Le prime volte della Ferrari. Parte 1

Le prime volte della Ferrari. Parte 1

Nella storia della Casa di Maranello ci sono state tante prime volte. Ad ognuno di questi accadimenti è successo un evento grandioso: è sbocciato un piccolo fiore in un grande prato d’erba fresca e rigogliosa. Enzo Ferrari, uomo energico, cinico e machiavellico, ha trattato quei momenti come semplici fasi di un progetto: vincere una competizione. Non ha mai avuto il tempo di gioire per un traguardo. Ne è sempre iniziato subito uno nuovo da conquistare. In quella vita tumultuosa le ‘prime volte’ con le sue macchine sono maturate in capitoli straordinari della sua storia. Ne abbiamo selezionate nove, ecco la prima puntata.

Ferrari 275 GTB 4

Ferrari 275 GTB/4

LA PRIMA STRADALE CON MOTORE BIALBERO: 275 GTB/4 1966. Al Salone di Parigi del ’64 l’interesse dei ferraristi è per l’erede della 250 GT di Pininfarina: la 275 GTB è la prima Ferrari con retrotreno a ruote indipendenti e trasmissione Transaxle. È regale, sontuosa e tumultuosa grazie al possente V12 da 3,3 litri con 280 cv che la spinge a 270 km/h. Tanto per cambiare Pininfarina ha creato un design che è pura magia: musone lungo e imponente, grandi fari carenati, lunotto fastback con labbro finale sullo sportello del baule e coda tronca (somiglia un po’ alla Lamborghini 350 GTZ eseguita da Zagato). Nel tardo ’65 il musetto viene allungato e il comfort migliorato. Nell’ottobre del’66, a due anni dal lancio ecco un’importante novità: la nuova 275 GTB/4 è la prima Rossa stradale con dodici cilindri a due alberi a camme in testa. Chi la ‘assaggia’ rimane rapito e la descrive come la favolosa erede delle 315/335 da corsa del ’57: motore inesauribile, poca inerzia, si rimane stupiti da quanto velocemente l’ago del contagiri sale. Fino al ’68 Maranello sforna 220 unità prima di lasciare il posto a sua maestà la Daytona. (Immagini: Ferrari Archive).

Ferrari 208 GTB Turbo

Ferrari 208 GTB Turbo

LA PRIMA STRADALE CON IL TURBO: 208 GTB 1982. Nei primissimi Anni ’80 in molti si lamentano: la 208 GTB è così sotto tono che i moscerini si schiantano in coda. Del resto la piccola di Maranello è un unicum del mercato: è pensata per l’Italia per evitare l’IVA al 38 percento che scatta per i motori oltre due litri. Ma il risultato è una Ferrari con soli 155 cv (una Porsche 911 SC ne fa 180) per 215 km/h. Nel 1982 Maranello rivitalizza la ‘piccola’ due litri con la 208 GTB Turbo. Il compressore a gas di scarico ha debuttato in società alla 24 Ore di Le Mans ’76 su una Renault, Ferrari lo introduce al GP di Monza di F1 del 1980, in prova con Villeneuve: la 126CK è la prima Rossa… col fischio! Dalla pista alla strada: al Salone di Torino si fa avanti la 208 GTB Turbo, l’arma del riscatto. Grazie a un turbo KKK il V8 a 90° cresce a 220 cv a 7000 giri. È un bel guadagno per il telaio F106DB100. L’estetica è riconoscibile per la presa Naca sui fianchi posteriori, la targhetta ‘208 Turbo’ gli scarichi avvolti da una specie di guaina metallica e, in abitacolo, il manometro del turbo sul tunnel centrale. La velocità massima è di 242 km/h contro i 235 di una 911 SC 3.000 da 204 cv. Nel 1983 le si affianca la GTS con tetto asportabile. Ne sono costruite 437 (contro sole 160 GTB) fino all’85, anno di ingresso della GTB Turbo. (Immagini: Ferrari Archive).

Ferrari 212 Inter Cabriolet Pininfarina

Ferrari 212 Inter Cabriolet Pininfarina

LA PRIMA DISEGNATA DA PININFARINA: 212 INTER CABRIOLET 1952. Il successo delle prime Ferrari è conquistato soprattutto sui campi di in gara: Mille Miglia: (1948, ’49, ‘50 e ’51), Giro di Sicilia (1948) e 24 Ore di Le Mans (1949). Nel ’52 la Casa ‘sconfina’ nel territorio del lusso puro e dell’eleganza, alla ricerca di portare l’essenza dei suoi modelli un ambito ancora poco esplorato. Nell’estate di quell’anno nasce la prima Ferrari di Pininfarina, una 212 Inter che il carrozziere torinese realizza in un affascinante colore bourdeaux con in selleria marrone. A Grugliasco bisogna risolvere il problema dell’ingombro del motore, un dodici cilindri di 2,5 litri ottenuto incrementando l’alesaggio dell’unità della 166. Pininfarina alza il cofano in due punti: nella parte finale e nel punto di massima altezza di questo, fronte i tergicristalli. La forma complessiva si contraddistingue per sobrietà: la fiancata ha una struttura monolitica mentre sulla coda la modellazione è appena accennata, limitata ai piccoli fari. È l’inizio di una collaborazione che durerà fino al 2012 con la Ferrari F12 Berlinetta, l’ultima GT della Ferrari a portare la firma del carrozzerie  torinese.

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