Mille Miglia 1931: la prima vittoria tedesca

Mille Miglia 1931: la prima vittoria tedesca

Questa è la storia di una vittoria inaspettata: già, perché la Mercedes SSKL (W 06 RS) – nonostante gli innumerevoli espedienti adottati per aumentarne la maneggevolezza – è tanto pesante, quanto larga e imponente. Non esattamente la vettura ideale per attraversare l’Italia a tutta velocità sulle strade degli Anni ’30 tra paesi e folle festanti. Al volante però c’è un osso duro, c’è Rudi Caracciola e, anche se sa di non essere il favorito, spinge come un dannato. Insieme al suo co-pilota Wilhelm Sebastian, conclude i 1635 chilometri della quinta Mille Miglia in 16 ore 10 minuti e 10 secondi all’impressionante media di 101,6 km/h. Nessuno prima di lui aveva mai osato tanto. Nessuno, prima di lui, s’era permesso di vincere la Corsa più Bella del Mondo senza esser nato in suolo italico.

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UNA SFIDA SENZA PARI. All’edizione del 1931 gli equipaggi iscritti sono oltre 150. Si parte naturalmente da Brescia, si passa da Parma, Bologna, s’attraversano gli Appennini per arrivare a Firenze e Siena, fino a Roma. Da qui verso Perugia, Macerata e tutta la riviera Adriatica fino a Rimini, per rientrare verso Bologna, poi Verona e tagliare infine il traguardo bresciano. I team italiani giocano in casa: conoscono a menadito del percorso e, sopratutto, trovano ricambi un po’ dappertutto. Molto diversa è la situazione per i tedeschi: il direttore sportivo Alfred Neubauer è riuscito a dislocare solo quattro punti assistenza per la Mercedes-Benz SSKL del duo tedesco; “C’erano meccanici e officine per gli italiani praticamente ovunque”, disse Caracciola, “mentre noi dovevamo stare ben attenti a mantenere l’auto efficiente senza contar troppo sull’aiuto altrui”.

Alfred Neubauer a sinistra, Rudi Caracciola al centro

Alfred Neubauer a sinistra, Rudi Caracciola al centro

UNA STELLA DA 300 CAVALLI. La macchina, ufficialmente, è una SSK. La nomenclatura SSKL — Super Sport Kurz Leicht ovvero super sport passo corto alleggerita – sarebbe subentrata ufficialmente solo l’anno successivo, dando vita al quarto e ultimo modello dell’iconica serie S, concepita appositamente per le corse. Sotto la guida di Hans Nibel la vettura è stata alleggerita alla bene e meglio e ha perso 125 chili scendendo a quota 1352: nemmeno tanto, se consideriamo che sotto il cofano alloggia un sei cilindri da 7 litri sovralimentato da un compressore volumetrico Roots per 300 cavalli di potenza e 235 km/h di punta massima.

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TRIONFANO I TEDESCHI. Caracciola e Sebastian partono alle 15:12 del 12 aprile. Strade strette e dissestate e angusti passi Appenninici sono all’ordine del giorno. Solo verso la fine della corsa la SSKL può viaggiare a tutto gas. “Sono rimasto seduto in vettura per 16 ore, sempre lì, attraversando mezza Italia di giorno, di notte e ancora il giorno successivo. Non sapevo nemmeno in che posizione potessimo essere”, afferma il pilota e aggiunge “Quando arrivammo a Brescia, Neubauer era fuori di sé, ballava come uno sciamannato e non capivo il perché. Mi ci volle qualche attimo per realizzare che avevo vinto la gloriosa Mille Miglia”. Dietro di lui, 31 equipaggi italiani. Il primo team forestiero in classifica dopo Caracciola/Sebastian er quello della Graham-Paige, giunto in 32esima posizione. Un dato che sottolinea alla perfezione la larga misura di questo successo tedesco.

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