diablo viene scelto con una votazione delle maestranze ed è legato alla leggenda di El Diablo, feroce toro allevato dal Duca di Verague nel XIX secolo che l’11 luglio 1869 si scontrò in un epico combattimento contro il famoso torero José ‘El Chicorro’ De Lara. Ma per sviluppare una vettura completamente nuova c’è bisogno di fondi che la Lamborghini non ha; il progetto continua a slittare e nel 1987 la proprietà passa nelle mani della Chrysler, subentrata ai fratelli Mimran. Dopo aver ‘colmato’ il ritardo della Diablo con la Countach 25th Anniversary si continua a lavorare sulla nuova supercar: le linee sono nuovamente affidate a Marcello Gandini ma la dirigenza del brand statunitense reputa il prototipo originariamente concepito dal designer italiano troppo aggressivo. Il maestro opta così per un design più ‘digeribile’ collaborando con il Centro Stile Chrysler allora diretto da Tom Gal e nel 1990 i primi esemplari arrivano finalmente sul mercato.

Lamborghini Diablo Prima Serie 2

A OLTRE 320 KM/H. Il layout della Diablo riprende quello della supercar che sostituisce: fianchi larghi, trazione posteriore e un bel V12 in posizione centrale-longitudinale a garantire tutta la potenza necessaria per raggiungere prestazioni al top della categoria. Il propulsore, nome in codice L522, è totalmente nuovo (sebbene segua sempre il progetto originario di Bizzarrini) e i numeri parlano chiaro: 5707 cc, quattro valvole per cilindro, due alberi a camme in testa per bancata e iniezione elettronica; la prima versione eroga 492 cavalli e 580 Nm di coppia, abbastanza per permettere alla Diablo di accelerare da 0 a 100 km/h 4″09 e raggiungere una velocità massima di 325 km/h.

Lamborghini Diablo Prima Serie 14

ESSENZIALE. La carrozzeria della vettura è realizzata con materiali diversi tra loro: acciaio per il tetto, alluminio per le portiere, per i passaruota anteriori e per i brancardi posteriori; le appendici aerodinamiche, i cofani e le fasce sottoporta sono in fibra di carbonio. Tratti distintivi di questa Diablo prima serie sono gli specchietti retrovisori non in tinta con l’esterno, la mancanza di prese d’aria nel paraurti anteriore e il cruscotto di grandi dimensioni posto in posizione molto rialzata rispetto al guidatore, giudicato da molti di non facilissima lettura. Le prime Diablo presentano una dotazione di serie molto essenziale, specie considerando il ragguardevole prezzo di circa 350 milioni di lire dell’epoca: stereo a cassette di base con lettore CD opzionale, finestrini a manovella, sedili regolabili a controllo manuale e, per ottimizzare il peso del veicolo, nessun sistema ABS sull’impianto frenante. Tra gli optional, oltre all’aria condizionata, ci sono il sedile su misura per il guidatore, l’alettone posteriore, un set di valigie apposito e un esclusivo orologio analogico Breguet.

Lamborghini Diablo Prima Serie 19

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Un commento su “La Lamborghini Diablo fa 30! La genesi”
  • t5457925 ha scritto:

    molto bella la diablo anche oggi il motore era alla avanguardia all epoca tanto che venne utilizzato anche nella cugina americana vector m12

    Probabilmente, pochi di voi conoscono la Vector M12, supercar realizzata negli Stati Uniti dal 1995 al 1999 in soli 17 esemplari Sicuramente, una delle sue più grandi caratteristiche era quella di presentare un design tipicamente europeo, ben lontano dagli schemi d’Oltreoceano di quei tempi (basta dare un’occhiata alla Viper dello stesso periodo).

    Tuttavia, sotto la sua pelle qualcosa di europeo
    c’era veramente: la Vector M12, infatti, utilizzava lo stesso telaio e lo stesso propulsore V12 da 5.7 litri e 490 cavalli della Lamborghini Diablo. Le prestazioni erano sensibilmente “peggiori” (0-100 in 4.8 secondi, velocità massima 304 Km/h), ma sicuramente poteva vantare un pedigree di gran pregio.

    Ad ogni modo, queste interessanti caratteristiche si scontravano con la qualità degli interni, certamente non all’altezza delle aspettative, in quanto più o meno agli stessi livelli di una berlina americana di quel periodo. Anche questa, probabilmente, è una delle ragioni per cui il progetto M12 fallì dopo appena 17 esemplari realizzati.

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