Simulatore e pista: primo incontro con la MC20

Simulatore e pista: primo incontro con la MC20

Numeri dal paradiso: 630 cv, 730 Nm, sei cilindri (a V), due turbo. Per uno 0-200 da supercar ‘giusta’ (meno di nove secondi) e – soprattutto – per raccontare meglio di ogni giro di parole un progetto notevole: quello di una Maserati a forma di supercar, la MC20 (qui la clip della  presentazione). Ho avuto modo di saggiarla nella sua variante di sviluppo, quella che nei fatti sancisce l’identità di un modello pronto alla storia contemporanea, e di raccontarla in questa mini serie esclusiva che qui vi proponiamo. Perché se è vero che di supercar – mai come in questo ultimo ventennio – è pieno il mondo, è anche vero che quando alla Maserati fanno le cose, le fanno in un certo modo. Che significa cultura alla base della Motor Valley. Fatto ampiamente riconosciuto. In un’intervista di qualche tempo fa, persino Horacio Pagani ebbe a ricordare quanto alla formazione manifatturiera e motoristica della zona abbia contribuito il marchio di Alfieri Maserati, già dalla metà degli Anni ’10. E questo l’argentén – il giovane Pagani, come lo chiamavano alla Lamborghini – lo aveva imparato sui libri di storia dell’auto, da piccolo; e dall’altra parte del mondo. Maserati del resto è un marchio globale di antico prestigio che, nella sua storia di oltre 100 anni, ha alternato momenti leggendari ad altri in apnea. E oggi ha l’ambizione di un progetto solido con cui guardare avanti (qui le novità dei prossimi anni) e un atteggiamento ‘audace’ – per ammissione dello stesso claim del rilancio – con cui guardare al futuro. Che spazierà dall’elettrificazione dei suoi modelli (ibridi o full electric) al ‘faro’ MC20. Che oggi abbiamo per le mani.

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LE MANI SUL TRIDENTE. A traghettarmi in questa prima presa di contatto sono stati Federico Landini (foto qui sopra) e Giuseppe Raimondi, rispettivamente il papà tecnico (Vehicle Line Executive Sports Vehicle Responsible) della MC20 e uno dei giovani ingegneri (Vehicle Dynamics Performance Engineer) che hanno contribuito alla messa a punto; sia in forma virtuale, grazie al simulatore, sia ‘in presenza’ attraverso i test su pista. Proprio l’ingegner Raimondi mi fa sapere che i piloti che l’hanno collaudata hanno trovato aderenze totali tra il modello matematico applicato al simulatore e quello ‘vero’, cioè il muletto (o meglio, uno di quelli deputati allo sviluppo). Questo significa che le calibrazioni deliberate al simulatore sono state ri-deliberate su strada dai collaudatori.

simulatore maserati mc20

ACCENDIAMO IL SIMULATORE. In virtù di questa relazione stretta tra reale e virtuale, alla Maserati hanno deciso di farci provare prima la MC20 replicata dal simulatore e poi il modello fisico sulla pista di Modena. Il simulatore è un oggetto straordinario, tra i più avanzati al mondo. Una cellula che riproduce l’abitacolo di un’auto è incernierata a una serie di attuatori che hanno il compito di replicare le alte frequenze (esempio: buche, avvallamenti della strada – o del fuoristrada – o cordoli); il tutto è collegato ad altri tre attuatori – di ben altra dimensione, posti alla base – che replicano accelerazioni, imbardate e macromovimenti di cassa in generale, capaci di generare spostamenti di oltre 2,5 metri. In tutto i gradi di libertà di questa macchina sono nove, tre più di quelli che basterebbero a replicare il comportamento di una vettura. Ancora: ad aumentare la sensazione frenante o di accelerazione laterale provvedono le cinture attive e i cuscini gonfiabili nascosti nel sedile. Se non fosse un oggetto incredibilmente imponente (la struttura eh lo ospita supera i 400 mq) e costoso (l’investimento è di “Svariati milioni di euro”, come fanno sapere dalla Maserati) si potrebbe ironizzare sul fatto che si tratti della più bella PlayStation mai provata prima. Ma qui siamo su un livello completamente diverso e assai affine a quello del simulatore Dallara, altra meraviglia tecnologica che avevo avuto modo di testare: uno strumento di lavoro essenziale per ridurre costi e tempi di sviluppo e – insieme – provare ogni tipo di soluzione possibile in fase di calcolo. In pratica l’ingrediente base della progettazione moderna.

