Volkswagen: le 5 concept migliori di sempre

Volkswagen: le 5 concept migliori di sempre

Aston Martin, Lambo, Alfa, Bmw… tutti marchi che ci hanno abituato bene con concept esclusivi e spesso ultrasportivi, capaci di soddisfare il nostro animo appassionato per quanto la via della produzione sia sempre rimasta un sogno lontano per definizione. E Volkswagen? I freddi germanici che negli anni hanno sfornato la piccola Up o la Polo, la popolare e super venduta Golf o la pratica Touran sono in grado di dare un po’ di matto? La risposta è: oh sì, eccome.

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VOLKSWAGEN GOLF W12-650. Il concept Volkswagen per eccellenza, un delirio crucco che ancora oggi fa luccicare gli occhi per l’audacia e la spensieratezza del progetto, altro che colonnine di ricarica e legislazioni green. Al ‘Wörthersee Festival’ del 2007 (un immenso raduno dedicato al brand di Wolfsburg, che ironicamente ha dovuto traslocare dal 2023 perché non abbastanza ‘ecologico’) la casa tedesca presentò una Golf che si era ingoiata il motore di una Bentley Continental più qualche altro pezzo del gruppo. I progettisti Volkswagen riuscirono a cacciare dietro al guidatore il 6.0 W12 da 650 cavalli e 750 Nm della Bentley Continental GT, completo di cambio ripreso dalla Phaeton, freni anteriori della RS4 e posteriori della Gallardo per non parlare della carrozzeria più larga di 16 (!) centimetri che pareva disegnata da una Liberty Walk più sobria. 320 orari stimati, una vagonata di peso al retro e una guida terrificante, ma ancora oggi è fonte di ammirazione.

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VOLKSWAGEN W12. Nota anche come Nardò la W12 è stata un’altra occasione mancata per Volkswagen, ed una supercar decisamente più ‘tirata insieme’ rispetto alla pazza Golf di cui sopra. Quattro anni di gestazione e sviluppo diedero vita ad una supercar snella e aggressiva, e anche piuttosto belloccia da vedere. Fu prodotta – sempre come concept – sia in versione chiusa che scoperta e con diverse motorizzazioni, ma la più nota è certamente la versione da 6 litri del 2002, in grado di erogare oltre 500 cavalli su 1.200 chili a secco per una velocità massima superiore ai 350 km/h. Il soprannome Nardò derivò dai record stabiliti sull’omonimo circuito (il più eclatante sono gli oltre 7.000 km filati percorsi in 24 ore a quasi 300 orari), sfortunatamente Volkswagen scelse di non produrla per non sovrapporsi ai marchi premium acquisiti da poco come Bugatti e Lamborghini.

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VOLKSWAGEN FUTURA. Da supercar e hot hatch sotto allucinogeni passiamo alla Futura, una particolare monovolume che pare un incrocio tra una Toyota Previa e una Model X per le forme morbide e le spettacolari portiere ad ali di gabbiano. La Futura venne svelata nel 1989, mantenendo davvero fede al suo nome: sensori di parcheggio, computer di bordo completo di navigatore, consumi ridotti per la categoria (circa 17 chilometri con un litro), quattro ruote sterzanti e freno a mano elettronico, e a quanto pare persino un cruise control adattivo. Il motore era un 1.7 con compressore volumetrico da 82 cavalli non certo pensato per i brividi, ma potevate sempre consolarvi con quelle superbe portiere.

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VOLKSWAGEN GOLF R VARIANT PERFORMANCE 35. Sapete che qui a Veloce abbiamo un debole per le station wagon veloci, e la Variant Performance 35 del 2016 stuzzica i nostri appetiti. Quasi dieci anni prima della Golf R Variant da oltre 300 cavalli nasceva questa familiare da sparo, presentata ovviamente al Wörthersee. Il famoso motore quattro cilindri turbo EA888 fu spremuto fino a 350 cavalli che attraverso un cambio DSG e la trazione integrale garantiva uno 0-100 in 5,1 secondi. Non aspettatevi un look da sleeper però, tra cerchi da 19’’, scarico dedicato e grafica bicolore la Golf R Variant Performance 35 – se fosse stata prodotta – non avrebbe fregato nessuno.

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VOLKSWAGEN 1-LITER CONCEPT. Chiudiamo con qualcosa di apparentemente noioso ma piuttosto intrigante dal lato tecnico, una concept del 2002 che sfocerà nella futuristica e altamente frugale XL1 del 2011. L’aspetto è bruttino (nulla a che vedere con la sua erede) ma per il progetto vale l’opposto: configurazione due posti in tandem in un telaio ricavato da alluminio e magnesio coperto da una carrozzeria in carbonio capace di far registrare un ridicolo coefficiente aerodinamico di 0,159. Grazie al peso a secco di 3 quintali (!) e un piccolo mono-cilindro diesel da 8,4 cavalli la 1-liter era in grado di percorrere cento chilometri con un litro, un dato pazzesco. A volte non servono centinaia di cavalli e performance incredibili per rendere un concept stimolante.

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