Sei una rockstar? La tua auto vale molto di più

Sei una rockstar? La tua auto vale molto di più

QUOTAZIONE ALLE STELLE. Ci sono auto classiche di altissimo lignaggio che possono essere acquistate a cifre sorprendentemente basse. Ma bisogna essere consapevoli che poi pesano – e anche molto – i costi di esercizio, manutenzione e restauro, oltre alla fiscalità nazionale. Ma se una di queste “nobili” a buon mercato è appartenuta a un personaggio famoso anche le cifre salgono in modo esponenziale. È il caso della Rolls Royce Silver Shadow del 1974 appartenuta a Freddie Mercury, il compianto leader dei Queen, una delle rock-band più amate del secolo scorso, che vanta tuttora milioni di fan nel mondo.

1974 Rolls-Royce Silver Shadow Freddie MercuryMANTENIMENTO IMPEGNATIVO. Le Silver Shadow e le successive Silver Seraph (al pari delle cugine Bentley T, T2, Mulsanne e Turbo R) rappresentano un esempio perfetto di quanto abbiamo scritto sopra. Sul piano del puro valore commerciale appartengono alla cosiddetta categoria  “Popular Classics”, con quotazioni che gli specialisti tedeschi di Classic Data misurano tra 12.700 e 23.900 euro per esemplari in discrete o buone condizioni nel caso della Silver Shadow I (quella prodotta dal 1965 al 1977, riconoscibile per i paraurti cromati e dotati di rostri), ma sono gravate da elevati costi di mantenimento e da una fiscalità “punitiva” connessa ai loro motori V8 di 6,2 e 6,75 litri di cilindrata. Insomma, nonostante le quotazioni relativamente abbordabili, dipendenti anche dal fatto di essere state prodotte in un numero elevato di esemplari, sono oggetti per pochi appassionati benestanti.

1974 Rolls-Royce Silver Shadow Freddie MercuryRICAVATO IN BENEFICIENZA. Ma la Silver Shadow di Freddie Mercury, lo scorso 5 novembre, è stata battuta all’asta a Londra da RM Sotheby addirittura per 286.250 sterline, pari a quasi 330 mila euro. Nel caso specifico, a far impennare i rilanci sono stati la fama del suo ex proprietario (che è stato il secondo) ma anche la nobile destinazione del ricavato della vendita: lo Superhumans Center, un ente di beneficenza istituito per fornire aiuti in Ucraina.

1974 Rolls-Royce Silver Shadow Freddie MercuryQUASI 50 ANNI PORTATI DIVINAMENTE. L’auto, benché fosse in condizioni perfette, aveva una stima d’asta da 20.000 a 30.000 sterline. Uscita dalla fabbrica con finiture Silver Chalice e interni blu, questa Silver Shadow è stata immatricolata per la prima volta nel Regno Unito nel giugno 1974. I suo primi anni di vita non sono documentati, ma si sa che fu acquistata dalla società di Mercury, la Goose Productions Ltd., nel 1979. Sebbene sia improbabile che il cantante si sia mai messo al volante, perché a quanto pare non ha mai conseguito una patente di guida, si pensa che la Silver Shadow sia stata il mezzo di trasporto personale con autista di Mercury nel periodo di massimo splendore dei Queen.

1974 Rolls-Royce Silver Shadow Freddie MercuryDA UN’ASTA ALL’ALTRA. L’auto è accompagnata da un fascicolo storico che riporta il nome di Mercury su diverse fatture d’officina. Però gran parte del materiale cartaceo è registrato a nome di Mary Austin, ex compagna di Mercury. Una lettera di Jim Beach, manager dei Queen, conferma però che l’auto era di proprietà della celebrità. Beach afferma che, dopo la scomparsa di Mercury nel novembre 1991, la Silver Shadow continuò a essere guidata dalla sorella della rockstar, Kashmira Cooke, che acquistò l’auto dalla Freddie Mercury Estate nel 2003. La vettura è stata utilizzata per molti anni dalla signora Cooke e dal suo compagno fino a quando è stata acquistata all’asta proprietario successivo nel 2013.

I QUEEN E LE AUTO. Nonostante non avesse la patente, Freddie Mercury è stato un appassionato di auto al pari degli altri membri della band. Tanto che l’album “A Night at the Opera” del 1975 contiene una sorta di “lettera d’amore” dei Queen all’automobile: “I’m In Love With My Car”. Il brano è stato scritto e cantato dal batterista Roger Taylor – un raro allontanamento dalla voce inconfondibile di Freddie Mercury – ma riflette la passione per le auto che pervadeva la band. E anche del fonico Jonathan Harris, la cui ossessione per la sua Triumph TR4 – si dice – abbia ispirato il disco.

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