Maserati, l’epopea delle Biturbo

Maserati, l’epopea delle Biturbo

Irrimediabilmente incompresa, piena di contraddizioni, in pari misura criticata e idolatrata. Per certi versi, addirittura incompiuta. Ma, proprio per questo, romantica come poche altre in quello spazio dell’universo dei motori magico e rarefatto in cui un veicolo diventa un’opera d’arte. Nei ruggenti Anni ’80, la Maserati Biturbo prometteva di filare come una Porsche 911 alla metà del prezzo. Tra l’incredulità e il disappunto della clientela del Tridente, abituata a pagare fior di quattrini senza battere ciglio pur di assicurarsi le esclusive granturismo modenesi, la nuova sportiva offriva il sogno Maserati a un prezzo di saldo. Roba da non crederci. Doveva essere l’ennesimo colpo di genio di Alejandro De Tomaso, che insieme alla finanziaria pubblica Gepi, nell’estate del 1975, era stato artefice del salvataggio della casa modenese dopo il fallimento della gestione Citroën. In realtà, le strade della casa del Tridente e di De Tomaso si erano incrociate per la prima volta una ventina d’anni prima, quando dalla sua Argentina Alejandro era arrivato a Modena, nel cuore di quel territorio senza eguali al mondo in cui sono nate le leggende di Ferrari e dei Maserati. Era stato pilota prima per la casa del Tridente e poi per la Osca, la piccola fabbrica di macchine da corsa che i fratelli Maserati avevano fondato nel 1947. Pochi potevano dire di conoscere a fondo Alejandro De Tomaso, che negli anni giovanili a Buenos Aires, da tale Ernesto Che Guevara, un irrequieto studente di medicina che sognava la rivoluzione, aveva imparato come anche i sogni apparentemente impossibili possono diventare realtà. Saper interpretare i moti del suo animo era impresa ardua, ma non era difficile immaginare che quel vulcanico italo-argentino, condannato sin da ragazzo a un amore folle e incondizionato per le macchine belle e potenti, di strada ne avrebbe fatta parecchia.

Foto testo Maserati Biturbo

Nel 1959 aveva cominciato a mandare in giro automobili con il suo marchio, la stessa ‘T’ impressa sul bestiame dell’estancia di suo padre. Un quarto di secolo più tardi, si preparava a guidare la rinascita di quella Maserati che portava nel cuore dai tempi delle corse. Bella, veloce e imprevedibile, la Biturbo è il modello che più d’ogni altro ha rappresentato e rappresenta ancora oggi un’azienda che ben presto De Tomaso aveva cominciato a plasmare a sua immagine e somiglianza. Tanto era difficile prevedere le mosse e le intenzioni di Don Alejandro, che a lampi di genialità assoluta alternava preoccupanti blackout gestionali, quanto era normale non riuscire a trovare una Biturbo uguale all’altra. E se in qualche modo questo poteva anche essere tollerato dai clienti italiani, spesso disposti a chiudere un occhio sulla qualità a fronte di potenze e prestazioni eccezionali, per gli utenti americani era una cosa semplicemente impossibile da concepire. Migliaia di automobilisti yankee, abituati a guidare da una vita Ford e Chevrolet e attirati da un prezzo di lancio di ‘soli’ 35mila dollari, si fiondarono sulla Biturbo illudendosi di poter comprendere i sottili equilibri che ne regolavano il funzionamento. Se usate male, le nuove Maserati correvano addirittura il rischio di prendere fuoco, al punto che dal 1986 in avanti, per scongiurare pericolosi surriscaldamenti nel sistema di scarico, De Tomaso dotò tutti i modelli di starter automatico. Fu soltanto una delle infinite modifiche effettuate dal 1982 al 1998. Tanto durò – in un avvicendarsi senza sosta di versioni sempre più potenti e veloci – la carriera della Biturbo, che ripercorriamo nella Gallery+ a corredo dell’articolo.

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2 commenti su “Maserati, l’epopea delle Biturbo”
  • t5457925 ha scritto:

    AUTO MOLTO Bella ma della visione di molti vista come fragile e costosa da mantenere visto anche la sua versione aspirata GT Per chi fosse interessato ai video andatevi a vedere affari a quattroruote stagione 11 episodio 5 la 3200 GT e nell caso della biturbo diventa bimotore elettrica stagione 13 episodio 16

  • fz4sym ha scritto:

    La sportiva più desiderata del 1983. Una vettura da amare come una bella donna con tutti i suoi pregi ed i suoi difetti. Se curata e guidata come si deve, rende ancora oggi piacevoli giri turistici. Abbisogna di Meccanici con la M maiuscola, che sappiano dove e come metterci mano. Diffidare di esemplari a basso prezzo, perchè sicuramente presenteranno poi un conto del doppio di quanto speso per acquistare quello che sembrava un affare. Ricercare solo auto che siano efficienti, pronte per l’uso e con l’aria condizionata funzionante ed efficiente. Quando troverete la vettura giusta non potrete più farne a meno. Una prova della Biturbo la trovate anche qui : https://www.youtube.com/watch?v=pphX3mYkdDs

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