Mercedes 500 GE V8, la mamma delle “G” AMG

Mercedes 500 GE V8, la mamma delle “G” AMG

C’è un solo veicolo al mondo in cui convivono in un’armonia difficile da spiegarsi l’anima di una fuoristrada pura e quella di un bolide da corsa e quel veicolo risponde al nome di Mercedes Classe G AMG. Oggi la più pregiata e inarrivabile delle Geländewagen è un “bestione” scintillante con 585 CV e un prezzo vicino ai 190.000 euro, ma non è da meno la sua più lontana antenata, la Mercedes 500 GE V8. Ovvero la prima fuoristrada della casa tedesca a essere mossa da un motore V8. Più precisamente, lo stesso “5000” di cui a cavallo tra gli Anni 70 e 80 si sono fregiati modelli sportivi della stella a tre punte del calibro di 500 SL, 500 SLC e 450 SLC.

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SOLO PER POCHI. Lanciata nel 1993, esattamente trent’anni fa, e rimasta in produzione solo fino al 1994, la Mercedes 500 GE V8 fu costruita in appena 446 esemplari, 54 in meno rispetto ai 500 previsti inizialmente dalla casa. Il motivo? La disponibilità del motore M 117 di seconda generazione – che differiva dalla prima versione, nata 14 anni prima, per il monoblocco realizzato non più in ghisa ma in una più leggera e resistente lega speciale di alluminio e silicio – era limitata, e i più grandi e moderni propulsori con teste a quattro valvole anziché due per cilindro non erano compatibili con gli ingombri del vano anteriore che avrebbe dovuto ospitarli. 

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RIVOLUZIONE D’IMMAGINE. Forte di 240 CV, quel raffinato V8 alimentato a iniezione elettronica ha trasformato per sempre la Classe G da un pur elegante e sciccoso veicolo da fatica in un mezzo di super lusso con cui svettare in grande stile, senza il minimo timore reverenziale, tra le auto preferite dalla jet society. Sempre eccezionale sui terreni più impervi, sebbene un po’ meno abile nel guadare i corsi d’acqua più profondi rispetto alle sorelle meno potenti, la Mercedes 500 GE V8 brillava anche sull’asfalto. L’architettura meccanica con la trazione 4×4 del tipo sempre in presa del modello W 463 su cui era basata la rendeva più confortevole rispetto alle più rudi “G” derivate dalla capostipite a trazione integrale inseribile del 1979. E in linea con il comfort erano le prestazioni, davvero elevate per l’epoca (e ancora oggi, visto il tipo di auto): 180 km/h di velocità massima e 11,4 secondi per “bruciare” lo “0-100”.

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GOMME E FRENI SPECIALI. Per far fronte a doti velocistiche fino a quel momento sconosciute ai modelli della Classe G i progettisti della Mercedes ripresero in mano i disegni dell’impianto frenante, dotandolo di ABS e prevedendo un sistema di autoventilazione per smaltire più efficacemente il calore nella parte interna dei dischi anteriori. I cerchi di alluminio di 16 pollici calzavano ruote 265/70 realizzate ad hoc dalla Bridgestone e in grado per la prima volta al mondo di far correre un veicolo fuoristrada sul filo dei 210 km/h. 

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UN SALOTTO A CINQUE ZERI. E gli interni? Non meno lussuosi di una suite da mille e una notte, con una profusione di morbida pelle e pregiati legni di noce a foderare un abitacolo dotato di ogni comfort possibile e immaginabile, dall’aria condizionata al cruise control, dal tetto scorrevole elettricamente ai sedili riscaldati. A un lusso così sfrenato non poteva che corrispondere un prezzo di listino decisamente sopra la media persino per una Mercedes d’alta gamma: i 129.030 marchi necessari per una 500 SE con motore V8 (praticamente la versione di punta delle super berline della Classe S dell’epoca, se si esclude la 600 SE con il V12) erano bruscolini, in confronto agli oltre 178.000 che servivano per mettersi in garage la “mamma” di tutte le future Classe G AMG.

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