
La Lotus che voleva battere la Ford GT40
Delamere Road, Cheshunt, Inghilterra, 1963. La fabbrica Lotus, fondata appena undici anni prima da Colin Chapman, ma già famosa in tutto il mondo per le sue auto leggere e velocissime, è in gran fermento. Finora, non c’è praticamente competizione automobilistica con cui la casa inglese non si sia misurata; la produzione della spider Elan e della berlina Ford Cortina da corsa aggiungono altra carne al fuoco, ma Chapman non è tipo da tirarsi indietro di fronte alle sfide nemmeno nei momenti più concitati.

Il piazzale della fabbrica di Cheshunt pullula di Lotus Elan. Dopo un inizio a singhiozzo, la produzione andrà a pieno ritmo e l’auto si rivelerà un successo
DALLA LOTUS… Dagli Stati Uniti arriva in Inghilterra una delegazione di manager della Ford. Incassato il no della Ferrari, che aveva rifiutato di venderle il reparto corse, la casa americana è in cerca di un partner in grado di far decollare il progetto della GT40, la sport prototipo con cui vuole provare a imporsi nelle gare di durata e rifilare una sonora sconfitta ai bolidi rossi del cavallino rampante nella 24 Ore di Le Mans. La scelta più ovvia parrebbe la Lotus, che è già in affari da anni con la filiale inglese della Ford e vanta un’esperienza impareggiabile nella progettazione e nella messa a punto dei telai.

Una Lotus 30 impegnata in una delle gare rievocative del Goodwood Revival, in Inghilterra
… ALLA LOLA. Gli americani, tuttavia, preferiscono affidarsi a un altro costruttore inglese, la Lola di Eric Broadley. Quest’ultimo, secondo i dirigenti della Ford, ha una personalità meno ingombrante rispetto a quella di Chapman, considerato un genio assoluto per le sue intuizioni progettuali, ma anche troppo vulcanico per riuscire ad andare d’accordo con Carroll Shelby, il vincitore della 24 Ore di Le Mans del 1959 che nel frattempo, appeso il casco al chiodo, ha avviato la produzione delle barchette Cobra con motore Ford e si è unito al team di sviluppo della GT40.

Il V8 della Lotus 30 deriva da quello che la Ford in quegli anni forniva alla Lotus per la 500 Miglia di Indianapolis, che la casa vincerà al terzo tentativo, nel 1965, con Jim Clark
TUTTA “COLPA” DELLA FORD. Nel 1964, sulle ali dell’entusiasmo per la vittoria del primo Mondiale di Formula 1, conquistato l’anno prima da Jim Clark con la rivoluzionaria Lotus 25, Chapman presenta la Lotus 30. C’è chi dice che, con il progetto della GT40 ancora in alto mare, di questa slanciatissima barchetta alta un niente da terra il numero uno della Lotus volesse costruire una versione coupé con il preciso intento di battere gli americani proprio sul terreno in cui aveva creduto di poterli aiutare a vincere. Fatto sta che il progetto non va oltre qualche bozzetto, e a vedere le luci della catena di montaggio saranno solo macchine senza il tetto.

Un disegno della Lotus 30. Si noti la posizione di guida praticamente sdraiata del pilota

Lotus 30
AMBIZIOSA MA… In posizione centrale, cinto ai lati dagli ampi e ondulati parafanghi posteriori, c’è un 4.7 V8 da 350 CV di derivazione Ford: “dissetato” da quattro grossi carburatori a doppio corpo che pescano benzina dai serbatoi collocati ai lati della struttura portante a trave centrale, promette di spingere i circa 760 kg a vuoto della Lotus 30 oltre i 240 km/h. Sulla carta, l’auto promette bene, ma non passa molto tempo prima che comincino a emergere i primi difetti: il telaio non è abbastanza rigido, il motore tende a surriscaldarsi, i freni non sono all’altezza.

Non c’era tipo di auto che il talento di Jim Clark non riuscisse a rendere veloce, ma con la Lotus Cortina il pilota scozzese era particolarmente a suo agio
… INCOMPIUTA. L’auto corre sia in Inghilterra sia negli Stati Uniti, ma a parte la vittoria del Guards Trophy a Mallory Park con Jim Clark, nel 1964, si limita a raggranellare qualche successo qua e là, lontano dai riflettori dell’automobilismo che conta, aggiungendo delusioni a una stagione in cui la Lotus, di delusioni, ne colleziona parecchie, consolandosi unicamente con le gare per berline che con la Cortina Clark domina in lungo e in largo. Due anni dopo, mentre la Lotus 30, nel frattempo evoluta e ribattezzata 40, è praticamente sparita dai radar, la Ford GT40 inaugurerà ai danni della Ferrari sul Circuit de la Sarthe il primo dei quattro successi consecutivi che ne faranno una delle regine indiscusse della 24 Ore di Le Mans. Ma questa è un’altra storia…
Foto: Lotus Cars, Bonhams Cars, Lotus30.com