La nuova Maserati MC20 'urla' la sua natura di supercar in tutti modi: dall'accelerazione da 0 a 200 km/h in meno di 9", al design aggressivo e funzionale a fendere l'aria... fino alle portiere. Che non faranno passare inosservato guidatore e passeggero aprendosi 'a farfalla'

CONSIGLI E… VIA! Prima di saltarci sopra incrocio nei corridoi dell’Innovation Lab della Maserati Andrea Bertolini – protagonista della stagione d’oro della MC12, metà Anni 2000, e tester Maserati: “Non devi mai pensare di avere a che fare con un videogame. Questo simulatore è un mezzo di lavoro e come tale va usato. Impara a riconoscere le sfumature della guida del modello matematico della MC20: così potrai verificare in pista quanto sarà affine all’auto che avrai per le mani”. Dopo avermi spiegato le sofisticazioni della messa a punto di questa supercar, è il momento della MC20 virtuale. Uno shock incredibilmente realistico e immersivo: il simulatore restituisce tantissime sensazioni ‘vere’ e – dopo un quarto d’ora di guida – è stato possibile provare le modalità di guida che, sulla MC20 sono selezionabili attraverso il manettino. Qui i setting vengono inseriti via software dall’ingegnere che sta nella cabina di comando. Freni, cambio, inserimento e accelerazioni: tutto parla di un’esperienza realmente veloce, segno che la MC20 – in pista – sarà un’esperienza maiuscola.

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PARTICOLARI CHE FANNO LA DIFFERENZA. Ho parlato molto della MC20 con Federico Landini e ho raccolto tante testimonianze sul merito di alcune scelte. “Tutto è stato calcolato in ogni dettaglio”, dice, e i fatti parlano di un progetto estremamente calibrato. Come la scelta delle portiere ad ali di farfalla (butterfly): permettono un accesso all’abitacolo assai agevole per il genere di auto a cui la MC20 appartiene; inoltre la grande escursione della cerniera e l’ampia bocca d’accesso all’interno sono benchmark di categoria: “McLaren e LaFerrari comprese” garantisce l’ingegnere. Dentro è molto ben rifinita, con sedili avvolgenti (a regolazione elettrica) e un’appagante qualità generale. Ampi i monitor (quello centrale assomiglia a quello – ottimo – della Nuova 500 elettrica; il secondo è il cruscotto), morbidi i rivestimenti di Alcantara. Eccellenti la posizione di guida e la disposizione dei comandi. Con pedaliera e palette del cambio sequenziale ampi e – come ho verificato in pista – facili da usare a qualunque velocità. E in ogni condizione di impegno.

Maserati Nettuno MC20 Engine 5

TRA I CORDOLI. In pista – poi – il muletto di sviluppo provato ha dato prova di grandissima agilità tra le curve e – soprattutto – di restituire una grande sensazione di grip; sia dell’anteriore (con possibilità di inserimenti fulminei grazie alla precisione dello sterzo e percorrenze veloci capaci di generare molta accelerazione laterale) sia al posteriore; complice una gommatura ampia, 305 mm), il retrotreno segue sempre fedele la traiettoria impostata col volante. A meno di non cercare l’intraversata: azione molto godibile grazie alla potenza del motore (sempre prontissimo) e alla compostezza del comportamento in generale. Ma non solo: questo è possibile grazie anche alla calibrazione del sistema anti sbandamento che è in grado di capire le volontà di chi guida e assecondarle. Così, se vorrete divertirvi a giocare fuori dalle curve con la potenza del V6 Nettuno, potrete lasciare grandi parentesi sull’asfalto e – viceversa – quando vorrete massimizzare la prestazione, il sistema elettronico farà di tutto per aiutarvi a ottenerla.

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IL FUTURO. Insomma: una prima presa di contatto promettente, in vista della Maserati MC20 definitiva, in vendita da giugno e da 216.000 euro. Un costo allineato alla tecnologia di bordo (sospensioni attive, scocca di carbonio, quattro sospensioni a doppio braccio oscillante con braccio inferiore semi virtuale e tecnologia a doppia accensione mutuata dal mondo della F1 per il V6 centrale – posteriore) grazie al quale potrete portarvi a casa un pezzo della migliore produzione italiana contemporanea. Dal prossimo anno sarà disponibile anche in una variante elettrica (“integrale, da circa mille cavalli e allineata – quanto ad autonomia a quella offerta dalle migliori ev del mercato”, ricorda Landini) che sancisce la voglia del Tridente di tornare a volare ‘oltre’. Puntando su prodotti in grado di vedersela alla pari (“Se non meglio”, sottolineano da via Ciro Menotti) della più prestigiosa produzione mondiale di auto. Termiche o elettriche. Supercar, come nel caso della MC20; suv e berline per il resto della gamma che verrà. Buona visione, ora, della mini-serie che abbiamo dedicato a questo superTridente.

MINISERIE Maserati MC20

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