Quando la moto la guidavano i supereroi

Quando la moto la guidavano i supereroi

Alla fine degli Anni ’60 in Giappone succede qualcosa. Fino a quel momento le moto erano roba per soli appassionati. Mezzi meccanici per i manici delle pieghe o per i signori dello sparo. Astenersi perditempo. La verità è che se non rientravi in una di queste categorie eri destinato alla macchina. O ti attaccavi al tram. Almeno fino a quel 1971 quando, a reti unificate (si fa per dire), la televisione del Sol Levante trasmise per la prima volta la serie Kamen Rider: un manipolo di centauri travestiti da mosconi che ronzava su moto apparentemente rubate al circo. Ideati dal mago dei manga Shotaro Ishinomori, questi squinternati avevano le sembianze di insetti, con tanto di tute imbottite qua e là e caschi più o meno jet. Ti ricordano qualcuno? Esatto, è proprio grazie a questa visione a tutto tondo che nasce il concetto del total look applicato al motociclista. Prima al massimo si personalizzavano giusto i caschi. Ma da quel momento il centauro ha cominciato ad abbinare il suo stile a quello della moto. E viceversa. È allora che le due ruote smettono di essere un semplice mezzo di trasporto. E si trasformano in fenomeno: di costume.

Moto Manga Giapponesi 2

SOTTO IL VESTITO, NIENTE. Vedendole sul piccolo schermo a tubo catodico, magari pure in bianco e nero, non si faceva troppo caso al fatto che queste eroine a due ruote in realtà erano per lo più monocilindriche di dubbia fama pistolate come carri di carnevale. Per questo motivo, nonostante le ali di cartone che si piegavano a ogni salto o le sagome di plastica che schizzavano via un’impennata sì e l’altra pure, sembrava comunque che sprizzassero superpoteri da tutti i raggi. Facendo sognare un’intera generazione di centauri, la mia. Gente cresciuta pensando che la moto non fosse più solo una compagna di pieghe o di scampagnate col vento tra i capelli, ma vere e proprie pietre filosofali a cui ci si doveva accostare col giusto agghindamento: caschi, tute e guanti non sono più visti come semplici indumenti, ma diventano veri e propri paramenti per affrontare quel rito laico che è la vestizione del centauro. Cosa che ha permesso alle due ruote di sdoganarsi dalle piste e di entrare nell’immaginario del fighetto, quello che più tardi sarebbe diventato il paninaro e oggi è l’hipster della porta accanto. Un motociclista suo malgrado, che sceglie le due ruote come fossero un accessorio indispensabile per completare il proprio look.

Moto Manga Giapponesi 3

NON SOLO KAMEN RIDER. Se a lanciare la moda è stata questa serie perpetua (continua ancora oggi, a cinquant’anni dal suo debutto!), i Kamen Rider sono stati seguiti a stretto giro di ruota da tutti i manga che il Giappone manda in terra, a partire da Ultraman (così iconico che Yamaha gli dedica uno scooterino, lo Y15ZR). Per non parlare dei Goggle V (roba del 1982: e sì, visti i colori e le grafiche di Google anche a me è venuto il dubbio che a Mountain View fossero dei fan della serie…), o di Tiger Man (che non è l’Uomo Tigre, ma un Flash Gordon con la faccia da felino che cavalca una moto da giostraio). La carrellata finisce con Zabogar. Un’ulteriore evoluzione della specie: adesso la moto è addirittura un robot con sembianze umane.

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