FIRMA ITALIANA. Pensando ad Aston Martin, la prima cosa che quasi sempre viene in mente è il design unico e assolutamente riconoscibile. Ma se le sportive inglesi si sono sempre distinte per il look, non si può dire altrettanto per la tecnica e le qualità di guida. Partendo da queste premesse, eravamo molto impazienti di provare la nuova Aston Martin DB12, che è figlia di un progetto nato con basi nuove e diverse rispetto al passato, dove hanno avuto ruoli di primo piano due top manager italiani con un passato in Alfa Romeo e Ferrari, come Amedeo Felisa e Roberto Fedeli.
LO ZAMPINO DI MERCEDES. Quindi eccoci nelle strade intorno a Montecarlo per verificare se sul serio l’Aston Martin DB12 ha compiuto quel salto di qualità desiderato. La base tecnica è sempre fornita dalla Mercedes, che invia tutto il powertrain e l’elettronica a Gaydon, dove vengono poi personalizzati con le specifiche britanniche. Appena seduti si scopre subito il posto guida spazioso e praticamente perfetto a livello ergonomico, con una disposizione dei comandi intuitiva e razionale che non ha ceduto alla digitalizzazione estrema.
INTERNI AL TOP. Con un’altra veloce occhiata si registra un abitacolo di alta classe, sia a livello di materiali e rivestimenti, che di rifiniture e assemblaggi. Altra novità è il debutto del primo sistema di infotainment interamente realizzato da Aston Martin: riceve gli aggiornamenti over-the air, è sempre connesso e supporta sia Android Auto che Apple CarPlay. Il tutto si gestisce dal touchscreen centrale da 10,25 pollici, mentre la ciliegina sulla torta è l’impianto audio surround Bowers & Wilkins.
COME TU MI VUOI. Finita la teoria, passiamo alla pratica e specifichiamo subito che l’Aston Martin DB12 modifica moltissimo il proprio carattere a seconda della modalità selezionata. Partendo dalla “wet” e arrivando verso la “sport+” la vettura diventa gradualmente più affilata e sensibile. Inoltre si possono gestire separatamente alcune regolazioni, quella dello scarico per il “buon umore” e quella delle sospensioni per essere veloci anche quando il fondo stradale è deficitario.
DA GT A SUPERCAR. La nuova Aston Martin DB12 sa essere sia un’ottima granturismo, sia una supercar feroce, ma rimane sempre coerente con sé stessa. Avvicinarsi ai suoi limiti su strada è realmente impossibile, perché il mix tra il grip elevatissimo, la potenza abbondante e la coppia sempre presente, permette di tenere andature “illegali”, anche grazie allo sterzo ricco di feeback (la servoassistenza è variabile) e al telaio sincero. A questa illegalità contribuiscono i dischi carboceramici (optional), che mettono a disposizione moltissima potenza frenante, tanta resistenza all’affaticamento e fanno risparmiate quasi una trentina di kg di masse non sospese.
PIATTAFORMA INERZIALE. Nel comportamento dinamico dell’Aston Martin DB12 hanno un peso anche il differenziale posteriore autobloccante a controllo elettronico – prima assoluta per Aston Martin – che comunica col controllo della stabilità regolabile su quattro livelli, a sua volta supportato dalla piattaforma inerziale a sei assi, da cui riceve i dati sulle forze a cui è sottoposta l’auto.
I NUMERI. La scheda tecnica dell’Aston Martin DB12 si completa con il nuovo telaio in alluminio più rigido del 7% e con gli ammortizzatori adattivi intelligenti, che hanno un ventaglio di azione quintuplicato rispetto alla generazione precedente. A proposito di numeri, la vettura scatta da 0 a 100 km/h in 3,6 secondi e poi prosegue fino a 325 km/h, grazie ai 680 CV e agli 800 Nm del suo 4 litri V8 bi-turbo. I prezzi non sono ancora stati ufficializzati, ma dovrebbero partire da circa 230.000 euro.
