Lost: dieci tipi di auto scomparsi dal mercato

Lost: dieci tipi di auto scomparsi dal mercato

Quasi nemmeno ce ne accorgiamo più, ma tantissimi tipi di automobile che fino a non molto tempo fa non era poi così raro incontrare sulle nostre strade sono ormai in via d’estinzione, se non definitivamente spariti dalla circolazione. Tutta colpa delle suv, diranno in molti, ma imputare esclusivamente all’ascesa dei modelli a ruote alte la ragione della scomparsa delle berline a due porte o delle spider a tre posti – solo per citare due delle dieci illustri rappresentanti della categoria che abbiamo riunito nella nostra raccolta – è una semplificazione che non basta a mettere a fuoco quel vuoto creativo generale che in molti, tra i grandi designer della vecchia guardia, avvertono osservando le macchine moderne. Come diceva Coco Chanel, le mode passano, lo stile resta, e oggi che le auto spesso e volentieri finiscono col somigliarsi un po’ tutte, la grande eredità di quei modelli così audaci e originali, oggi custoditi nei garage di pochi intenditori, oppure ritratti sulle pagine di libri, è proprio questa: ricordare che un’alternativa all’uniformità dell’automobile, soprattutto alla luce della grande libertà progettuale offerta dalle moderne piattaforme elettriche, esiste ancora.

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PICCOLE WAGON A TRE PORTE. Non esattamente memorabili da un punto di vista estetico, ma incredibilmente pratiche, luminose e spaziose, dagli Anni ’50 agli ’80 del secolo scorso, le utilitarie con carrozzeria giardinetta sono state a lungo fedeli compagne per milioni di famiglie che, in un’automobile, ricercavano prima di tutto concretezza e versatilità a buon mercato. Poi arrivarono gli i ’90 e, con essi, una nuova generazione di city-car più moderne e accattivanti: per le baby station wagon a tre porte, come la Volkswagen Polo del 1986 ritratta nella foto, non ci sarebbe più stato un domani.

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BERLINE A TRE VOLUMI E DUE PORTE. Oggi sarebbe difficile anche solo immaginare una vettura tre volumi di segmento medio-alto con due sole porte. Eppure negli Anni ’70 la versione coupé della BMW Serie 3 (nella foto) era del tutto simile alla berlina a quattro porte da cui derivava, eccezion fatta per le portiere posteriori. L’idea di fondo, in fondo, non era poi tanto diversa da quella messa in atto in tempi non sospetti dalla Ford con la Escort e dalla Volkswagen con la Derby: macchine che costavano poco e badavano al sodo, ma inesorabilmente destinate a scomparire per far posto a berline e coupé sempre più sportive.

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COMPATTE A TRE PORTE. Se non riuscite a credere ai vostri occhi mentre armeggiate online sui vari car configurator delle case automobilistiche, fate un salto nella concessionaria più vicina e verificate di persona: i tempi cambiano in fretta e oggi non è più possibile acquistare una Volkswagen Golf o un modello di pari categoria con carrozzeria a tre porte. La situazione non cambia molto nemmeno scendendo di segmento, perché sempre meno automobilisti sono disposti a sacrificare un pizzico di confort sull’altare dello stile.

Shooting-brake

SHOOTING-BRAKE. A metà strada tra coupé e station wagon, negli Anni ’70 e ’80 strizzavano l’occhio a quella clientela facoltosa e raffinata che voleva distinguersi nel traffico con un tocco di originalità. Oggi macchine come la Renault Scimitar GTE (nella foto) e la Lancia Beta HPE (nell’immagine di copertina) sono simboli di un’epoca che non c’è più.

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CABRIOLET A QUATTRO PORTE. Da sempre un enorme grattacapo per i progettisti che si trovavano a doverle disegnare e mettere in strada, raggiunsero il loro picco di popolarità tra gli Anni ’30 e ’50, soprattutto negli Stati Uniti, dove la Lincoln Continental Phaeton (nella foto) rimane uno dei più fulgidi esempi di complessità strutturale applicata alla progettazione automobilistica. Affascinata dall’idea di una quattro porte a cielo aperto, la Mercedes provò a realizzarla nel 2006, ma la Ocean Drive con motore V12 non ha mai superato lo stadio di prototipo.

Citroen-Mehari-Spiaggine

SPIAGGINE E SIMILI. Con la progressiva uscita di produzione di modelli come la Mini Moke, i Daimler-Benz Unimog e le piccole jeep senza tetto è tramontato un intero filone di veicoli di vera o presunta derivazione militare concepiti per il lavoro, il divertimento e il tempo libero. Oggi quasi più nessuno userebbe una Citroën Mehari come quella ritratta nella foto per andare nel deserto, ma incontrarne una, con un po’ di fortuna, è ancora possibile.Una buona idea potrebbe essere frequentare le località balneari più à la page, dove la piccola spiaggina parigina non passa mai di moda.

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SPEEDSTER. A chiunque non sia completamente all’asciutto in materia di auto d’epoca, la parola Speedster fa subito venire in mente la Porsche 356 (nella foto, una A di fine Anni ’50 con motore 1600). In origine, però, questo termine si riferiva a bolidi rudimentali con carrozzerie ridotte all’osso con cui i più coraggiosi piloti d’inizio Novecento sfrecciavano nelle saline a caccia di nuovi record di velocità. Oggi le sportive con il parabrezza appena accennato e la capote striminzita si contano sulle dita di una mano e sono appannaggio esclusivo di chi, per averle, non ha problemi a sborsare cifre a cinque zeri.

Targa

TARGA. Anche Targa è una denominazione che affonda le sue origini nella tradizione Porsche. La prima 911 in configurazione cabriolet sicura, con tettuccio rigido rimovibile, risale al 1966 (qui per saperne di più). Il layout negli anni a venire è stato ripreso e reinterpretato con successo da altri costruttori, tra cui la Fiat, con la X1/9 (nella foto), la Datsun, con la 280 ZX, e la Ferrari, con le berlinette GTS degli Anni ’80 e ’90. Un tempo la copertura si rimuoveva manualmente, mentre sulla moderna Porsche 911 – una delle pochissime automobili con questo tipo di carrozzeria oggi disponibili sul mercato – il meccanismo è completamente elettrico.

Fastback

FASTBACK. Le fastback dei giorni nostri sono berline – per lo più tedesche e di alta gamma – con una coda più slanciata e spiovente, ma fino agli Anni ’70 erano coupé sportive come la Ford Mustang GT-A nella foto qui sopra. Macchine delle quali, oggi, non rimane praticamente alcuna traccia.

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COUPÉ A TRE POSTI. Tre poltroncine, una accanto all’altra, racchiuse in un involucro basso e slanciato: la ricetta inventata dalle francesi Matra e Simca con la Bagheera (nella foto, un prototipo del 1973) e da loro riproposta con la Murena avrebbe potuto fare scuola, ma in pochissimi hanno preso appunti. Praticamente nessun costruttore di automobili si è mai innamorato dell’idea di poter realizzare un’auto in grado di correre come su una Lotus, ma con un posto in più in prima fila. A parte la McLaren, che nel 2018 ha svelato la Speedtail, una supercar ibrida a tre posti (quello del pilota, al centro, leggermente sfalsato in avanti) da oltre un milione di sterline.

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