Un futuro elettrificato e incentivato

Un futuro elettrificato e incentivato

Le auto di tutti i giorni fanno sempre meno ‘brum-brum’. Suggerimento: pensate con maggiore insistenza, oltre alla classica del cuore da custodire nel garage e alla plug-in per i vostri spostamenti a medio termine, a un vostro futuro silenzioso. In full electric. I fatti sono semplici: l’Europa ha previsto un percorso di alleggerimento dell’inquinamento a 360°, regolato nel suo insieme dal Green Deal annunciato a inizio anno; si tratta di un insieme di iniziative politiche promosse da Europa e stati membri utili a traghettarci, entro il 2050, alla neutralità ecologica. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha dichiarato che il Green Deal sarà per il Vecchio continente “Come lo sbarco dell’uomo sulla Luna”. Edilizia, industria, biodiversità e riscaldamenti saranno superattenzionati perché si possano migliorare/ottimizzare le performance all’insegna della sostenibilità. Quelli citati sono solo alcuni dei settori che verranno toccati da questo bazooka verde.

TRASPORTO PRIVATO. Anche l’automobile è chiamata a fare la sua parte. Pure a questo si è riferito, di certo, il presidente Conte parlando di un’Italia dalla prospettiva green, mercoledì scorso (3 giugno). D’altro canto il tema dell’inquinamento cittadino, nodo intorno a cui ruota la maggior parte dell’elettrificazione automobilistica auspicata, è l’epicentro di problemi importanti e seri come la salute di chi abita le città (le città più grandi sono quelle più colpite dalle malattie gravi legate a trachea, bronchi e polmoni, fonte Istat). In questo senso, un attacco ‘politico’ alle emissioni prodotte anche dal riscaldamento – in combine con una riqualificazione del comparto mobilità – avrà senso più che mai.

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QUALI INCENTIVI. Ecco perché l’auto sarà (diciamo così) adattata alla nuova strategia europea. Meno brum-brum, come accennato, nella vita di tutti i giorni. Alla fine dello scorso anno, in Italia, agli spostamenti delle automobili venivano attribuite ‘colpe inquinanti’ per circa il 25 per cento del totale, valore più o meno confermato dallo stop forzoso dovuto al lockdown dei mesi scorsi; numeri validati, tra l’altro, dai dati dell’AEA registrati in queste ultime settimane. Ma il nostro parco circolante (circa 38milioni di pezzi) è composto per il 30% da auto ante Euro 4, dal 27,6% da modelli Euro 4, dal 18,5% da Euro 5 e solo per il 23,9% da auto Euro 6 (stime Unrae). È quindi nella direzione dello svecchiamento del parco circolante che potrebbe concentrarsi – da subito – la lotta all’inquinamento; con gli incentivi ipotizzati nel prossimo Decreto Rilancio (l’ipotesi è: fino a 4mila euro per chi acquista una Euro 6 – benzina, Diesel o ibrida – rottamando un’auto con più di dieci anni; oltre a 2mila euro a carico del concessionario; qui per saperne di più). La soluzione degli incentivi sarebbe, certo, una manna anche per tutto il settore automobilistico, che è in ginocchio viste le débâcle di mercato dei mesi di marzo (-85%), aprile (-97%) e maggio (-49,6%). Lo stop dovuto al Corona Virus ha fatto accumulare oltre 300mila auto invendute nelle concessionarie: già solo l’immissione sul mercato di questi modelli, tutti aderenti alle più recenti normative antinquinamento, in favore dei modelli più vecchi migliorerebbe la situazione del totale inquinante emesso dal nostro parco.

