V6 Nettuno: gli highlights delle sue innovazioni

V6 Nettuno: gli highlights delle sue innovazioni

Nel corso della presentazione della Maserati MC20 abbiamo avuto modo di parlare con ingegneri, designer e progettisti che hanno contribuito alla realizzazione di quest’ultima supersportiva del Tridente. Qui, Matteo Valentini – Maserati chief engeenering – ci racconta gli highlights del notevole V6 biturbo Nettuno.

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90°: SOLUZIONE IDEALE. “Il progetto della Maserati MC20 partiva con dei target tecnici ambiziosi, una vera sfida per noi ingegneri. C’era un’eredità pesante da raccogliere come quella della MC12, della quale la MC20 ne rappresenta simbolicamente sviluppo ed evoluzione. Una sportiva, dunque, ma che al tempo stesso sapesse essere elegante e velocissima. Oltre che unica nel panorama delle supercar. Da queste premesse è partito lo studio rivolto a individuare la migliore architettura-motore per questa nuova piattaforma. Piattaforma che avrebbe dovuto saper ospitare non soltanto un motore termico, ma essere già predisposta per una futura versione elettrica (la MC20 Folgore, ndr). Bisognava quindi realizzare un motore compatto, leggero e performante che si adattasse al pianale e alla particolare aerodinamica della MC20; adatto all’uso in pista di cui è capace il pacchetto telaio-sospensioni. Per questo abbiamo pensato che il V6 a 90 gradi fosse la scelta migliore: è un motore molto aperto (rispetto a un più tradizionale sei cilindri a V di 60 gradi, ndr), quindi è posizionabile molto in basso e impatta meno sull’aerodinamica. Inoltre è molto compatto perché è come se fossero due tre cilindri accoppiati; per esempio, si possono mettere due bielle sullo stesso perno di banco accorciando la lunghezza del propulsore. Partendo da queste specifiche abbiamo iniziato lo sviluppo del propulsore con i due turbo posizionati lateralmente; una soluzione che ci ha permesso di avvicinarli ai catalizzatori per adeguarsi con maggiore facilità alle normative sulle emissioni”.

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TWIN SPARK DEL TRIDENTE. “Questo motore è unico per il suo innovativo sistema di combustione, sviluppato e testato da Maserati per Maserati. Andando più nel dettaglio questo sistema verte su tre componenti principali: la precamera passiva, il doppio sistema di iniezione del carburante (diretta e indiretta) e la candela secondaria. Ogni cilindro ha di fatto due sistemi di combustione: uno più tradizionale comandato dalla candela laterale che si affaccia direttamente in camera di combustione e un nuovo sistema di precamera passiva che arriva dalla Formula 1 e che ci permette ad alti giri di avere una combustione fino al 30 percento più efficiente rispetto a un motore che non dispone di questa tecnologia. Ma per ottenere questo grande vantaggio abbiamo dovuto liberarci di diversi inconvenienti: l’elevata efficienza agli alti regimi si paga con la rumorosità a basso e medio carico, dove si presenta anche un problema di instabilità di combustione quando l’energia necessaria a caricare la precamera non è del tutto sufficiente. Problemi che abbiamo risolto facendo lavorare i due sistemi di iniezione assieme grazie alla candela secondaria e a un innovativo programma di controllo della centralina che ci permette di scegliere quale dei due sistemi usare. Il risultato è che ogni volta che si richiede tanta potenza la centralina sceglie quale iniezione si adatta meglio alle richieste del pilota oppure le fa lavorare all’unisono per una combustione stabile, morbida e non rumorosa e al tempo stesso più efficiente in termini di consumi e delle emissioni specie nelle partenze a freddo. Abbiamo lavorato su questa tecnologia a partire dal 2015: sapevamo che veniva utilizzata in F1 e ci siamo chiesti cosa sarebbe successo utilizzandola su un propulsore stradale; non sapevamo ancora se saremmo stati in gradi di risolvere gli inconvenienti, ma i benefici erano importantissimi per per restare competitivi con un tradizionale motore termico in un mondo che guarda sempre più all’elettrificato. Nettuno è il portabandiera di questa nuova tecnologia che tuttavia non interesserà solamente le massime prestazioni, ma in futuro – su auto di categorie differenti – potrà essere ‘giocata’ in ottica di riduzione dei consumi e delle emissioni. Guidando la MC20 non ti accorgi di questi due sistemi in azione; sembra di usare un’auto normale con un potenza straordinaria pari a quella MC12, ma ‘fatta’ con la metà dei cilindri e con una coppia ancora maggiore”.

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