Techart, Porsche in salsa tuning “piccante”

Porsche è uno dei marchi di auto sportive e da corsa più famosi al mondo e in Germania per la casa di Zuffenhausen vige una sorta di venerazione, con tantissimi appassionati, clienti e… preparatori. Come Gemballa e Cargraphic, anche Techart è un tuner celebre per le sue elaborazioni su base Porsche, meglio se con l’aggiunta di un grosso turbo.

TUTTO EBBE INIZIO… L’azienda nasce nel 1987 grazie a Thomas Behringer e Matthias Kraus e il primo quartier generale sorge nella cittadina di Fellbach, ma appena un anno dopo viene trasferito a Leomberg, paese di simili dimensioni, sempre vicino a Stoccarda, ma con una posizione geografica un più “strategica”. Negli anni ’90 l’azienda comincia a farsi un solido nome, per poi cementarlo a inizio 2000 con diversi record in competizioni di tuning e in pista, come con la 997 Techart GT Street RS al Sachsenring. Da qualche anno, inoltre, della Techart esiste una filiale americana, la German Tech, con sede in Florida.

TECHART GT STREET R. La più celebre elaborazione di Techart, presentata nel 2001 e disponibile ancora oggi per le 992 Turbo e Turbo S, si chiama GT Street R. Vi sono diversi step per il “flat six” 3.8 biturbo, ma già che mettete mano al motore, tanto vale fare le cose in grande. Techart può offrirvi una Turbo S da 800 CV e 950 Nm, grazie a nuove turbine a geometria variabile, centralina, scarico, filtro dell’aria sportivo e altre modifiche di dettaglio per una velocità massima di 350 km/h e uno “0-100” in 2,5 secondi. Mica noccioline. Ovviamente, l’estetica deve sbandierare tali risultati, tanto da trasformare la Turbo S in una sorta di GT3 più vistosa e arrogante, con un body-kit inedito a base di fibra di carbonio, nuovi cerchi e un’alettone visibile dallo spazio. La livrea è a discrezione del proprietario, così come gli interni, che, volendo, si possono avere anche in un elegante abbinamento bicolore.

GT3 E GT3 TOURING. Per lo step appena prima dell’apice delle Porsche senza turbo persino Techart resta sobrio, o perlomeno non tocca il maestoso “flat six” capace di girare a vette da pelle d’oca. Il kit previsto per la 992 GT3 – specialmente se la scegliete color fucsia… – punta a farsi notare, seppur in maniera più discreta rispetto alla GT Street R. Le modifiche estetiche comprendono nuovi passaruota anteriori in carbonio più ampi di 15 millimetri, una griglia nel paraurti anteriore più ampia, un sottile splitter aggiuntivo, nuovi specchietti e un diverso cofano anteriore, tutto ovviamente in fibra di carbonio. Per la versione Touring è disponibile un nostalgico spoiler a coda d’anatra, mentre la GT3 dura e pura, volendo, si può avere con una speciale ala firmata Techart. Ai più scatenati, inoltre, l’azienda tedesca offre anche un roll-bar certificato FIA e cinture a sei punti.

TECHART MAGNUM. Mentre le versioni basate sulle 911 – o sulla Boxster e la Cayman – messe a punto da Techart possono essere configurate in maniera quasi (quasi eh…) elegante, con la Magnum non ci sono speranze. Fin dal 2004 il brand tedesco si dedica anche alla suv Cayenne,  modificandola fino a trasformarla nella Magnum, una grossa, appariscente e sfacciata 4×4 decisamente più a suo agio sull’asfalto che in fuori strada. La Techart cambia tutto: interni, carrozzeria, cerchi, meccanica. Un esempio lampante è la Cayenne di seconda generazione, capace di toccare i 311 km/h. Gli interni possono essere personalizzati a piacimento, l’esterno invece sfoggia un muso gigantesco, cerchi enormi (volendo, si possono avere anche di 23’’), nuove minigonne e uno spoiler più marcato, insieme a tante altre modifiche. Non il lavoro più apprezzato di Techart, ma andava citato. E chissà cosa accadrà se mai decideranno di mettere le mani sulla 911 GT3 RS…