Lamborghini Estoque: la vittima più illustre delle suv?

Lamborghini Estoque: la vittima più illustre delle suv?

Quindici anni fa, al Salone di Parigi del 2008, la Lamborghini presentò la sua concept-car a 4 porte, la Estoque. Una berlina high-performance da oltre 5 metri di lunghezza (515 cm per la precisione) per 2 metri esatti di larghezza e 135 cm di altezza, destinata a rivaleggiare con l’inglese Aston Martin Rapide che avrebbe debuttato di lì a poco e con le tedesche Audi RS7 Sportback e Porsche Panamera, entrambe prossime venture, all’epoca. Un’auto concepita per soddisfare bisogni della clientela più fortunata e fino a quel momento poco ascoltati, gente dalle caratteristiche poliedriche alla ricerca di un’auto firmata da un brand esclusivo come Lamborghini, ma adatta all’uso quotidiano e allo stesso tempo in grado di vestire il ruolo di supersportiva di alta caratura e di granturismo dalla notevole guidabilità. In quel momento l’unica sportiva a quattro porte davvero potente e vicina per filosofia alle caratteristiche della Estoque si chiamava Mercedes CLS 63 AMG, mentre la AMG GT Coupé 4 era di là da venire.

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560 CV CON LA CORRIDA NEL CUORE. Estoque è il nome di una delle spade del matador, nel solco quindi della tradizione legata al mondo delle corride e dei tori più possenti, e rappresenta un romantico richiamo alla gloriosa Espada, la prima Lamborghini a 12 cilindri con motore anteriore e vocazione, per così dire, familiare. Al pari della Gallardo, la Lamborghini Estoque era attesa con un motore V10 da 5,2 litri di cilindrata per 560 CV di potenza massima abbinato a un cambio a doppia frizione e 7 rapporti e alla trazione integrale; per massimizzare le sue prestazioni, il peso era contenuto in 1665 kg grazie al ricorso a materiali costosi e raffinati come la fibra di carbonio. Gli interni erano invece interamente rivestiti in pelle pregiata, a sottolineare l’esclusività e la sportività dell’auto, per la quale si ipotizzava un prezzo superiore ai 200mila euro.

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IN PRODUZIONE, SÌ O NO? Della Estoque era prevista, secondo quanto riportava all’epoca il quotidiano Il Sole 24 Ore, una produzione annua nell’ordine dei 3000 pezzi, allineata quindi a quanto Aston Martin aveva previsto per la Rapide: in realtà l’auto, disegnata da Filippo Perini, all’epoca Direttore del Design Lamborghini, è rimasta a livello di concept-car, visto che il 22 marzo 2009 a Sant’Agata Bolognese venne deciso di non proseguire oltre. Chiamato in causa dopo, l’attuale CEO Stephan Winkelmann ha però smentito le notizie relative alla possibile produzione in serie della Estoque, sostenendo che fosse stata concepita come una concept-car senza programmi effettivi di produzione in serie. Eppure aveva conquistato tutti a Parigi: il frontale ispirato alle supercar Gallardo e Murcielago, i fianchi possenti riempiti dalle ruote in lega da 22 e 23 pollici dietro cui occhieggiavano i freni carboceramici, il profilo muscoloso e spigoloso dominato dai 3010 mm di interasse le donano ancora oggi una presenza imponente.

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PATTO DI NON BELLIGERANZA? Forse i proprietari tedeschi della Lamborghini non intendevano disturbare il lancio ormai imminente della Porsche Panamera o dell’evoluzione più prestazionale, leggasi RS, dell’Audi A7 Sportback; o forse ancora le ripercussioni economiche del crack bancario del 2008 aveva fatto rivedere i piani di espansione del marchio di Sant’Agata. Resta il fatto che della Estoque è rimasto solo un esemplare, quello della concept-car svelata tra migliaia di “ooohhh” al Mondial de l’Automobile di Parigi. Per guidare una Lamborghini a 4 porte (anzi, 5) occorrerà attendere un decennio, e salire a bordo della Urus, la suv strettamente derivata da Cayenne, Q8 e Bentayga. Una scelta naturale quella di Lamborghini di adottare una carrozzeria rialzata per la sua prima cinque posti, in un mercato che aveva ormai definitivamente consacrato suv e crossover in ogni segmento e per ogni portafoglio. Per quanto riguarda un’auto bassa e a quattro posti, be’ dopo tutti questi anni, la Lamborghini è pronta a stupirci e questa volta fa sul serio: la prima elettrica del Toro, vero non sarà una berlina, ma una sportivissima gran turismo. E presto sapremo molto di più di lei… 

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