Peugeot 205, quando il leoncino tirò fuori gli artigli

Peugeot 205, quando il leoncino tirò fuori gli artigli

C’è un prima e un dopo, nella storia recente della Peugeot, e per cristallizzare quel momento bisogna riportare le lancette dell’orologio indietro di quarant’anni. La casa francese, intrappolata in una crisi profonda, quella provocata dai due shock petroliferi degli anni ’70, scommette su un modello piccolo, spazioso e versatile per risollevarsi e voltare pagina. Nasce la Peugeot 205, che con 5 milioni 278mila 300 esemplari venduti tra il 1983 e il 1998 rappresenta ancora oggi uno dei maggiori successi del Leone. Amatissima anche nel nostro paese, dove la Peugeot sbarcò 130 anni fa (qui per saperne di più), la 205 è rimasta famosa anche per l’impronta indelebile che ha saputo lasciare nelle corse e, sulle strade di tutti i giorni, nel settore delle utilitarie sportive. Una categoria che ha contribuito a creare insieme ad altre mitiche “piccole bombe” come la Fiat Uno Turbo e la Renault 5 Turbo.

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GTI, CAPITOLO PRIMO. Di GTI non c’è solo la Golf: di queste tre letterine magiche, che nella mente degli appassionati di motori fanno immediatamente rima con divertimento e piacere di guida, nel 1984 si fregia anche la Peugeot 205. La ricetta alla base del successo di questa piccola belva è semplice ed efficace, e dimostra quanto a Sochaux all’epoca fossero davvero bravi a trasformare una semplice city-car in un’auto capace di disegnare sorrisi a trentadue denti sul volto di chi la guidava. La prima Peugeot 205 GTI è mossa dal più grande dei nuovi, moderni motori quattro cilindri a benzina della famiglia XU con cui è equipaggiata l’utilitaria della casa del Leone. Nella sua configurazione iniziale, il 1.6 fornisce 105 CV, che diventano 115 all’inizio del 1986 nella versione che prima affiancherà e in seguito sostituirà al vertice della gamma quella meno potente. Entrambe assicurano accelerazioni brillanti e una guida “rude” che oggi, a distanza di tanti anni, rimane la caratteristica preferita dagli appassionati di questo modello. Una scatoletta tutta grinta e motore capace di scattare da 0 a 100 km/h in circa nove secondi e di superare i 190 km/h.

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PENSATA PER DOMINARE DEI RALLY… La Peugeot 205 GTI rappresentava il punto d’incontro ideale tra la praticità di una city-car e il piacere di guida tipico di una granturismo. Ma per vincere nei rally che contano alla Peugeot serviva qualcosa di più: da questo preciso presupposto, sempre nel 1984, prende forma la versione Turbo 16, realizzata in non uno di più dei 200 esemplari richiesti dalla Federazione internazionale per ottenere l’omologazione del modello da corsa. Il motore, un 1.8 sovralimentato mediante turbocompressore in grado di sprigionare una potenza massima di circa 200 CV, da davanti viene spostato al centro, mentre la trazione anteriore, per poter lottare ad armi pari con l’Audi quattro, lascia il posto a un più evoluto schema a quattro ruote motrici.

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… CI È RIUSCITA DA SUBITO. La Peugeot 205 Turbo 16 viene concepita sfruttando al massimo le pressoché illimitate possibilità offerte dal regolamento del Gruppo B, all’epoca la categoria regina (nonché la più estrema) dei rally. Ne viene fuori un’auto da corsa dalle prestazioni spaventose, che ai vantaggi del motore turbo montato in posizione centrale unisce quelli delle quattro ruote motrici. Sulle strette stradine del Campionato del mondo la squadra Peugeot detta legge sin dal debutto, lasciando alle avversarie solo le briciole fino all’avvento, alla fine della stagione 1985, della Lancia Delta S4. La rivalità con la vettura della casa torinese, non meno affascinante di quella consumatasi qualche anno prima tra l’Audi quattro e la Lancia 037, si risolverà a favore della casa del Leone, che metterà in bacheca due titoli piloti consecutivi: nel 1985 con il finlandese Timo Salonen e l’anno seguente con il connazionale Juha Kankkunen. Ma la 205 T16 è riuscita a fare grandi cose anche nel deserto, centrando due vittorie di fila nella Parigi-Dakar, nel 1987 con Ari Vatanen e l’anno seguente con Kankkunen.

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GTI, PARTE SECONDA. Nel 1986 la gamma GTI si amplia verso l’auto con l’ingresso di una più potente versione mossa dal motore XU9 da 1,9 litri di cilindrata e 130 CV. Crescono le prestazioni: lo “0-100” è bruciato in meno di 8 secondi, mentre la punta massima supera di slancio i 200 km/h. Tra i giovani appassionati della bella guida la Peugeot 205 GTI diventa un sogno e, per quelli che possono permettersela, una sorta di must have: grazie alla brillantezza dei suoi motori e al peso contenuto (l’ago della bilancia non arriva ai 900 kg), si guida praticamente come un go-kart e – a patto di saperci fare – può lottare alla pari anche con vetture sportive di categoria superiore.

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CAMBIA UNA LETTERA E SPARISCE IL TETTO, MA… Le emozioni rimangono praticamente identiche. Il leggero aggravio di peso dovuto ai rinforzi della scocca necessari per ovviare alla mancanza del tetto, infatti, ha ripercussioni impercettibili sull’agilità delle Peugeot 205 Cabriolet CTI. Mosse dagli stessi, esuberanti motori delle più potenti delle sorelle con carrozzeria chiusa, regalano prestazioni pressoché identiche: difficile, all’epoca, trovare una scoperta a quattro posti in grado di offrire accelerazioni e allunghi paragonabili a quelli di questa “piccantissima” baby-cabrio.

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CHE PEPERINO, LA RALLYE! Una considerevole parte del suo successo, sia di vendite sia “mediatico”, la Peugeot 205 lo deve ai successi ottenuti nei rally. Ai trionfi delle versioni da corsa s’ispira la Rallye, che a partire dal 1988 costituisce una valida alternativa – sempre in chiave sportiva – alle più costose e raffinate GTI. La livrea è bianca, con sul portellone le strisce colorate dei bolidi allestiti dal reparto sportivo della casa, mentre sotto il cofano scalpita un piccolo “1300” da 103 CV. Più che la potenza massima, a deliziare gli amanti del genere (quasi tutti giovanissimi e molti con un solo sogno nel cassetto: diventare un pilota vero) è l’erogazione del motore, quasi feroce grazie all’alimentazione singola assicurata dai due carburatori a doppio corpo.

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