Le prime volte della Ferrari. Parte 2

Le prime volte della Ferrari. Parte 2

Nella storia della Casa di Maranello ci sono state tante prime volte. Ad ognuno di questi accadimenti è successo un evento grandioso: è sbocciato un piccolo fiore in un grande prato d’erba fresca e rigogliosa. Enzo Ferrari, uomo energico, cinico e machiavellico, ha trattato quei momenti come semplici fasi di un progetto: vincere una competizione. Non ha mai avuto il tempo di gioire per un traguardo. Ne è sempre iniziato subito uno nuovo da conquistare. In quella vita tumultuosa le ‘prime volte’ con le sue macchine sono maturate in capitoli straordinari della sua storia. Le tre protagoniste del secondo episodio sono la Ferrari 166 Inter, la 365 GT4 BB e il prototipo 408 4RM.

Ferrari 166 Inter

Ferrari 166 Inter

LA PRIMA FERRARI CON QUATTRO POSTI: 166 INTER 1948. Sotto il sole del 12 marzo del ’47 la prima Ferrari ufficiale esce su strada, ancora senza carrozzeria. È la prima volta di una Rossa a marchio del Cavallino. Ferrari si è fatto nelle competizioni, con orgoglio non sa cosa sia una macchina stradale. La 125 S con il V12 1500 promette bene (debutta al circuito di Piacenza l’11 maggio, il 25 maggio vince il GP di Roma) ma è chiaro che non basta. Ferrari è diventato capo d’azienda: deve rivolgersi anche a chi non è certo utilizzerà a sua 166 per correre. Nel ’48 nasce a Milano (su iniziativa di Elio Zagato, Giovanni Canestrini – uno dei creatori della 1000 Miglia – e il conte Giovanni Lurani) la categoria Gran Turismo. È un concetto a metà strada tra la vettura Turismo e la Sport: la GT è un’auto con meccanica molto spinta ma sa essere docile. Durante la settimana circola su strada normale ma nel weekend si trasforma in auto da corsa con la sola applicazione del numero di gara sulla fiancata. Al Salone di Torino del ’48 Ferrari presenta la 166 Inter Coupé. È un modello fondamentale nella storia della fabbrica: è considerata la prima Ferrari con quattro posti, la prima in configurazione Gran Turismo e la prima con cilindrata di due litri. Il V12 Colombo, nato ‘125’, quasi subito si trasforma in ‘159’ e, con un ulteriore ritocco di alesaggio e corsa, tocca quota 1995 cc (un banale calcolo: 166 x 12). Viene prodotta sia in versione corsa con carrozzeria siluro sia in configurazione chiusa con ‘vestito’ integrale. Sulla Inter c’è più lusso, più comodità, più comfort. La produzione complessiva è di circa quaranta esemplari allestiti con varie carrozzerie (Immagini: Ferrari Archive).

Ferrari 365 GT4 BB

Ferrari 365 GT4 BB

LA PRIMA FERRARI DA 300 KM/H (DICHIARATI): 365 GT4/BB 1973. Nel 1960 la Ferrari 246 P F1 è la prima Rossa con motore posteriore. Monta un V6 di 2,4 litri. Nel ’64 i cilindri raddoppiano: la 512 F1 è la prima con motore a V di 180°. Al Salone di Parigi ’68 debutta la Daytona, erede della 275 GTB/4 e nel ’69 la Fiat acquista il 50 percento della fabbrica. Non è un bel periodo ma almeno la 212 E ‘Montagna’ vince l’Europeo in Salita e riporta il 12 cilindri piatto sotto i riflettori. Al punto che diventa il cuore della 312B di F1, che regala il secondo posto al Mondiale di F1 1970. Dalla massima formula alla strada il passo è breve. Il Salone di Torino ’70 dà il benvenuto all’erede della Daytona: la 365 GT4/BB è il primo modello stradale con pistoni contrapposti. Per lei inventano un nome che diventa leggenda: Berlinetta Boxer. Il propulsore è ispirato ai boxer di F1, un dodici cilindri in alluminio a carburatori la cui disposizione permette di ottenere un albero motore montato su cuscinetti a sette bielle affiancate. Ma per renderlo più compatto il cambio è sotto il carter ed è controllato da tre tenditori. Ha una cubatura di 4,4 litri come la Daytona. Per contenere il peso i pannelli interni del telaio (con cellula dell’abitacolo in acciaio) sono in vetroresina, le quattro sospensioni sono indipendenti con molle elicoidali ed ammortizzatori idraulici. Produce 380 cv e ha un design ispirato al prototipo P6 di Pininfarina, una forma di fascino smisurato, possanza e muscoli: larghissima, bassa, musetto a cuneo, coda tronca, piccolo spoiler sulla parte finale del tetto. La BB dichiara 300 km/h, la prima Ferrari capace di spingersi a questa velocità. (Immagini: Ferrari Archive).

Ferrari 408 4RM

Ferrari 408 4RM

LA PRIMA FERRARI CON TRAZIONE INTEGRALE: 408 4RM 1987. Nel 1987 iniziano le consegne della Porsche 959 (è noto che Stoccarda ci sta perdendo) ma nel cassetto c’è la Carrera 4, una rivoluzione nel modo di concepire un’auto sportiva per il quotidiano. L’eco del Gruppo B, della sua mostruosa ‘violenza’ e del suo incanto arriva anche a Maranello, dimora avida dell’emozione motoristica, luogo dove anche il più agnostico di auto pensa al Cavallino. Uno degli ultimi progetti di Mauro Forghieri è la prima Ferrari con trazione integrale della storia. Viene concepita tra il 1987 e l’88 e allestita in sole due unità (dotate di regolare numero di telaio di produzione). È una creazione di elevato valore tecnico che esplora nuovi esiti e obbiettivi per la Casa. Lo stesso non si può dire a occhi chiusi per lo stile, evidentemente figlio di scelte stilistiche orientate al grido di “massima innovazione”. E basta così. Il fulcro è un sistema con quattro ruote motrici alquanto misterioso, equipaggiato con un non meglio conosciuto giunto idraulico. La trasmissione lavora di concerto con un otto cilindri bialbero di quattro litri e quattro valvole per cilindro per 300 cavalli dichiarati. Il primo esemplare, di colore rosso (serial number 70183), ha un allestimento approssimativo, volto a illustrarne soprattutto i capitolati tecnici: telaio spaceframe in acciaio con tubi saldati. Il secondo (n.78610) ha un telaio misto in acciaio e alluminio con tubi incollati e allestimento più curato (anche gli specchi esterni). Sarebbe pronto per la produzione. Invece non se ne fa niente. Oggi è al Museo ufficiale Ferrari. (Immagini: Ferrari Archive).

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