Rosemeyer: in origine, la Bugatti Veyron fu Audi

Rosemeyer: in origine, la Bugatti Veyron fu Audi

L’appellativo “Frecce d’Argento” non veniva utilizzato solamente per i bolidi Mercedes degli anni ’50, ma anche per vetture ancor più spaventose e “letali” come le Auto Union degli anni ’30. Motori V16 progettati da un certo Ferdinand Porsche, ben oltre 500 cavalli di potenza e un look inequivocabile, con il pilota che pare un macchinista tanto è seduto in avanti e la lucentissima carrozzeria argentata.

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UN PILOTA INTREPIDO. L’aspetto impressionante e primordiale delle Auto Union è un qualcosa che mette in soggezione ancora oggi. Tuttavia, non riuscì ad intimidire Bernd Rosemeyer, pilota tedesco dall’incredibile talento scomparso prematuramente il 28 gennaio 1938: durante una corsa per stabilire il record mondiale di velocità su strada perse il controllo del suo bolide a oltre 430 km/h, morendo sul colpo dopo essere stato disarcionato dal posto di guida. Nella sua breve carriera Rosemeyer si fregiò del titolo di Campione Europeo nel 1936 domando la Auto Union Type C (e mostrando un talento speciale sull’infernale circuito del Nürburgring, del titolo tedesco di cronoscalata e stabilì persino un record di velocità su strada: 432 km/h, nel 1938. Roba da matti. Sfortunatamente, Rosemeyer trovò la morte proprio nel tentativo di migliorare ulteriormente il suo stesso primato. Non aveva ancora trent’anni, quando il suo nome entrò per sempre nella leggenda delle corse.

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UN PASSATO GLORIOSO DA ONORARE. Per omaggiare un pilota così coraggioso e vincente, l’Audi, che nell’Auto Union affonda le sue radici, creò nel 2000 la Rosemeyer, una concept car sbalorditiva. I dati salienti della Rosemeyer tolgono il fiato: motore 8.0 W16 aspirato montato in posizione centrale e quasi 700 cavalli di potenza, con la linea rossa del contagiri a quota 9.000 giri e una velocità massima di 350 km/h. Vi fa venire in mente qualcosa? Esatto, la Bugatti Veyron. L’Audi si servirà della Rosemeyer per qualche minuzia della futura R8, ma la vera erede spirituale (e materiale) della Rosemeyer sarà la Veyron W16 quadriturbo, mamma di tutte le moderne hypercar e ancor più folle di questo concept argentato, in memoria delle Auto Union Type A/B/C/D.

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BESTIA ANTICA. La Rosemeyer è come nessun altra alla vista: l’intera carrozzeria è in alluminio spazzolato, il frontale riprende la griglia delle Auto Union degli anni ’30, mentre il posteriore è monumentale, lungo quanto una city car e ricoperto di feritoie lungo la ‘spina dorsale’ che le donano un look preistorico. Più futuristici sono i dettagli che strizzano l’occhio all’allora neonata Audi TT, come i cerchi, i fari e i bellissimi terminali di scarico, mentre nel tunnel che separa i sedili fa bella mostra di se la leva del cambio manuale a sei marce incastonata in un selettore a griglia che fa tanto Lamborghini. Curiosamente, il volante ricorda quello della Spyker C8. L’Audi Rosemeyer non verrà mai prodotta in serie, ma aprirà la strada a una delle più incredibili e rivoluzionarie sportive di sempre. Chissà se Berndt avrebbe approvato.

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