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ELECTRA. Ma l’obiettivo a medio termine imposto dall’Europa, questo è chiaro, va nella direzione di privilegiare le auto elettriche o alla spina (ibride plug-in). La Germania, dove l’età media del parco circolante è di 9 anni e mezzo contro gli 11,3 di quello italiano, si pensa a provvedimenti che porti a seimila euro (dai tre attuali) il contributo per chi compra un’auto elettrica da meno di 40mila euro (più tremila euro messi a disposizione dalle Case); ‘sconto’ da 9mila euro in pratica che, maliziosamente, sembra avvantaggiare il più grande costruttore interno (ovvero la Volkswagen e la sua ID.3), ma che in verità segna una direzione ben precisa e aderente al Green Deal di cui sopra. Anche la Francia, oltre a favorire il cosiddetto destockage (la vendita delle auto in giacenza dalle concessionarie), prova a incentivare con 7mila euro l’acquisto delle auto elettriche che costino fino a 45mila e con duemila euro per le ibride plug-in fino a 50mila euro; ancora, tutte le auto benzina e Diesel godranno di un incentivo di tremila euro: l’articolato sistema di incentivazione al settore automobilistico è stato strutturato perché il 75 per cento delle famiglie d’Oltralpe ne possa godere.

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SPOSTAMENTI MULTIDISCIPLINA. Ecco perché, in futuro, è verosimile aspettarsi contributi che vadano nella direzione di privilegiare i modelli elettrificati anche in Italia. Se l’auto elettrica, specie per gli spostamenti urbani, sarà incentivata anche da noi, ci troveremo nella condizione di riconsiderare i nostri acquisti. È innegabile che l’infrastruttura di ricarica per auto elettriche in Italia sia in ‘fase di sviluppo’; e questo suggerisce l’eventuale acquisto elettrico principalmente a chi già possiede un box dove ricaricare in casa la sua auto (al tema delle EV abbiamo dedicato il n°2 di velocePDF). La tecnologia dei motori benzina e dei motori Diesel, oggi, è realmente all’avanguardia: quindi questo suggerisce caldamente il loro utilizzo nel caso si macinino tanti chilometri; o banalmente non si sia ancora pronti ad affrontare – da automobilista – la transizione all’elettrico. Va detto poi che l’elettrificazione dei nostri spostamenti non sarà solo legata all’uso dell’automobile; la rivisitazione dei centri urbani al fine di ospitare micromobilità e nuovi mezzi di ridotte dimensioni per spostarsi in modo agile (qui vi abbiamo parlato dei quadricicli Citroen Ami e Mole Urbana) arriverà a riprogettare le ragioni d’acquisto dei nostri mezzi di spostamento (a questo tema abbiamo dedicato un n°6 di velocePDF). La buona notizia è che chi ama la tecnica dei mezzi utili agli spostamenti avrà più oggetti cui appassionarsi. (Illustrazione, Paola Momentè)

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Un commento su “Un futuro elettrificato e incentivato”
  • Alberto Spriano ha scritto:

    L’incentivo è ovviamente mirato a favorire il gruppo Volkswagen e ad escludere la Model 3 che non costa meno di 40k.
    Poco importa, perché la Model 3 si confronta prima di tutto con tutte le endotermiche del segmento D Premium, poi trasversalmente, in considerazione delle prestazioni della Performance con le sportive pure non necessariamente berline, ma anche del segmento S.
    Tesla Model 3 fa paura alle premium del segmento D tedesche.
    La fama della Model 3 è acuita dagli aggiornamenti che migliorano ulteriormente le prestazioni, correggono difetti, estendono la durata della batteria e aggiungono nuove funzioni.
    Invecchiando migliora, seguendo un processo di miglioramento del prodotto su prestazioni, efficienza e funzionalità.
    Chi offre di più?
    Poi abbiamo i risultati.
    La Model 3 negli Usa, vende più delle segmento D premium ICE messe insieme (Bmw Serie 3, Mercedes C, Audi A4, Alfa Romeo Giulia).
    La Model 3 è l’auto del segmento D premium più venduta in Europa nel 2019.
    In Norvegia e in Olanda è l’auto più venduta di qualsiasi segmento.
    Dopo 2 anni di presenza sul mercato è l’auto elettrica con le maggiori vendite mensili al mondo, e che sta per diventare l’auto elettrica più venduta di sempre (vendite cumulative).
    Al gruppo Volkswagen, a Mercedes Benz e a BMW servono molte più EV di segmento B e soprattutto C, ad un costo inferiore alla Model 3 base e incentivi ben più consistenti per arginare la concorrenza di Tesla che il prossimo anno produrrà a Berlino, nella tana del lupo.

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